venerdì 9 agosto 2024

Donatella Di Pietrantonio, “L’età fragile” ed. 2024

                                                                     Casa Nostra. Qui Italia

               premio Strega 2024

Donatella Di Pietrantonio, “L’età fragile”

Ed. Einaudi, pagg. 192, Euro 18,00

 

     È l’anno terribile in cui il mondo si è fermato per la pandemia. Amanda ha preso uno degli ultimi treni in partenza da Milano per tornare a casa, nel paesino degli Abruzzi vicino a Pescara. Non è più la ragazza che è partita baldanzosa, il futuro che le illuminava gli occhi. Si chiude nella sua stanza, non mangia, non parla. Lucia (la madre, voce narrante del romanzo) non sa come comportarsi- dove ha sbagliato? Non ha capito quanto lo scippo subito l’avesse segnata? Sarebbe dovuta partire subito per Milano, per esserle vicino? Sì, certamente sì, senza accontentarsi della telefonata.

    Per una delle coincidenze della vita, quello che è accaduto ad Amanda si allaccia a un episodio gravissimo che ha spaccato in due la giovinezza della stessa Lucia, perché si torna a parlare del Dente del Lupo, un terreno che appartiene a suo padre e che ora lui vuole diventi suo con una donazione. In realtà vuole togliersi dall’imbarazzo di dover decidere se accettare un’offerta di acquisto del terreno, la qual cosa coinvolgerebbe anche gli interessi dell’amico Osvaldo.


    Il Dente del Lupo. Osvaldo. Il campeggio, un’idea della moglie di Osvaldo, che doveva attirare i turisti e che adesso era abbandonato e in rovina. Le tre ragazze scomparse, trent’anni prima. Una era la figlia di Osvaldo, le altre due erano venute in vacanza, erano sorelle, il giorno della scomparsa avevano già lo zaino pronto per ripartire. Adesso la figlia di Osvaldo vive in Canada e torna raramente a casa, le due sorelle non partiranno mai più per nessuna destinazione. Erano state trovate morte. Lucia aveva partecipato alle battute di ricerca, con l’ansia e la paura che le attanagliavano il cuore. Poteva esserci anche lei, tra le vittime. La sua amica, la figlia di Osvaldo, le aveva chiesto di unirsi a loro in quella breve gita, lei aveva preferito raggiungere le amiche al mare ed ora si sentiva in colpa per non averla invitata- si vergognava del suo annaspare nell’acqua.

    Donatella Di Pietrantonio ha preso spunto da un evento di cronaca nera di cui si possono leggere i dettagli su internet- il delitto del Morrone avvenuto il 20 agosto 1997 in un bosco nei pressi di passo san Leonardo sul monte Morrone. Fu un delitto particolarmente efferato che colpì l’opinione pubblica, che non poteva non avere un effetto traumatico sulle ragazze della zona che rivivevano dentro di sé la sorpresa, la ferocia, la paura, la fuga, quasi fossero esse stesse le fragili vittime nell’età fragile in cui si ha ancora fiducia nel prossimo, in cui neppure si immagina che qualcuno possa farci male.


E allora il Dente del Lupo che attira l’attenzione di Amanda, che la spinge ad unirsi ai pastori e ai contadini che protestano contro la vendita del terreno per delle costruzioni che snatureranno quel luogo silvestre, diventa un doppio simbolo, il simbolo di una doppia lotta con quel nome che convoca un’idea di minaccia. Lotta contro il pericolo sempre in agguato per le donne e lotta in difesa della natura, perché non venga violentata, perché la sua innocente bellezza venga preservata.

    Da un fatto di cronaca, dimenticato da tutti tranne che da chi ne è stato ferito, Donatella Di Pietrantonio trae un romanzo di realtà e sentimenti, di fatti crudi in una natura aspra e di legami famigliari complessi, con un padre severo, una figlia silenziosa, un ex marito i cui abiti sono ancora in casa di Lucia, un’amica che si è allontanata dopo il trauma subito anni prima. E, anche se manca di originalità, il romanzo piace per il linguaggio piano e pulito, per la semplicità che ben si addice al paesaggio scabro in cui è ambientato.   



Nessun commento:

Posta un commento