martedì 5 ottobre 2021

Abi Daré, “La ladra di parole” ed. 2021

                                            Voci da mondi diversi. Africa

     romanzo di formazione

Abi Daré, “La ladra di parole”

Ed. Nord, trad. Elisa Banfi, pagg. 368, Euro 18,00

    Forse è bene indugiare un momento sul prologo del romanzo di Abi Daré, per comprendere appieno la vicenda della “Ragazza con la voce squillante”, come dice il titolo in originale. Il prologo è tratto da “Il libro dei fatti: Nigeria tra passato e presente” (edizione 2014), un libro che Adunni, la giovane protagonista, scopre e consulta nella libreria della casa dove presta servizio. Estratti del libro saranno citati all’inizio dei capitoli, dati di fatto con cifre sconvolgenti che mettono a nudo la realtà del paese. Nel prologo veniamo a sapere che la Nigeria è la settima nazione più popolosa del mondo, che un africano su sette è nigeriano, che la Nigeria è anche la nazione più ricca dell’Africa ma che più di 100 milioni di nigeriani vivono con meno di un dollaro al giorno. Sconvolgente, l’ho detto, come gran parte della storia che leggeremo, pur con elementi che abbiamo già trovato, purtroppo, in altre storie ambientate in altre parti del mondo.

    In un villaggio nigeriano la quattordicenne Adunni viene venduta (impossibile dire ‘viene data in sposa’) ad un uomo anziano che ha già due mogli, nessuna delle quali, però, gli ha dato un figlio maschio. Suo padre ha bisogno di soldi, è in arretrato sull’affitto, il prezzo pagato per Adunni risolverà i suoi problemi. Possiamo immaginare come questa bambina viva l’esperienza di un matrimonio con uomo che, prima di accostarsi a lei senza alcun riguardo, beve un liquore che dovrebbe aumentare la sua virilità. E per fortuna la più giovane delle due mogli la prende sotto la sua ala, le dà consigli su come evitare una gravidanza, diventa come una seconda madre per Adunni che ha perso la mamma troppo presto.


Ma…Adunni si trova a dover fuggire, finirà a Lagos dove- lei non lo sa- viene venduta una seconda volta. Diventerà la schiavetta tuttofare in casa di una donna ricchissima che la picchia per qualunque sbaglio o parola detta nel momento sbagliato. Non solo. Come possiamo aspettarci, il padrone di casa, un donnaiolo ubriacone, la insidia, come ha fatto con tutte le altre ragazze che hanno preceduto Adunni. Ancora per fortuna, Adunni trova non uno, ma due angeli custodi che la aiutano. E infine si avvera quel ‘domani sarà meglio’ che Adunni spesso si ripete e che suona come il ‘domani è un altro giorno’ di Rossella O’Hara. Questa ragazzina resiliente e coraggiosa realizzerà il suo sogno, di parlare a voce alta per essere intesa da tutti, a nome di tutte le bambine e le donne inesistenti, senza valore, vittimizzate.


      È vero, la vicenda di Adunni non pare nuova, da Dickens in poi abbiamo letto e riletto storie di bambini maltrattati e schiavizzati, di bambine vendute nel commercio del sesso, anche se camuffato come matrimonio, o che si devono difendere da approcci sgradevoli. Ma il contesto della storia di Adunni è diverso, i fatti crudi, estrapolati dal libro che lei consulta e che l’aiuta ad acquistare una maggiore consapevolezza, aprono il sipario sull’arretratezza di un paese con un Pil di quasi 600 miliardi di dollari, la lingua usata- in originale un inglese farcito da errori grammaticali e la traduttrice è stata bravissima nel renderlo in italiano- diventa parte integrante del processo di formazione e di miglioramento di Adunni, la simpatia che suscita il personaggio con la sua arguzia, l’incoraggiamento alle donne perché prendano in mano la loro vita- tutto questo rende il romanzo di Abi Daré una lettura coinvolgente e molto piacevole, un mix di realismo e feuilleton africano.



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