martedì 11 febbraio 2014

Ella Berthoud e Susan Elderkin, "Curarsi con i libri"

                                                                                    fresco di lettura
                                                                       






Ella Berthoud e Susan Elderkin, “Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno.
Ed. Sellerio, trad. Roberto Serrai, pagg.637, Euro 18,00
Titolo originale: The Novel Cure

     
     Attenzione! Questo non è un libro. Questo è il libro dei libri, la Bibbia, il Vademecum, il consigliere del lettore. Da trattarsi con venerazione ma da sfogliare, stropicciare, sottolineare, fare come faremmo con un amico che rispettiamo ma con cui abbiamo confidenza.
   Ella Berthoud e Susan Elderkin hanno frequentato la stessa università, facoltà di letteratura. Possiamo immaginarle sedute in un pub mentre fuori piove sui prati verdi di Cambridge, con una borsa piena di libri, a parlare di libri, a scambiarsi libri da divorare in una serata. Ed è quello che fanno in questo straordinario “Curarsi con i libri”, ci parlano di centinaia e centinaia di libri, con arguzia, ironia e intelligenza. Perché non solo c’è un libro per ogni lettore ma anche un libro per ogni disturbo o malattia o problema che dir si voglia, e noi leggiamo con uguale piacere la descrizione del male e il contenuto del libro che offre un rimedio alla malattia.                                                          
    Si procede per ordine alfabetico, proprio come in un manuale di medicina casalingo- dalla A alla X, da  ‘Abbandono’ a ‘Xenofobia’. Per ogni disturbo vengono suggeriti uno o più titoli che sono intesi a curare, a volte per contrasto, come nell’omeopatia, e a volte per somiglianza. A volte nel romanzo consigliato il male viene descritto a tinte così forti o con esiti così catastrofici che chi ne è afflitto, se ha un minimo di forza di volontà che possa influire sulla sua patologia, cambia vita radicalmente, guarendo (vedi ‘Alcolismo’, leggi “Shining” di Stephen King o le altre letture consigliate). E’ l’umorismo delle scrittrici che ci conquista, lo sguardo empatico con cui guardano sia l’incertezza del ‘Cosa mettersi, non sapere mai’ sia i comportamenti di ‘Omofobia’, è la loro capacità di sintesi, raccontando il poco che importa della trama dei romanzi, che desta la nostra curiosità invogliandoci a leggere i libri di cui parlano, sia che siamo afflitti o no da quello che dovrebbero curare. E poi ci sono degli intervalli in cui il discorso si fa più ampio (sono scritti in corsivo, per differenziarli), in cui le malattie hanno a che fare con i libri e quindi si suggeriscono libri per curarsi dai libri o dai disturbi della lettura (si inizia con ‘Acquisto di libri, compulsivo’, si termina con ‘Vivere invece di leggere, tendenza a’)- pagine imperdibili per i bibliofili e i bibliomani.
   
   Si sente spesso parlare del dolore per la fine di una relazione amorosa, ma che dire di quando, per qualsiasi motivo, si interrompe il rapporto con un amico di vecchia data? Dopo tutto, le amicizie dovrebbero durare per sempre e il dolore per la perdita dell’unica persona che vi conosce da quando eravate giovani, vi è stata accanto nei momenti peggiori e vi capisce fino in fondo, è davvero straziante. Non solo dovrete affrontare il futuro senza questa persona, ma vi scoprirete a domandarvi se siete davvero un buon amico e, alla fine, una brava persona.
   Questa dolorosa situazione viene colta in tutta la sua intensità da William Maxwell, nel suo splendido romanzo breve Ciao, a domani.
     

    Ho avuto la tentazione di sottolineare con una matita rossa i libri che non ho ancora letto e che vorrei leggere- ci ho rinunciato subito, perché sono troppi, perché mi viene voglia di leggere tutti i libri (o quasi) di cui Berthoud e Elderkin parlano, e perché so che, in ogni caso, ritornerò sulle loro pagine. Perché “Curarsi con i libri” è talmente piacevole che è un libro da cui non ci si può separare e uno dei pregi è quello di poter leggere alcune pagine di malattie con la cura libresca e poi interrompere, per riaprirlo magari a caso e vedere- come fosse un indovino- che lettura la sorte ci consiglia. E se qualcuno proprio non ha tempo per leggere, può consultare la voce ‘Troppo occupati per leggere, essere’, e poi, se proprio proprio non riesce a seguire la cura indicata, può accontentarsi di leggere per interposta persona, potrà addirittura fare una bella figura se si trova in compagnia di intellettuali, sfoggiando una vasta conoscenza di titoli (vedi la voce, ‘Falsificazione, attrazione alla’ oppure ‘Bugie, dire un sacco di’).
   Ancora una parola sul curatore dell’edizione italiana del libro, lo scrittore siciliano Fabio Stassi che ha sapientemente aggiunto una terza voce a quella delle due scrittrici inglesi con i consigli ‘nazionali’ che integrano e a volte sostituiscono quelli di Berthoud e Elderkin, scoprendo involontariamente nei nostri romanzi un filo conduttore di mali ‘nostri’ che si srotola nel corso dei secoli.
     Da comprare, da leggere e rileggere, assolutamente da non prestare (vedi la voce ‘Esaurire la propria biblioteca a forza di prestare libri ‘).
     
                                                           le scrittrici Ella Berthoud e Susan Elderkin        


 Già pubblicato online a questo link:

http://www.wuz.it/recensione-libro/8117/curarsi-con-libri-rimedi-letterari-berthoud-elderkin.html

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