sabato 13 giugno 2020

Nino Haratischwili, “L’ottava vita (per Brilka)” ed. 2020


                                                         Voci da mondi diversi. Georgia
               saga
           la Storia nel romanzo


Nino Haratischwili, “L’ottava vita (per Brilka)
Ed. Marsilio, trad. Giovanna Agabio, pagg. 1129, Euro 24,00

      Pagina 1129. Fine. Ho finito di leggere “L’ottava vita” di Nino Haratishwili e mi dispiace. Vorrei che ci fossero altre pagine, altre storie. Vorrei continuare a leggere.
     Come posso iniziare a parlare di questo bellissimo romanzo-fiume che vi trascina impetuoso, vi fa superare confini lungo il suo corso, indugiare nelle anse di storie tranquille, trattenere il respiro quando le acque precipitano nelle rapide di scontri e battaglie, quando si tingono di rosso o si sporcano di fango? Come un fiume questo romanzo riceve affluenti di tante storie minori e come un fiume finisce solo in apparenza, è pronto a mescolarsi ad altre acque, alla vita di Brilka che deve ancora essere raccontata: devo queste righe a te, Brilka…perché tu meriti l’ottava vita. Perché si dice che il numero otto equivalga all’eternità, al fiume che ritorna.
Tbilisi
     “In realtà questa storia ha molti inizi”, scrive Nino Haratishwili (non è un errore, non è un nome maschile: santa Nino fu un’apostola cristiana nella Georgia del 300 d.C.) prima di decidere di iniziare dal presente, dalla telefonata di sua madre che le chiede di andare a prendere la nipote dodicenne Brilka, scappata da Amsterdam dove si trovava con la compagnia di ballo, e fermata dalla polizia a Mödling. Da qui si avvia la storia di sei generazioni della famiglia georgiana Jashi, per raccontarla a Brilka, per affidargliene l’eredità insieme a quella della ricetta segreta della ‘magica’ cioccolata del trisnonno cioccolatiere che l’aveva portata con sé da Vienna. Soltanto una persona in famiglia conosceva il segreto della cioccolata, perché non si poteva gustare con leggerezza. Chi l’aveva assaggiata aveva conosciuto attimi di pienezza e beatitudine prima di essere colpito da una tragica sorte- coincidenza? caso? destino? E se ora pensate a “Chocolat” o a “Come l’acqua per il cioccolato”, siete fuori strada, perché c’è passione e lievità anche ne “L’ottava vita”, ma c’è l’ampiezza di respiro del romanzo epico che sa alleggerire la narrazione sfruttando elementi del feuilleton e del realismo magico- ci sono storie di amori e disamori e tradimenti, c’è l’irresistibile cioccolata, ci sono i morti che ritornano, fantasmi che però non suscitano sensi di colpa come Banquo, ma tengono compagnia.

    La Georgia e il cioccolatiere, dunque, negli anni immediatamente dopo la rivoluzione che vide la fine degli zar e l’ascesa di uno zar rosso, l’uomo della Georgia a cui ci si riferisce chiamandolo ‘il Generalissimo’, che governò con un pugno di acciaio (come il nome che si era dato) aiutato da un altro georgiano, il Piccolo Grande Uomo dagli occhialetti tondi. La storiella che girava su di loro (anni dopo, quando l’Unione Sovietica si era dissolta) diceva che Berija, in risposta a Dante che si era stupito di incontrarlo nell’Inferno immerso solo fino alle ginocchia in un lago di sangue, gli aveva fatto notare che era in piedi sulle spalle di Stalin. E, se la storia degli Jashi copre sei generazioni, è ovvio che sia strettamente intrecciata non solo con quella della Georgia ma pure con quella dell’Unione Sovietica poi ridiventata Russia, di Leningrado poi ridiventata San Pietroburgo (la donna amata dal giovane Kostja Jashi muore nell’assedio di Leningrado mentre lui è tra gli uomini che cercano di evacuare la città sulla Strada della Vita), di Mosca, sempre Mosca, il centro della Storia sovietica. Quante tragedie, quante morti, quanto sangue. Una, due guerre mondiali, gulag e carestie, kolchoz e deportazioni. Ma anche  amori e passioni, una madre che viaggia per un tempo infinito dalla Georgia a Mosca alla ricerca del figlio, una donna bellissima (e sposata) che deve soggiacere alle voglie di un potente, una ragazza torturata perché riveli dove sia il fidanzato che ha tradito la patria, bambini che crescono senza padri (portano tutti il cognome Jashi), bambini rifiutati dalle madri, amori lesbici e amori sul filo del telefono. E la paura, sempre.
tappeti in una strada di Tbilisi
E’ impossibile rendere l’idea di tutte le storie che sembrano formare il disegno di un tappeto fatto da migliaia di nodi (è l’immagine usata da Niza, la voce narrante), che arrivano nel nuovo millennio con i fermenti nazionalistici della Georgia, con altri drammi pubblici e privati raccontati con voce partecipe da Niza che finirà per allontanarsi da patria e famiglia per andare in Germania, ritornando poi con Brilka- sembra la chiusura del cerchio, ma no, la Storia e le storie continueranno in pagine ancora bianche.
       Sono tanti i personaggi del romanzo, difficile scegliere anche solo a chi accennare, perché sono tutti a tinte forti, sono tutti impressi in maniera indelebile nella nostra mente e nel nostro cuore.
il sottomarino K19 la cui tragedia ha ispirato il film "The widowmaker" del 2002
Kostja, il capofamiglia che regola la vita di tutti, il militare che ha corso il rischio di morire intrappolato nel sottomarino nucleare K19, che non sa rassegnarsi alla fine del vecchio mondo e del vecchio ordine. Sua madre, l’indomita Stasia che sognava la danza, la figlia Kitty che diventerà una cantante famosa all’Ovest, la bellissima Christine che dovrà nascondere metà volto con un velo, la debole Elene che delude il padre Kostja, il quale sarà doppiamente deluso dalla nipotina preferita che sceglierà di fare (di nascosto) l’attrice. Niza, infine, meno bella della sorella attrice, più intelligente, assetata di affetto, che non sa riconoscere la stessa sete di affetto in Brilka, la figlia rimasta orfana della sorella.
     Un romanzo grandioso, raro, che lascia un senso di pienezza. E non fatevi spaventare dal numero delle pagine. Vorrete che fossero di più.

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la recensione sarà pubblicata sul sito www.stradanove.it




6 commenti:

  1. .... Vorrete che fossero di più....

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  2. Sono a pagina 472,è bellissimo e lo leggo lentamente perché non voglio che finisca presto. La visione reale di ciò che nel ventesimo secolo è successo in Russia, e in tutto il mondo. A scuola la storia è Barbosa, ma in questo libro la scrittrice rivela tutte le verità nascoste.

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  3. E' successo così anche a me: non avrei voluto finisse mai. Un libro bellissimo.

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  4. Sono alla pagina 883,tre giorni di lettura..... senza parole...quante verità nascoste...

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    1. È normale che si concluda con il libro ottavo lasciato in bianco?

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  5. Anche io l'ho amato. La mia recensione:
    https://librieinsonni.blogspot.com/2021/06/lottava-vita-per-brilka-di-nino.html?m=1

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