Voci da mondi diversi. Armenia
love story
Narine Abgarjan, “Simon”Ed.
Brioschi, trad. Claudia Zonghetti, pagg. 352, Euro 20,00
Ad
Ajinants Melan’ja era morto il marito.
Questo
l’inizio del nuovo, atteso romanzo di Narine Abgarjan, dopo il bellissimo “E
dal cielo caddero tre mele”. Bellissimo pure questo.
Simon è morto, aveva 79 anni, una bella età
per morire.
Cinque
donne lo piangono, cinque donne rendono onore al feretro. Una è la moglie. Le
altre quattro sono donne che lui ha amato e che lo hanno amato, donne nella cui
vita Simon è entrato in un momento per loro di tristezza, di disperazione, di
solitudine, di insicurezza, salvandole, aiutandole in una maniera di cui lui
stesso non era neppure pienamente consapevole.
Sil’vija.
Sof’ja. Eliza. Susanna.
Il romanzo è la storia di ognuna di queste donne, una storia a sé, ma fino ad un certo punto. Perché abitano tutte a Berd, un paesino in Armenia dove tutti si conoscono, dove si sente ogni tanto un forte profumo di mare che viene su dalla forra. Ma l’Armenia non si affaccia sul mare.
Sil’vija, Sof’ja, Eliza, Susanna, sono tutte donne malmaritate, con l’eccezione di Sof’ja.
“Ha sposato la persona
sbagliata”, dirà un medico al padre di Sil’vija che si era innamorata a prima
vista di Romik e tuttavia, dopo il matrimonio, non erano riusciti ad avere un
rapporto prima che fosse passato un mese. Lui l’aveva fatta rinchiudere in
manicomio e le aveva portato via la figlia.
Poi
era arrivato Simon.
La prima tragedia nella vita di Eliza era
stata la morte del fratellino quando questo aveva due anni, nel tremendo anno
della fame. La madre si era trovata davanti ad una scelta (ricordiamo l’agonia
di questa scelta ne “La scelta di Sophie” di William Styron) e non si era più
ripresa. Eliza era andata sposa giovanissima ad un uomo che aveva già
un’amante, che avrebbe continuato a frequentare anche dopo, e ad Eliza la
storia con il marito aveva lasciato “una sensazione di inutilità e futilità”. Quando
poi i figli erano partiti per l’estero, Eliza non aveva più avuto motivo di
vivere.
Poi era arrivato Simon.
Sof’ja si era sposata perché voleva mettersi
l’abito da sposa. Viziata perché unica figlia femmina, il suo matrimonio era
felice tranne che per la mancanza di figli. Il marito si era allontanato per
lavoro e lei lo avrebbe raggiunto, avrebbero incominciato una nuova vita in cui
nessun curioso avrebbe fatto domande indelicate.
Poi era arrivato Simon.
La
storia di Susanna si intreccia con quella di Melan’ja, la moglie di Simon.
Perché Simon e Susanna sognavano il matrimonio, poi era successa quella cosa
bruttissima che aveva disonorato Susanna, e Simon si era tirato indietro. Una
vita tristissima, quella di Susanna, prima e dopo il matrimonio ‘d’onore’.
Poi era arrivato Simon.
Di
nuovo. E ‘le aveva scaldato il cuore’. Perché Simon aveva la dote rara di
infondere serenità, di far sparire i fantasmi del passato.
E Simon? È lui che apre il romanzo ed è lui che lo chiude in un capitolo di grande ironia. “A Simon il suo funerale non stava piacendo per niente”, Simon pensa al film “Quattro matrimoni e un funerale” e non sa se debba ridere o piangere. Ma di che cosa stanno parlando quelle donne? Lui, lui le avrebbe salvate?
Che
grande, quest’uomo che, sì, è un donnaiolo e qualunque moglie farebbe quello
che fa Melan’ja che tiene da parte una riserva di piatti sbeccati da
scagliargli contro in una delle scenate che gli fa a intervalli puntuali, però
è un donnaiolo con una riserva d’amore infinita, è delicato, è gentile, è
generoso.
E
che grandi queste donne. Perché il romanzo di Narine Abgarjan è un inno alla
resilienza femminile, alla loro capacità di sopportare e di andare avanti. E
alle donne di Simon, a queste grandi donne, si deve aggiungere un altro personaggio
femminile indimenticabile, Vardanus Occhistorti il cui soprannome dice tanto
sul suo aspetto, e meno male che non la chiamano ‘la Scema’. Vardanus, sorella
di latte di Eliza, passa da una storia all’altra, perché è sempre presente dove
c’è bisogno di lei. Non ha testa ma ha cuore Vardanus. Lei, che è fuori dal
gioco dell’amore, distribuisce amore a piene mani, in maniera simile e diversa
da Simon.
Si avvicina l’8 marzo, la festa delle
donne. Questo è il libro perfetto da leggere e da regalare.
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