Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
biografia romanzata
la Storia nel romanzo
Melanie Benjamin, “Blanche e Claude”
Ed. Neri
pozza. Trad. F. Oddera, pagg. 342, Euro18,00
14 giugno 1940. L’esercito tedesco sfila lungo gli Champs Elysée. Inizia
l’occupazione di Parigi, l’occupazione della Francia che si spacca in due- la
Francia del Nord governata dai nazisti e la Repubblica di Vichy, uno stato
fantoccio che collabora con i tedeschi. Per la maggiore parte dei francesi, la
Francia libera guidata dal generale De Gaulle è un pericolo irritante.
La bandiera rossa con l’odioso ragno nero
della svastica sventola sull’Hotel Ritz di Place Vendôme
mentre Claude Auzello, direttore del glorioso albergo, e sua moglie Blanche
accolgono impassibili i nuovi ospiti che entrano con aria arrogante, alti stivali
lucidi, fasce con la svastica al braccio.
Questa è la loro storia in quei quattro anni in cui Parigi si svuotò, la
gente scompariva, o perché si trasferiva altrove o perché veniva prelevata
nelle tanto temute retate.
La storia di Claude e Blanche Auzello
e dell’Hotel Ritz, il “loro” albergo.
E’ una storia che inizia prima, negli anni ‘20, quando Claude ottiene la
direzione dell’albergo, quando si innamora di Blanche, l’americana bionda e
vivace che scende al Ritz insieme all’amica aspirante attrice.
Anche Blanche ha ambizioni
artistiche, un principe egiziano le ha promesso una carriera di successo. Ma in
un tourbillon da romanzo rosa, Claude Auzello la sottrae alle braccia del
principe e la sposa.
Nel romanzo di Melanie Benjamin si alternano i capitoli in cui Claude e
Blanche sono al centro della scena, in cui noi viviamo un giorno, un evento, un
incontro, uno scontro, dal punto di vista di lui o di lei.
Fatti privati e fatti pubblici, la
vita di coppia di due persone molto diverse che devono imparare a capirsi e a
tollerarsi. Le amicizie di Blanche con attori e scrittori, l’incontro di Blanche
con Lily, la piccola comunista che ha preso parte alla Guerra Civile Spagnola e
che Claude vede come un continuo pericolo per sua moglie, il passaporto falso
di Blanche e il suo segreto, la sua tendenza a bere troppo, a parlare troppo, a
rivelare troppo. Claude, con il suo perfetto aplomb, sempre corretto e padrone
di sé, capace di mettersi una maschera di cordialità e gentilezza davanti agli
ospiti nazisti perché c’è veramente tanto in gioco- la salvezza di Blanche e
quella del Ritz.
Blanche Auzello |
Ci sono due cose che Blanche
rimprovera a Claude: gli imprescindibili appuntamenti settimanali con un’amante
(senza importanza, secondo lui) e l’amore per l’albergo per cui si sente
responsabile, tanto quanto per sua moglie.
La storia dei coniugi Auzello è una storia vera che si può leggere in
internet, ma non voglio anticiparvi nulla, né del ruolo che avranno entrambi in
quei quattro anni di occupazione né dell’epilogo drammatico che ci sconvolge,
perché abbiamo imparato ad amarli e a rispettarli.
C’è un terzo personaggio che diventa però il protagonista principale del
romanzo di Melanie Benjamin ed è l’Hotel Ritz, fiore all’occhiello della
Francia, vanto di Parigi. Non una casa, come avviene spesso nei romanzi inglesi,
ma un albergo che finisce per essere un simbolo. Di raffinatezza, di bellezza,
di joie de vivre, di piaceri di alta cucina, di cultura. Tutto il bel mondo è
stato ospite del Ritz. Principi e duchesse, attori e scrittori. Coco Chanel
abitava in una suite del Ritz. E nel romanzo di Melanie Benjamin conosciamo la
componente meno amabile della famosa stilista, l’amante di un nazista infida e
odiosa, pronta a diventare una delatrice, la donna che non si è fatta scrupolo
di estromettere i soci ebrei dalla fabbrica di profumi (quanti flaconi del
mitico Chanel 5 regalerà per sfuggire alle ritorsioni fatte sulle donne
collaborazioniste?).
Non solo Coco Chanel ma anche l’attrice Arletty, Francis S.Fitzgerald e
la sua Zelda, Hemingway, Picasso e Robert Capa passano per l’Hotel Ritz,
contribuiscono alla sua gloria, entrano ed escono dalle sue porte e dalle
pagine del romanzo. Ma ci sono anche uomini e donne della Resistenza che si
nascondono nelle stanze del Ritz - chi mai sospetterebbe?- e aggiungono un
tocco di brivido alla narrazione.
Una storia d’amore, un esempio di dedizione ad un lavoro bene eseguito,
di fedeltà al proprio paese aldilà delle linee guida ufficiali, di coerenza con
i principi etici della propria coscienza.
Bei
personaggi, una scrittura vivida, una bella lettura.
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