lunedì 28 settembre 2020

Monica Kristensen, “L’expédition”

                                                                    vento del Nord

       cento sfumature di giallo

        in altre lingue


Monica Kristensen, “L’expédition”

Ed. Gaia, pagg. “72, Euro 8,49 formato kindle

    87° parallelo Nord. Da questa posizione arriva una richiesta di soccorso all'ufficio del governatore dell'arcipelago Svallbard. Una spedizione di esploratori norvegesi diretti al Polo e composta da quattro uomini, una slitta e otto cani è  stata attaccata da un orso polare. É la situazione prevista perché si muova un elicottero con un poliziotto e un responsabile per l'ambiente- non si fa partire un elicottero come se fosse un taxi per una qualunque situazione di emergenza. Quando il poliziotto di Longyearbyen atterra sulla banchisa, è molto perplesso.  C'è qualcosa che non quadra in quello che vede e in quello che i quattro esploratori raccontano. Prima di tutto non c'è alcuna traccia dell'orso. Ci sono però quattro cani morti e tre agonizzanti, solo un cane sembra essere in condizioni migliori. Anche il musher, l'addestratore dei cani che fa parte del gruppo, sta molto male. La spiegazione fornita dagli esploratori è che la slitta con i cani è  caduta in un canale coperto da uno strato di ghiaccio sottile. Knut non è assolutamente convinto- sono cani resistenti a condizioni atmosferiche ben peggiori e poi hanno vomitato. E pure i sintomi del musher non sembrano essere quelli di una polmonite. Nonostante tutto gli altri tre uomini si rifiutano categoricamente di interrompere la spedizione. Soltanto il musher e il cane sopravvissuto vengono caricati sull'elicottero, mentre Knut, guardato con palese ostilità dai restanti tre, si fermerà sulla banchisa con loro in attesa di ricevere ordini dal governatore.


    È un peccato che "L'expédition" di Monica Kristensen non sia stato tradotto in italiano ("non ancora", speriamo). Perché è un ottimo romanzo oltre ad essere un ottimo e insolito polar. La Kristensen, lei stessa esploratrice polare, glaciologa, direttrice della stazione di ricerche nelle isole Svallbard, si muove in un ambiente che conosce molto bene sotto ogni punto di vista, sia quello geografico sia quello umano delle persone che si candidano per spedizioni di cui non sempre sono all'altezza.
    La tensione narrativa ne "L'expedition" è fortissima. La corsa contro il tempo, elemento comune della maggior parte dei romanzi polizieschi, qui si svolge in un contesto particolare: la gara per arrivare al Polo Nord ha come avversari sia qualcuno di molto ambizioso che è disposto a tutto per raggiungere il suo scopo, sia la Natura stessa- un amico/nemico che, se sottovalutato, è ancora più pericoloso. E il movente delle azioni criminali è uno dei classici moventi delle antiche tragedie in cui i personaggi erano spinti da odio, gelosia, desiderio di vendetta, ambizione sfrenata. È  l'ambizione in questo caso,  un ideale di superuomo che sbaraglia le difficoltà e i pericoli e vince su tutto, anche su se stesso.


    La spedizione era formata da due avvocati rampanti, amici da sempre, e da altri due uomini che paiono non avere nulla in comune con loro- un professore di musica e il musher. Come sono finiti il professore e l'addestratore di cani a fare parte della spedizione che sembra essere un poco raffazzonata, improvvisata, non curata nei dettagli, non coperta da un'assicurazione adeguata?
     I filoni narrativi che seguiamo sono tre: uno tratta di quello che succede a Longyarbyen dove il musher è ricoverato in ospedale e sottoposto a esami clinici, dove si cerca di appurare anche cosa abbia fatto star male il cane; un altro filone è  il racconto, fatto in prima persona dalla moglie dell'avvocato (che è di fatto il capo della spedizione), dei retroscena, ad iniziare dai giorni lontani in cui il marito Karsten, molto giovane, già mostrava l'arrivismo che era il lato più in vista del suo carattere, per arrivare all'idea di questa sfida posta a se stessi, di raggiungere il Polo Nord sulle orme dei grandi esploratori del passato e poi alle difficoltà incontrate nel trovare degli sponsor che finanziassero l'impresa a costi proibitivi, fino ai segreti più inconfessabili di quello che avevano escogitato.
Il filone principale è naturalmente quello che succede ora dopo ora lassù sulla banchisa dove Knut non riesce a capacitarsi dell'ostinazione con cui Karsten, il suo amico (che peraltro sta malissimo) e il professore sì intestardiscono nel voler proseguire verso il Polo.



    “L’expédition” è una insolita versione di ghiaccio del modello del giallo della "stanza chiusa". Perché sembra quasi verificarsi il caso di "...e poi non rimase nessuno", perché non sappiamo a chi prestare fede (abbiamo gli stessi dubbi di Knut), perché in definitiva temiamo che sia la Natura stessa- il grande gelo e il suo messaggero, l'orso polare,- a commettere il crimine finale avendo la meglio su chi non l'ha rispettata.
    Un libro ideale da leggere nei giorni soffocanti d’estate, ci fa provare un senso di gratitudine per il caldo. Un libro di cui è impossibile interrompere la lettura. 




 

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