Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
Annabel Abbs, “La cucina inglese di Miss Eliza”
Ed.
Einaudi, Trad. F. Aceto, pagg. 376, Euro 21,00
Miss Eliza è esistita davvero. Si chiamava
Eliza Acton, era nata nel 1799 e morì nel 1859- il 13 febbraio, tra pochi
giorni ricorrerà l’anniversario della sua morte 162 anni fa. La voce di
Wikipedia dice che è stata ‘una cuoca e una poetessa britannica’: immagino il
furore di Miss Eliza se potesse leggere questa definizione di lei che aveva
sempre reclamato di essere una poetessa, prima di tutto, e poi una cuoca, anzi forse una poetessa in cucina. Era diventata una
cuoca per caso, spinta dalla necessità quando, dopo che il suo secondo libro di
poesie era stato rifiutato e il padre aveva fatto bancarotta, era stato
giocoforza per lei accettare la proposta del famoso editore Longman di scrivere
un libro di ricette. Di necessità virtù, come si suol dire. Per scoprire che
cucinare le piaceva molto, anche se non si riteneva appropriato per una signora
affaccendarsi ai fornelli, che anche il cibo poteva diventare poesia, che un
piatto che soddisfaceva il palato era un’opera d’arte.
Prendete una cucina spaziosa, aggiungete un bel fuoco vivace e dieci padelle di rame ben rivestite, versateci dentro cinque stampi, sette cucchiai di legno, un buon servizio di lame d’acciaio, e un’aiutante brava e fedele.
Entriamo quindi nel regno di Miss Eliza che ha uno scopo preciso- preparare i pasti per chi alloggerà nella loro casa che la madre ha dovuto rassegnarsi a far diventare una pensione. E la vera Miss Eliza, le sue vere ricette (di cui alcune possono essere consultate alla fine del libro) balzano fuori dal libro di Annabel Abbs che si avvale della prerogativa dello scrittore di aggiungere, di immaginare, di inventare dettagli che la biografia della poetessa non ha mai registrato.
I capitoli hanno tutti un titolo che è l’avvio per una ricetta, Sella di montone con salsina, Una buona soda cake, e si alternano fra due voci, quella di Eliza (una zitella un poco sfiorita, come sua madre continua a ricordarle), e la giovanissima Ann che tocca il cielo con un dito per essere entrata a servizio di Miss Eliza per cui avrà una vera e propria adorazione (sua madre è in manicomio, suo padre beve e ha perso una gamba in guerra).
Quello di Annabel Abbs è un romanzo singolare. Prima di tutto è una gioia per il palato, perché seguiamo passo passo la preparazione dei piatti che sono spesso un miglioramento di tipiche ricette inglesi (Miss Eliza chiede agli amici di inviarle le ricette dei loro piatti preferiti), ma altrettanto spesso Miss Eliza improvvisa e inventa, assaggia e corregge il gusto, aggiunge spezie, chiede consiglio ad Ann che si rivela un aiuto prezioso.
Il libro, però, non è solo un ricettario. È
un quadro della società dell’epoca, con il profondo divario tra ricchi e
poveri- quando Miss Eliza vede il tugurio in cui Ann viveva con padre e madre,
ne è profondamente sconvolta, quando Ann si reca a trovare la madre al
manicomio, il nostro cuore piange per lei, perché oggi noi sappiamo che la madre soffre di Alzheimer e non è pazza e
perché indoviniamo l’orrenda realtà dietro i cancelli del manicomio-, tra
uomini e donne. La letteratura ci ha già insegnato quanto fosse difficile per
una donna discostarsi dal modello comune (pensiamo a Jane Austen, alle sorelle
Bronte, a George Eliot che, più tardi, scriverà con uno pseudonimo maschile). Nel
romanzo di Annabel Abbs all’infelicità femminile nel ritrovarsi forzata al
matrimonio per motivi economici si aggiunge quella, molto concreta, di dover
soggiacere alla lascivia maschile- può protestare la servetta Ann per il
comportamento a dir poco disdicevole del colonnello mentre lei lo serve a
tavola sotto gli occhi di una moglie che sa e fa finta di niente? Può correre
il rischio di essere licenziata e far anche perdere un pensionante alla sua
cara Miss Eliza?
la casa di Miss Acton
Il libro originale, “Modern Cookery for
private Families” di Eliza Acton, pubblicato nel 1845, fu un grande successo.
Per noi “La cucina inglese di Miss Eliza” è
un libro delizioso- non ho altre parole che possano definirlo meglio. Ne
consiglio la lettura sia a chi ama cucinare, sia a chi si tiene lontana dai
fornelli (come me).
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
163 anni fa.
RispondiEliminanon sono brava a fare i calcoli, grazie.
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