vento del Nord
cento sfumature di gialloHåkan Nesser, “Gli occhi dell’assassino”
Ed. Guanda, trad, C. Giorgetti Cima,
pagg. 528, Euro 19,50
“Gli occhi
dell'assassino” è un mystery in una doppia ‘stanza chiusa’, perché tutti i personaggi
coinvolti lavorano o studiano nella scuola- un ambiente ristretto, dunque,- e
vivono nella cittadina di K., un secondo ambiente chiuso. È come una scatola dentro una scatola. E la
novità del romanzo di Nesser è la molteplicità delle voci- due professori, la
consulente scolastica, una studentessa, la madre di questa.
Il professor Leon Berger ha lasciato Stoccolma dopo che la moglie e la figlia sono morte affogate durante una vacanza in Tanzania. Lui è arrivato a K. su suggerimento di una vecchia amica incontrata per caso che gli aveva segnalato un posto vacante nella sua scuola- il professore di svedese Kallmann era morto precipitando dalle scale in quella che veniva chiamata ‘la casa del tedesco’. Sarà proprio Kallmann il centro della trama del romanzo, lui e la sua morte misteriosa. Che cosa ci faceva di notte nella ‘casa del tedesco’? E che cosa ci faceva lì lo studente che aveva chiamato la polizia e i soccorsi?
Tutto di Kallmann era misterioso,
non solo il suo passato. Aveva una personalità sfuggente, non guardava mai
nessuno negli occhi perché diceva che era capace di vedere l'anima della
persona che aveva di fronte. Era vero, come scriveva nel suo diario, che aveva
ucciso sua madre a undici anni e che per questo il padre lo aveva mandato in Svizzera?
era un tipo solitario, solo il professor Igor (altra voce narrante) aveva
passato qualche serata con lui. E tuttavia era un professore carismatico, non
per nulla gli studenti avevano proposto che venisse eretta una statua in suo
onore. Nei suoi diari Kallmann parlava di due studenti in particolare, del
ragazzo geniale che poi avrebbe trovato il suo corpo senza vita e di una
ragazza, Andrea, una delle voci narranti.
Gli avvenimenti della scuola, la quotidianità della vita di famiglia della consulente scolastica e della studentessa, l'elaborazione del lutto da parte del professor Berger che trova i diari di Kallmann facendo ordine nei cassetti della scrivania che era stata di questi, la fine di un matrimonio, l'inizio di nuovi amori, flashback sulla vita della madre di Andrea- tutto questo ci viene raccontato in un'alternanza di voci insieme ad una cronaca di sconvolgenti episodi di violenza nella scuola da parte di un gruppo di naziskin. Finché un ragazzo viene trovato morto impiccato e intanto si moltiplicano le voci sulla ‘casa del tedesco’ intorno a cui aleggia un’atmosfera sinistra.
C'è aria di soffoco in questa cittadina del
Nord, aria di cose non dette, di verità sepolte, di identità cambiate. Qual era
il vero nome di Kallmann? Chi si nasconde dietro l’iniziale V. che appare ripetutamente
nei suoi diari? Perché Kallmann lo pedinava?
Gran parte dei fatti
si svolge tra il 1995 e il 1996, anche se bisogna scavare più lontano per
capirli. E la soluzione dei misteri sarà svelata solo nel 2015 in un finale che,
però, non ci soddisfa pienamente.
La pluralità delle voci narranti con
l'aggiunta di quella del personaggio chiave, che si esprime nelle pagine del
suo intrigante diario pieno di stuzzicanti ed enigmatiche allusioni, vivacizza
la trama che tenderebbe altrimenti a languire. Confessiamo di sentire la
mancanza dell'umorismo di Gunnar Barbarotti, l’ispettore svedese di origine
italiana protagonista dei precedenti romanzi di Håkan Nesser.
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