lunedì 22 febbraio 2016

Glenway Wescott, “Appartamento ad Atene” ed. 2003

                               Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
        seconda guerra mondiale
         il libro ritrovato


Glenway Wescott, “Appartamento ad Atene”
Ed. Adelphi, trad.Giulia Arboreo Mella, pagg. 246, Euro 15,50 


     L’inizio del romanzo fuga immediatamente qualunque idea possiamo avere avuto, suggestionati dal cinema, che si tratti del romanzo di una passione consumata dietro la porta di un appartamento. Una passione sì, ma diversa da quella che immagineremmo. “Tutto questo accadde a una famiglia greca, gli Helianos.”: il tono è di chi sta per raccontare una storia vera, la nuda sobrietà e l’uso del tempo passato suggeriscono che quanto accadde fu drammatico. Segue la presentazione della famiglia Helianos: prima della guerra, lui era stato socio e redattore di una casa editrice; lei era stata bellissima e ora soffre di cuore; un figlio morto in guerra, un altro maschietto di 12 anni un po’ esaltato, una bambina leggermente ritardata.
E’ il 1942, Atene è occupata, i tedeschi requisiscono gli alloggi e il capitano Kalter prenderà dimora presso gli Helianos. La famiglia è relegata in due stanze, le altre due sono riservate per il capitano. Anche il bagno è a suo uso esclusivo, loro scenderanno in cortile. Inizia così la versione privata dell’occupazione tedesca, l’imporsi dispotico e lunatico del capitano, l’abuso quotidiano di potere, il piacere perverso di umiliare i propri simili. Giorno dopo giorno aumentano le richieste del tedesco: la vecchia domestica deve essere licenziata perché puzza; gli avanzi del capitano devono essere dati a un cane; Helianos deve sfilargli gli stivali, di notte deve portargli il pitale e svuotarlo. Gli Helianos tacciono, obbediscono, gli pare di essere in vacanza quando il capitano va in Germania per un congedo. Quando torna non è più lo stesso, smagrito, triste. Soprattutto gentile. Si interessa a loro, rifiuta i loro servizi, non grida più. E’ un altro, ma c’è da fidarsi? Sarà un tranello? Forse la Germania sta perdendo? Forse prova rimorso per le efferatezze compiute dai tedeschi? Inizia una terza fase dei suoi rapporti con loro: permette a Helianos di passare la sera nel salotto- in fin dei conti è casa sua, no?
E adesso parla, il capitano Kalter, prima della morte della moglie e dei due figli, poi discorsi megalomani sulla grandezza della Germania che sta nella grandezza della sua ambizione, i tedeschi non temono il destino perché sono loro stessi il destino. Si avvicina il punto di rottura, Helianos dice una frase imprudente: è la fine, oltraggio al Führer, arresto per Helianos. Seguiranno altre tragedie, non illudiamoci, nessuno cambia mai, il capitano ha preparato una vendetta raffinata. Pubblicato per la prima volta nel 1945, il libro di Wescott ritorna su un argomento dolente degli anni di guerra, l’occupazione, trattato anche negli stessi anni dal francese Vercors in un racconto di poche pagine, “Le silence de la mer”: dove in Vercors c’è la risposta di un gelido immutato silenzio a qualunque tentativo di avvicinamento da parte dell’inquilino tedesco, Glenway Wescott costruisce un’atmosfera di tensione, è un maestro nel suggerire la minaccia presente nel quotidiano, nell’accumulare nuvole di tempesta prima che si aprano le cataratte del diluvio.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net








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