sabato 11 novembre 2017

Simone Somekh, “Grandangolo” ed. 2017

                                                                 Diaspora
                                                                 romanzo di formazione
    FRESCO DI LETTURA

Simone Somekh, “Grandangolo”
Ed. Giuntina, pagg. 174, Euro 15,00

     Da Brighton, vicino a Boston, a Manama nel Bahrain e poi a Tel Aviv, passando da New York e la Florida: questo il viaggio di Ezra Kramer per entrare nell’età adulta, per conoscere se stesso. Con al collo una Nikon, l’occhio sull’obiettivo, la mente che rincorre immagini folgoranti. Di certo un viaggio diverso dal grand tour tradizionale, ma è anche diverso il protagonista, un ragazzo ebreo cresciuto in una famiglia ultraortodossa, tra innumerevoli restrizioni. Quello che più gli pesa, a Ezra Kramer, non è l’obbedienza alle leggi bibliche. Che queste siano immutabili è qualcosa che può accettare. Gli pesa, invece, l’osservanza rigida delle usanze che si sono trasformate in leggi. Perché non si può prendere in considerazione che le usanze possano cambiare con il cambiare dei tempi e delle circostanze?
    Ezra è un ribelle, anche se non fa niente di male, se si considerano le sue trasgressioni da un altro punto di vista. Si è fatto espellere da scuola perché ha fotografato una ragazza. E non pensiamo a foto audaci, no, è che il mondo femminile è un mondo a parte in una comunità ortodossa. Quando la zia riesce a farlo iscrivere in una scuola ebraica ortodossa moderna, la domanda più frequente dei nuovi compagni sarà, ‘è vero che le donne della tua comunità sono segregate?’, mentre l’amico Carmi gli chiederà curioso se le ragazze della nuova scuola hanno veramente le ginocchia scoperte, che per lui significa un invito al sesso prematrimoniale.
Ezra si sente soffocare nell’ambiente della comunità ultraortodossa, gli sembra che la rigida osservanza sia un ostacolo ad una piena umanità, una barriera che gli impedisce di realizzarsi intellettualmente e sentimentalmente. La disobbedienza diventa d’obbligo se deve scegliere tra andare a studiare in una yeshiva in Israele, come desidera suo padre, o frequentare l’università a New York, dove è ammesso senza sforzo. Finirà poi per abbandonare gli studi e seguire la sua inclinazione più forte- fare il fotografo.
    Ci sono una serie di tappe, nel ‘viaggio’ di Ezra Kramer- la vita a casa, l’università, la fotografia con nuovi incontri e nuove sfide. Ezra si confronta con un mondo diverso e libero. Non è facile, per un ebreo ‘basso e brutto’ come lui, imporre una nuova maniera di fotografare modelle e vestiti per una rivista di moda. E’ sempre un estraneo che guarda con il terzo occhio della macchina fotografica, e lo è ancora di più quando un gruppo inviato dalla rivista per cui lavora ottiene- unici giornalisti- il visto per un servizio di moda in Bahrain, con una modella araba che indosserà dei capi che sono una ‘rivisitazione’ dell’hijab che copre le donne musulmane.
Ezra si sente strano a Manama. Si sente inquieto. Per la prima volta si trova in un luogo dove il suo essere ebreo è un pericolo. Forse è proprio quello che lo spinge a tornare indietro, a ripensare, a indagare su se stesso per capire chi sia, come se rivolgesse l’obiettivo verso se stesso. Ed è così che prende un aereo per Tel Aviv- adesso la decisione è la sua, non imposta dal padre.

   Il giovanissimo Simone Somekh (è nato nel 1994) ha scritto un originale romanzo di formazione- il titolo e il lavoro-passione del giovane Ezra sono una chiave d’interpretazione del romanzo: è necessario un obiettivo grandangolare per inquadrare il mondo, non è possibile limitarsi alla visione ristretta e limitante come è quella di una comunità chiusa al nuovo e al diverso. Poco importa se la religione di questa comunità sia quella degli ultraortodossi di Brighton o quella dei sunniti in Bahrain. La ribellione della Primavera Araba dei giovani di Manama è la stessa di Ezra. 
Oppure l’obiettivo grandangolare può avere un significato del tutto opposto, come dice Ezra alla madre, la prima volta che si parlano dopo un lungo periodo di silenzio: ‘Vi siete preoccupati così tanto di far combaciare tutti i pezzi che avete perso di vista i più importanti. Volevate una comunità e vi siete lasciati scappare la famiglia. Volevate Dio e vi siete dimenticati degli uomini. A volte penso che abbiate guardato alla realtà attraverso un grandangolo: pur di allargare gli orizzonti, avete permesso che la vista degli oggetti in primo piano venisse deformata.”


per contattarmi: picconem@yahoo.com

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