domenica 11 agosto 2024

Samir Machado de Machado, “Il crimine del buon nazista” ed. 2024

                                                           Voci da mondi diversi. Brasile

cento sfumature di giallo

Samir Machado de Machado, “Il crimine del buon nazista”

Ed. Sellerio, trad. V. Barca, pagg. 186, Euro 14,00

 

Un breve riassunto di quello che avvenne in Germania nel 1933.

30 gennaio: il presidente von Hindenburg nomina cancelliere Adolf Hitler.

27 febbraio: un incendio distrusse il Reichstag, il parlamento tedesco di Berlino. dopo di questo Hitler abolisce l’articolo 7 della Costituzione che garantisce la libertà dei cittadini.

22 marzo: viene aperto il primo campo di concentramento a Dachau.

23 marzo: viene approvata la Legge per gli Interventi Straordinari che di fatto permette a Hitler di promulgare nuove leggi senza l’approvazione del Parlamento. Inizia la dittatura.

1 aprile: inizia il boicottaggio delle imprese commerciali possedute da cittadini ebrei.

7 maggio: viene creata la Gestapo, la Polizia Segreta di Stato.

10 maggio: oltre 25000 libri, scritti da ebrei o da oppositori politici o da intellettuali liberali, considerati contrari allo spirito tedesco vennero dati alle fiamme.

14 luglio. È approvata la legge per la sterilizzazione di chi è affetto da handicap fisici o mentali.


   Eccoci dunque all’ottobre del 1933 in cui si svolge il breve romanzo dello scrittore brasiliano Samir Machado de Machado, un ‘giallo a porta chiusa’ sul modello di Agatha Christie. Qui non c’è una ‘porta chiusa’ che restringe il numero dei possibili indiziati di un crimine, ma la limitazione è uguale: siamo a bordo del dirigibile LZ 127 Graf Zeppelin proveniente dalla Germania e diretto a Rio de Janeiro, un gigantesco aeromobile i cui interni potrebbero essere paragonati a quelli del Titanic. Durante la prima cena dopo che il dirigibile ha fatto scalo a Recife, veniamo a conoscere i passeggeri che, seduti allo stesso tavolo, saranno coinvolti negli avvenimenti.

    C’è un funzionario della Kriminalpolizei di Berlino, Bruno Bruckner, che sfoggia una piccola svastica sul risvolto della giacca ed è in viaggio di vacanza, un medico nazista sostenitore dell’eugenetica, un inglese provocatorio e un poco effeminato, una baronessa inanellata che beve un gin tonic dopo l’altro, un uomo che si offende per le insinuazioni che possa essere ebreo e che si ritira presto nella sua stanza. E poi il commissario di bordo che fa le veci di cameriere stile maggiordomo inglese, dalla onorata carriera e con un nome ‘vero’ (Kubis) come quello del comandante Eckener.


     Il mattino seguente c’è un passeggero che viene trovato morto nella stanza da bagno degli uomini, con la porta chiusa dall’interno. Odore di mandorle amare, cianuro. Suicidio? Omicidio? Nella sua cabina ci sono due passaporti con due nomi diversi, uno è un nome ebraico. Ci sono anche una macchina fotografica, delle fotografie di nudi maschili, una copia di due riviste erotiche diffuse negli ambienti underground degli omosessuali di Berlino che raccontano dei ‘cabaret della vita’ (ne ha parlato il passeggero inglese). Il comandante affida le indagini a Bruno Bruckner, tutti sono sospettati- il medico perché nella valigetta aveva una boccetta di acido cloridrico che, combinato con il blu di Prussia usato per la stampa delle fotografie, poteva spiegare l’arsenico mortale, l’inglese perché conosceva il morto e poteva metterlo in imbarazzo, la baronessa perché una delle fotografie ritraeva il suo bel nipote ed era compromettente.

     Poi tutto si svolge velocemente, il tempo prima di atterrare è breve. E l’esito è sorprendente, del tutto inaspettato.

Un ‘giallo’ singolare, acuto e ironico, che è anche una storia dell’ascesa del nazismo e della conseguente fanatica persecuzione degli omosessuali.




      

  

 

 

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