venerdì 24 novembre 2017

Magda Szabó, “Per Elisa” ed. 2010

                                                   Voci da mondi diversi. Europa dell'Est
            autobiografia
            il libro ritrovato


Magda Szabó, “Per Elisa”
Ed. Anfora, trad. Vera Gheno, pagg. 368, Euro 14,00


     Era stata la sorella a chiederle di scrivere le parole per la bella musica di Beethoven. Ed è così che Magda Szabó, la grande scrittrice ungherese scomparsa nel 2007, ha intitolato “Per Elisa” la sua autobiografia, che contiene la storia della sua vita ed insieme quella della sorella Cecilia, in un tacito omaggio a quest’ultima. Magda Szabó non è riuscita a completare la sua opera, che doveva essere un trittico, e il libro pubblicato ora dalla casa editrice Anfora è soltanto il primo, che copre gli anni dalla sua prima infanzia alla fine del liceo.
      Leggere un’autobiografia è un’esperienza strana: è come guardare dentro una casa attraverso una finestra che è aperta ma, secondo come sono tirate le tende all’interno, ci permette di vedere solo una parte, o quello che l’occupante della casa desidera che noi vediamo. Così in un’autobiografia abbiamo la possibilità straordinaria di conoscere i retroscena della vita di uno scrittore, le persone o gli eventi che hanno avuto un’importanza determinante nella sua formazione- tuttavia solo da una prospettiva, solo attraverso il filtro della memoria di chi ce ne parla, senza possibilità di confronto.

Comprendiamo tante cose, leggendo “Per Elisa”. Perché Magda, il cui nome non abbreviato è Magdolna, fu una bambina e poi un’adolescente fuori dal comune ed ebbe la fortuna di crescere in un ambiente fuori dal comune. Intelligente, curiosa, dotata di ottima memoria, caparbia, volitiva: tutte caratteristiche che possono venire potenziate al massimo portando a risultati eccellenti oppure, se non comprese da degli educatori dalla mentalità ristretta, possono essere soffocate impedendo la crescita intellettuale. Il padre di Magda parlava con lei in latino fin da quando era piccola, sua madre era musicista. Entrambi la sollecitavano a pensare con la sua testa, a non accettare passivamente nulla, a rifiutare qualunque dogma. Entrambi stimolavano la sua fantasia. Entrambi la incoraggiavano a dire la sua opinione. Era naturale che, frequentando la scuola, Magdolna incontrasse delle difficoltà- non nell’apprendimento, tutto il contrario, perché spesso ne sapeva più dei suoi insegnanti, ma nei rapporti con i professori e con le altre studentesse. Con i professori perché non c’erano tabù per Magda- valga ad esempio il tema da svolgere sul quadro raffigurato in copertina al libro, Pilato con Gesù. Magda aveva scelto di esprimere il punto di vista del cane in primo piano- uno scandalo, dopo di che fu identificata come ‘quella del cane’. Con le compagne perché in mezzo a loro Magda si annoiava. Non aveva i loro stessi interessi.

     C’era una sola coetanea che Magda amava tantissimo, nonostante l’avesse violentemente respinta all’inizio: la sorella Cecilia, adottata dai suoi genitori a quattro anni, dopo il trattato di pace del Trianon che aveva mutilato l’Ungheria di gran parte dei territori. Cecilia era ‘un’orfana del Trianon’, non ricordava nulla della tragedia che aveva alle spalle, della morte dei genitori. Dapprima Magda aveva odiato quell’intrusa con cui doveva condividere l’affetto dei genitori e il suo spazio vitale. Poi con la stessa passione dell’odio l’aveva amata, perché era impossibile non amare Cecilia che, ad iniziare dai capelli biondi e gli occhi fiordaliso, era l’opposto di Magda in tutto. Il suo doppio necessario.
    Ci sono alcune parti che leggiamo con grande interesse, in “Per Elisa”. Ci divertiamo a leggere degli scontri verbali con gli insegnanti, ci piace individuare personaggi o episodi che la scrittrice utilizzerà in altri suoi romanzi, a volte pensiamo che, se avessimo letto prima “Per Elisa”, avremmo compreso meglio i libri che già abbiamo letto. E tuttavia a volte il racconto degli anni scolastici ci pare fin troppo dettagliato e non siamo certi se la scrittrice sappia che la ragazzina un po’ presuntuosa e così sicura di sé non è del tutto simpatica.
     Un libro necessario sugli scaffali di chi ama Magda Szabó, anche se non un capolavoro- capolavori sono i romanzi in cui Magda ha riinterpretato la sua vita. Indispensabile per chi vuole leggere ‘dietro’ i suoi romanzi. Con un’ottima traduzione di Vera Gheno, un’esplicativa introduzione di Danilo Gheno, professore di ungherese all’università di Padova, ed esaurienti note di Mónika Szilágyi.

la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net






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