venerdì 6 dicembre 2024

Jenny Erpenbeck, “Kairos” ed. 2024

                                             Voci da mondi diversi. Germania

         love story

Jenny Erpenbeck, “Kairos”

Ed. Sellerio, trad. Ada Vigliani, pagg. 391, Euro 18,00

   Dicono che Kairos, il dio dell’attimo fortunato, ha un ricciolo che gli ricade sulla fronte, e da quello soltanto lo si può trattenere. Ma il dio Kairos passa in un attimo accanto a noi e la parte posteriore della sua testa è calva e non offre nessun appiglio. Aveva davvero colto l’attimo fortunato, Katharina, quando aveva incontrato Hans?

    Berlino Est 1986. Lei, Katharina, ha diciannove anni. Lui, Hans, ne ha trentaquattro, sì, trentaquattro, più di lei. Significa che ne ha cinquantatre. Dieci anni più di suo padre. Ma l’amore è cieco, si dice.

Era l’11 luglio. È la data che festeggeranno ogni mese, il giorno di cui ricorderanno ogni minimo dettaglio del loro incontro- l’autobus che lei aveva preso per un soffio, gli sguardi che si erano incrociati, la pioggia, il caffè, la serata insieme. Lui è sposato (la moglie sopporta i suoi tradimenti, Katharina non sa ancora che lui è un amante seriale), ha un figlio. Lei studia composizione tipografica, lui scrive romanzi. Lui era cresciuto negli anni del nazismo (ricorda quando suo padre, negli ultimi giorni della guerra, aveva gettato la sua divisa della Hitler Jugend al di là del muro del giardino), lei conosceva soltanto il socialismo della DDR.


   La storia d’amore di Katharina e Hans ci viene raccontata in un continuo di punto e contrappunto, il punto di vista di lei e quello di lui, come ognuno dei due vive l’esaltazione dell’innamoramento, quando anche solo pochi minuti lontano dalla persona amata sembrano un’eternità, quando si ama tutto dell’altro, quando si dicono parole e si fanno piccole cose, come attaccare una rosa alla porta dell’amata, che mostrano l’esaltazione del sentimento, quando si è ciechi (avevamo detto, no?,che l’amore è cieco) e non si vogliono vedere i segnali di pericolo. Così Katharina non vuole vedere come l’uomo che ama si riveli a poco a poco in un sadico, egoista, possessivo, geloso, manipolatore. Il tempo passa, quando lui scopre che Katharina- è così giovane, dopotutto- è andata a letto con un collega di lavoro, il suo modo di punirla ricorda da vicino le punizioni esemplari dei regimi totalitari, esigendo confessioni forzate e reiterate, umiliandola, costringendola ad autopunirsi.

    Il romanzo inizia quando l’amore è finito da un pezzo e Katharina riceve la notizia della morte di Hans e uno scatolone pieno di carte- scontrini, biglietti e anche pagine che saranno una totale sorpresa per lei e per noi, che le riveleranno un’altra faccia di Hans.


    Insieme all’amore anche la DDR è finita da un pezzo, il muro di Berlino è stato smantellato, i tedeschi dell’Est si sono gettati famelici sui beni di consumo che avevano desiderato (anche Katharina era tornata da una visita alla nonna a Colonia, quando questa era ancora nella Repubblica Federale, con la valigia strapiena di cose introvabili all’Est), era sopraggiunta anche la delusione del rincaro dei prezzi, della difficoltà di trovare lavoro in questa nuova Germania unita. E poi era stato possibile accedere agli archivi della Stasi.


    La leggerezza della prima parte del romanzo, quella che è un canto d’amore, finisce per stancarci, perché diventa ripetitiva e noiosa, perfino banale. Lui mostra di essere un uomo orribile e solo motivazioni psicologiche neppure tanto difficili da comprendere possono giustificare l’innamoramento di Katharina. Così come è facile capire l’inebriamento della conquista da parte di un uomo più anziano. La seconda parte, quella in cui la fine dell’amore coincide con la fine della DDR, è molto più interessante e avrebbe meritato uno spazio maggiore nella narrativa.

   “Kairos” ha vinto l’International Booker Prize 2024.



 

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