martedì 22 aprile 2025

Lisa Ridzén, “Quando le gru volano a sud” ed. 2025

                                                                       vento del Nord



Lisa Ridzén, “Quando le gru volano a sud”

Ed. Neri Pozza, trad. Laura Cangemi, pagg.336, Euro 19,00

 

     È uno spettacolo grandioso, quando le gru volano alte nel cielo, con le ali spiegate, nei loro flussi migratori- verso Nord all’inizio dell’estate per tornare a Sud quando le foglie ingialliscono. Annunciano l’autunno, la morte o il sonno della natura.

    Da giugno ad ottobre, sono i mesi in cui seguiamo la vita e i pensieri di Bo, ottantanove anni, nel Nord della Svezia. È un racconto in prima persona, spezzato da brevi interventi, come appunti, pro-memoria lasciati per altri e scritti dalle varie persone dell’assistenza sociale che si occupano di lui o dal figlio.

   Bo, la moglie Fredrika, il figlio Hans, la nipote Ellinor, Ingrid, la sua preferita tra le assistenti (c’è anche ‘l’arpia’ che Bo non gradisce affatto), l’amico Ture e il cane da caccia Sixten sono i personaggi del romanzo.


Soprattutto il cane, perché ha un ruolo importantissimo nella vita di Bo, è la sua unica compagnia, su di lui Bo ha riversato l’amore che aveva per la moglie. Fredrika è ricoverata in una casa di cura e neppure lo riconosce più- andarla a trovare è una sofferenza. Bo ha conservato un suo scialle, lo ha chiuso in un barattolo perché mantenga il profumo di lei e ogni tanto svita il coperchio (anzi, se lo fa svitare perché le sue dita artrosiche non ci riescono più) e annusa e gli pare che lei sia ancora lì, vicino a lui. Ci sarà una scena finale in cui Ingrid gli mette vicino al collo e al viso lo scialle di Fredrika ed è una scena di una dolcezza infinita.

   Quanto è difficile la vita quando si diventa anziani. Non si è più indipendenti, si deve obbedire, non si può neppure decidere da soli quando si vuol fare una doccia. C’è il problema del cane, ad esempio. Il figlio Hans pensa che Sixten debba essere affidato ad una famiglia che gli faccia fare quello che Bo non riesce più a fargli fare, lunghe passeggiate, corse nel bosco. Bo insiste che per lui non è un problema, ma un giorno succede quello di cui Hans aveva paura- Bo cade mentre segue Sixten tra gli alberi e non riesce a rialzarsi. Tutto finisce bene, ma perfino la nipote Ellinor- quanto la ama, Bo- è d’accordo con il padre.


    Ricordi, ricordi, una valanga di ricordi. L’infanzia di Bo con un padre (sempre nominato come ‘il vecchio’) severo e anaffettivo, il lavoro nella segheria, l’amore per Fredrika (come era stato possibile che lei, così bella, ricambiasse il suo amore?), il figlio che, a differenza di lui, aveva studiato (come ha fatto Hans a diventare vecchio anche lui?), la gioia di avere una nipote, l’amico Ture, l’unico amico che gli sia rimasto. Giravano voci su Ture, sul fatto che non fosse sposato. Perfino Fredrika gli era ostile. A Bo non importava quello che dicevano, adesso che sono vecchi la telefonata quotidiana con lui è un punto fermo della sua giornata. E, quando Bo incontra lo sconosciuto ‘amico’ di Ture, soffre di non averne mai saputo niente, di non aver goduto della piena fiducia dell’amico. Non si dovrebbe mai lasciare niente di non detto, perché poi può essere troppo tardi. Si cresce sempre, si impara sempre, anche quando si è vecchi. Bo soffoca il rancore che aveva per il figlio che aveva finito per portare via il cane, Bo che aveva rifiutato di rispondere alle telefonate di Hans così come aveva rifiutato il cibo per manifestare il dolore per quella privazione, ormai prossimo alla morte bisbiglia al figlio che gli vuol bene, che è orgoglioso di lui. Se ne va con l’autunno, Bo, insieme alle gru che volano verso Sud.


    Un libro bellissimo, toccante, dolcissimo, profondo perché è un’ultima meditazione su tutto quello che importa nella vita- il rapporto con i genitori, con i figli, con la moglie, con gli amici ( e tra gli amici mettiamo anche il cane). È un ripensamento su quello che si è fatto e su quello che si poteva fare meglio, è un’accettazione della vecchiaia pur con tutte le sue frustrazioni. È un concentrato di vita nel tempo prima di abbandonarla.

Assolutamente da leggere.



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