sabato 22 aprile 2023

Simona Baldelli, “Vicolo dell’Immaginario” ed. 2019

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Simona Baldelli, “Vicolo dell’Immaginario”   

Ed. Sellerio, pagg. 245, Euro 16,00

 

    Lei si chiama Clelia, ha più o meno vent’anni.

    Lei si chiama Amalia e di anni ne ha quasi quaranta.

    Clelia abita in un paese della bassa pianura padana e lavora in una fabbrica di giostre.

    Amalia vive a Lisbona, al mattino si prende cura di una vecchia signora, di giorno fa la sarta e alla sera lavora in un’osteria, nel Vicolo dell’Immaginario.

    Clelia ha una madre incattivita dalla vita e una sorella che ha avuto la poliomelite e zoppica.

     Amalia è sola, ma la accompagna sempre una piccola ombra nera, che non è la stessa di quella che si allunga dietro di lei.

     Clelia si innamora, lui vuole sposarla, con un atto di stupida generosità lei rinuncia a lui.

     Amalia si innamora quando più non se lo aspetta. Lui è molto più giovane di lei, porta un garofano rosso all’occhiello.


    Clelia e Amalia sono la stessa persona ad anni di distanza, dopo che Clelia è andata via da casa con un nodo di dolore. Ha scelto Lisbona come destinazione perché sognavano di andarci insieme, lei e l’uomo che amava, e ha scelto un nuovo nome per sé, quello di Amalia Rodriguez, per ricordare una sera in cui ha ballato con lui.

   Le storie di Clelia e di Amalia sono come due vite parallele, storie di mancanza di affetto, di amore, di gelosia, di rinunce, di tragedia. E così come Simona Baldelli ci fa vivere prima in una realtà piccolo borghese e in un paesaggio che ci è noto, riesce dopo a trasportarci in un altro paese che impariamo a conoscere insieme ad Amalia- il tram che si arrampica per le strette strade di Lisbona, gli azulejos azzurri che decorano le case, il Tajo ampio come un mare. È in questa nuova realtà che se ne sovrappone un’altra sulla scia del realismo magico, in una dimensione fantastica che contiene un messaggio. Se Clelia/Amalia resta attaccata al ricordo del suo grande amore, la vecchia signora Francisca Josefa non riesce a staccarsi da quello di un amore che dura da secoli- tutto il Portogallo, e non solo Francisca Josefa, continua ad aspettare il re Sebastiano il cui corpo non fu mai trovato dopo la sconfitta in Marocco nel 1578; tutto il Portogallo, come Maria Josefa, crede nella leggenda che il Re ventiduenne tornerà come un messia in una mattina di nebbia.


    C’è una scena che è il trionfo del realismo magico e che può piacere o non piacere ma che è grandiosa. È una scena che ha una funzione catartica con le memorie che resuscita e la lezione sulla necessità del perdono- sale la prima nebbia e le anime dei morti escono dal Tago (più di 60000 persone erano stati i morti per il tremendo terremoto del 1755 e poi c’erano tutti gli altri, ognuno un caso a sé), vengono ad unirsi ai vivi che li aspettano e hanno preparato cibo per loro (nel Vicolo dell’Immaginario, per l’appunto), si chiamano l’un l’altro, si riconoscono, si riappacificano. E anche la piccola ombra nera di Amalia finirà per scomparire e lei prenderà una decisione.

   Simona Baldelli ha una scrittura piana, allo stesso tempo poetica e realistica, e piacciono le sue storie di gente comune che si trovano a lottare nelle difficoltà quotidiane.




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