martedì 17 dicembre 2024

Irina Turcanu, “Manca il sole ma si sta bene lo stesso” ed. 2024

                                                           Voci da mondi diversi. Romania

     romanzo di formazione

Irina Turcanu, “Manca il sole ma si sta bene lo stesso”

Ed. Marsilio, pagg.240, Euro 16,15

 

     Tre personaggi, tre voci diverse, tre punti vista diversi. Sono i Romanencu, il padre, la madre e la figlia. Nella prima parte del romanzo i tre punti vista si alternano, poi resta solo quello di Ina e nel nome, un diminutivo di Irina, riconosciamo la scrittrice stessa.

    La storia della famiglia inizia dopo la caduta di Ceaučescu, quando, nell’ebbrezza della fine della dittatura, tutto sembra possibile- arricchirsi, avere gli agognati beni di consumo che si invidiavano ai paesi occidentali. I Romanencu si improvvisano imprenditori. Falliscono. Lui è professore universitario, la moglie è ignorante ma è bella e lui ne è innamoratissimo. Devono adattarsi a vivere insieme alla madre di lei, poi decidono di emigrare in Italia. È soprattutto lei che ambisce a cambiare paese. L’Italia è quella che appare negli spettacoli televisivi, tutto sembra facile laggiù.

    La realtà è ben diversa. La vita per lui è di certo peggiore che in patria. Anche se ci mette la buona volontà, i lavori manuali (gli unici che può trovare) non fanno per lui e viene regolarmente licenziato. Le donne hanno maggiori possibilità di lavoro, come domestiche, come badanti. Infatti lei viene assunta da una famiglia ricca e, in seguito, quando il padrone di casa si separa dalla moglie, le chiede di andare con lui a vivere nella casa di sua madre, in un paese sugli Appennini. Il seguito ci pare ovvio.


    Ina è stata lasciata in Romania, dalla nonna. Come vive una bambina la lontananza dai genitori? È il padre che le manca, più della madre. È brava a scuola, fin troppo brava se una volta viene punita dall’insegnante per aver scritto una poesia così bella che la professoressa pensa l’abbia copiata. Attraverso le reazioni di Ina, quando riceve i pacchi regalo di sua madre, quando si rifiuta di rispondere al telefono quando lei la chiama, noi capiamo la sua sofferenza, il suo sentirsi abbandonata, non voluta. Capisce tutto, anche quello che sarebbe meglio non capisse- il tradimento della madre, l’alcolismo del padre, la loro ‘caduta’.

    Poi cambia tutto. La madre invita Ina in Italia per una vacanza. È un inganno. Ina si fermerà e abiterà con lei, la madre l’ha già iscritta al liceo a Piacenza.


    “Manca il sole ma si sta bene lo stesso” (il titolo è preso da un verso di una poesia di George Cos,buc) è un romanzo di formazione bello e diverso, direi che è più ricco di altri che abbiamo letto. Gli anni di ‘formazione’ della protagonista sono visti accanto all’evoluzione dei due personaggi adulti, a come il padre e la madre reagiscono e crescono o cadono come conseguenza dei cambiamenti politici e dell’espatrio. E Ina vive prima l’abbandono e, nonostante la giovane età, scopre che l’affetto non si può comprare, che i jeans che la madre le spedisce non sostituiscono la sua assenza, e poi il trapianto forzato in un paese di cui non sa la lingua e in cui non conosce nessuno, lasciando dietro di sé il suo primo amore e la nonna che l’aveva colmata d’affetto. Di Ina ammiriamo la resilienza e l’ambizione. Ha la fortuna di incontrare professori che l’aiutano e la incoraggiano, ma la forza interiore e la caparbia volontà di riuscire là dove padre e madre hanno fallito è tutta sua.

     Un romanzo da leggere perché è una lezione di vita.

     Irina Turcanu è nata in Romania, vive in Italia dal 2001 e, dopo aver frequentato il liceo a Piacenza, ha conseguito la laurea in Filosofia a Milano con una tesi sul filosofo rumeno Emil Cioran. Attualmente collabora come giornalista a diversi giornali e riviste nazionali e locali.





     

 

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