martedì 27 maggio 2014

Esmahan Aykol, "Hotel Bosforo" ed. 2010

            Voci da mondi diversi. Medio Oriente
             il libro ritrovato
             cento sfumature di giallo

 Esmahan Aykol, “Hotel Bosforo”
Ed. Sellerio, trad. Emanuela Cervini, pagg. 263, Euro 13,00

Titolo originale: Hotel Bosporus

   I turchi mi considerano una tedesca anomala anche perché mi chiamo Kati. Può sembrare incredibile, ma ho incontrato persone convinte che in Germania esistessero solo due nomi: Hans per gli uomini e Helga per le donne. Vorrei proprio sapere chi ha messo in giro questa assurdità.

    “Hotel Bosforo”: un titolo che ci trasporta volando ad una porta tra due mondi, Istanbul. Una protagonista tedesca, Kati Hirschel, che conosce benissimo la città e parla perfettamente il turco perché ha vissuto a Istanbul circa metà della sua vita di quasi quarantenne- lei stessa il prodotto di oriente ed occidente, quindi. E Kati Hirschel sostituisce la figura del commissario che indaga su un delitto in questo romanzo che è il primo di una serie scritta da Esmahan Aykol, che è nata ad Edirne in Turchia ma vive tra Berlino e Istanbul. D’altra parte, Kati pensa di avere qualche diritto per entrare nelle indagini, perché la sua passione per i libri gialli l’ha condotta ad aprire una libreria specializzata nel settore: è una libraia lettrice che indaga, insomma.     

     Una mattina Kati ha appena avuto il tempo di aprire il negozio, nervosissima per la ricerca difficile di un parcheggio, quando riceve una telefonata. Una donna che parla in tedesco. Kati non riconosce la sua voce. E’ Petra, sua compagna di studi- all’università Petra studiava recitazione. Dopo la laurea si erano perse di vista. O meglio: Kati aveva seguito dalla platea i successi cinematografici di Petra, diventata una stella del cinema, pur se non di quello internazionale. Ora Petra si trova in Turchia proprio per girare un film di coproduzione turco-tedesca, vuole incontrarla, ha avuto da sua madre il suo numero di telefono.
     Com’è strana la vita, niente è mai come appare. Dopo una lunga chiacchierata insieme, a Kati è ben chiaro che Petra può anche aver raggiunto il successo, ma la sua vita non è stata affatto felice come lei avrebbe immaginato. E poco dopo avviene il delitto al bellissimo hotel affacciato sul Bosforo, dove alloggia la troupe del cinema. Il regista tedesco è stato assassinato, e in una maniera piuttosto singolare: lo hanno trovato immerso nella vasca da bagno dove l’assassino ha fatto cadere il phon asciugacapelli. Gli altri membri della troupe lo hanno visto ritirarsi in camera alla fine della serata- era molto ubriaco. Strano che abbia voluto farsi un bagno, piuttosto che cacciarsi sul letto. In ogni modo l’assassino deve essersi portato dietro sia il phon sia una prolunga, perché il delitto non è stato commesso con l’asciugacapelli dell’albergo, fissato alla parete a fianco del lavabo. Quindi aveva programmato il delitto che, nella sua modalità, farebbe pensare sia opera di una donna. E girano voci che il regista fosse l’amante di Petra, anche se l’amica di Kati smentisce categoricamente.
     Lo stile narrativo di Esmahan Aykol è molto vivace, la trama procede veloce tra incontri di Kati con un poliziotto voglioso (ma a lei non va l’idea di fare sesso con un poliziotto), con un’amica carissima, con un affascinante e losco produttore turco, con commercianti vari che hanno i negozi nelle vicinanze della libreria di Kati. Kati ha qualcosa, nello spirito delle sue battute, nella sua allegria e voglia di vivere, nella sua propensione alle avventure amorose, che ci ricorda un altro personaggio della scena del giallo, la Petra Delicado che è la protagonista dei romanzi seriali di Alicia Giménez- Bartlett: il lungo soggiorno a Istanbul l’ha resa più mediterranea che tedesca. O forse, come la stessa Kati spesso suggerisce, ci sono molti stereotipi sui tedeschi in genere. Quando Kati arriva alla conclusione sull’identità dell’assassino, il lettore si rallegra con lei che giustizia sia stata fatta e, una volta di più, riflette che niente è mai come appare e che ci sono colpevoli e colpevoli.

     Un romanzo che confronta con disinvoltura le abitudini di due diverse culture e che mescola il giallo con il nero e il rosa in un’ambientazione nuova ed esotica.

la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it

Esmahan Aykol

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