sabato 22 luglio 2017

Rose Tremain, “Quando l’ho incontrata” ed. 2002

                     Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda

                                                        romanzo di formazione
                                            
Rose Tremain, “Quando l’ho incontrata”

Ed. il Saggiatore, pagg. 318, Euro 16,50 

Tutte le storie di formazione passano attraverso esperienze d’amore e di morte, uguali eppure diverse secondo l’intensità e la sensibilità di chi le vive. E’ l’estate dei suoi 13 anni, quella che Lewis passa a Parigi con sua madre, ospiti di Valentina, scrittrice di origine russa. Era andato malvolentieri a Parigi, soprattutto per restare con la mamma, Alice dai capelli rossi come il setter irlandese di Valentina, e poi non partirebbe più, perché si innamora della quarantenne scrittrice dalla bellezza così diversa da quella di Alice. In inglese c’è una parola bellissima per indicare questo tipo di amore, nell’età di passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza, “puppy-love”, l’amore del cucciolo, e Lewis è un cucciolo d’uomo tenero, affettuoso, attento, sognatore. E se, all’inizio, Valentina gli appare come un’ altra figura materna, si trasforma ben presto nell’oggetto di sogni erotici che non hanno più niente di infantile. Un’estate a Parigi in cui Lewis scopre non solo l’amore, ma che la mamma forse tradisce il papà, che ci sono degli immigrati di colore, come la domestica Babba, che vivono in condizioni ben diverse dalle sue, che un operaio che ripara il tetto può anche parlare di esistenzialismo.
Fino al giorno in cui Valentina sparisce e il romanzo prende inaspettatamente la piega di un thriller. Il ragazzino che era campione di scacchi e traduceva in inglese quel capolavoro della letteratura per ragazzi che è “Le Grand Meaulnes” si improvvisa detective per ritrovare la scrittrice e sia gli scacchi sia le sue letture giocheranno un ruolo importante nella storia. Con un finale drammatico. Si chiama Little, di cognome, il protagonista. Little come “piccolo”, o come Petit, come lui stesso ama tradurlo in francese.
E, come in ogni romanzo di formazione, Lewis non è più piccolo quando compie 14 anni in settembre. Avrà fatto le due esperienze più importanti della vita. Noi leggiamo tutta la storia ascoltando la voce di Lewis e sappiamo sempre che è il suo punto di vista quello che sentiamo. Non sempre interamente affidabile, dunque; a volte sono sue supposizioni, o sue deduzioni e noi non siamo mai certi che quello che ci racconta sia realmente vero. Un romanzo interiore, un’esplorazione di come è avere 13 anni, un mystery, un romanzo letterario che gioca sulle questioni della originalità della scrittura, del plagio, del ruolo della traduzione: mentre Alice traduce in inglese il romanzo di Valentina, Lewis scopre un romanzo russo che ha troppi punti in comune con quello che Valentina sta scrivendo, e lui stesso inizia a tradurre “Le Grand Meaulnes”, identificandosi con uno dei personaggi. Un libro pienamente riuscito in tutti i livelli della storia, una prosa ricca e piacevolissima, una conferma delle qualità narrative di Rose Tremain.


la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net





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