martedì 31 dicembre 2019

Tommy Wieringa, “Santa Rita” ed. 2019


                                               vento del Nord


Tommy Wieringa, “Santa Rita”
Ed. Iperborea, trad. Claudia Cozzi, pagg. 301, Euro 18,50

   A Paul la medaglietta di Santa Rita l’aveva regalata l’amico Hedwiges che l’aveva acquistata su una bancarella durante una delle vacanze che facevano insieme in qualche paese lontano. Anche Hedwiges ne aveva una e Paul ne aveva acquistato una per regalarla a Rita, la sua prostituta preferita del Club Pacha- santa Rita, la patrona delle cause impossibili, delle donne sterili e di quelle malmaritate. E meno male che c’era questa Rita nella vita di Paul.
    Il nuovo romanzo di Tommy Wieringa si svolge in un paesino della pianura olandese, uno di quei paesini fuori dal mondo, dove tutto, la moda e le novità e le idee e le notizie, arriva in ritardo. Erano arrivati gli stranieri, loro sì. Prima di tutti, nel 1975, quando Paul aveva otto anni, era arrivato, piombando dal cielo con il suo aereo, il russo Anton che era diventato un eroe simbolo della libertà per quella sua fuga avventurosa dall’Unione Sovietica. Era sopravvissuto allo schianto, Anton. Purtroppo, perché la madre di Paul se n’era andata con lui. Un trauma da cui Paul e suo padre, il mite maestro Alois, non si sarebbero mai interamente ripresi. Dopo la meteora di Anton erano arrivati i cinesi che avevano aperto un bar e un ristorante. E infine sempre più gente dall’Est, bulgari, rumeni, polacchi. E con loro furti e rapine. Per loro un paese in una zona di confine era comoda, erano agli ordini di uomini che stavano ad est, in palazzi di marmo e con grosse auto.

     Paul vive con il padre, lo accudisce con ammirevole devozione filiale. Ha messo su un commercio di reliquie di guerra- una straordinaria raccolta di divise, armi, medaglie e altro ancora che vende per corrispondenza. Ha un solo amico, Hedwiges, un altro tipo solitario quanto lui, diventato ancora più introverso dopo la morte della madre. Quando Hedwiges, chiacchierando al bar, per vantarsi lascia intendere di avere un sacco di soldi, la violenza irrompe nella tranquilla vita quotidiana dei due scapoli di mezza età.
     La scrittura di Tommy Wieringa ha una pacatezza poetica che si addice perfettamente al racconto- al paesaggio che riesce a far apparire di una stupefacente bellezza pur nella sua monotonia, alla vita cadenzata e sempre uguale di un uomo molto solo che ha per amico un altro uomo che è ancora più solo di lui, che  viene scombussolato quando apprende che i cinesi se ne vanno, che anche Rita se ne andrà. E intanto suo padre è in ospedale, e l’amico Hewiges? Maledetti Ivan- si chiamano ancora così, i russi, anche dopo che la guerra è finita da quasi settant’anni.

    Non aspettatevi che succeda molto, in “Santa Rita”. L’evento più stupefacente, di per sé, per il significato politico che ha e per l’impatto sulla vita affettiva di Paul e di suo padre, è quello dell’aereo russo che precipita (e la mini-storia della sua costruzione e della preparazione della fuga è un racconto tutto a sé). I russi, già eterni nemici, saranno per sempre l’emblema del male. Quello che affascina, nel romanzo di Wieringa, è il lento strisciare del nuovo in questa terra piatta circondata dal nulla. Un ‘nuovo’ fatto di nuove presenze esotiche che finiscono per vivacizzare l’ambiente e di nuovi prodotti tecnologici a cui fa da controcanto la collezione di ‘militaria’ di Paul. Affascina la nebbiolina di malinconia, la solitudine che è incapacità di distacco (è da questo che è fuggita la madre di Paul? per non restare irretita per sempre?), e, al contempo, rafforza i legami- di Paul con suo padre, di Paul con l’amico più ‘sfigato’ ancora di lui. Quanto al timore di Paul di un legame saldo con una donna- non possiamo forse capirlo perfettamente?
    Un altro bellissimo libro dal Nord. Da leggere.

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