domenica 16 luglio 2017

Rose Tremain, “Gustav Sonata” ed. 2017

                                    Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
       romanzo di formazione
       FRESCO DI LETTURA


Rose Tremain, “Gustav Sonata”
Ed. 66thand2nd, trad. Fiorenza Conte, pagg. 296, Euro 18


  Matzlingen, una cittadina immaginaria in Svizzera dove, secondo il migliore stereotipo, si produce formaggio Emmenthal, facente parte di una regione chiamata Mittelland, una terra di mezzo che acquista un valore metaforico.
   Metà degli anni ‘40 del ‘900, la fine degli anni ‘30 e gli ultimi anni del 1990: sono queste le scansioni temporali del romanzo “Gustav sonata” di Rose Tremain con due protagonisti, Gustav e Anton, che sono amici da quando frequentavano l’asilo. Il primo giorno d’asilo, Anton, appena arrivato in città con i genitori che si erano trasferiti da Berna, non aveva fatto che piangere  e la maestra lo aveva affidato a Gustav, bambinetto di ben altra tempra. Sua madre gli aveva inculcato la necessità di essere sempre padroni di sé, il vero svizzero è come una noce di cocco, dura all’esterno e dolce dentro. Chi vuole può scegliere se interpretare il paragone con ironia.
    Nella prima parte della ‘sonata’ ci rendiamo conto di quanto sia necessario, per Gustav, avere una scorza di protezione. Sua madre è una donna fragile e sfortunata. E’ rimasta vedova, il marito, padre di Gustav, era vicecapo della polizia di Matzlingen- di lui sapremo di più nella seconda parte del romanzo, per ora sappiamo quello che sa Gustav, che era un eroe (glielo ha detto la mamma), che è stato licenziato dal corpo di polizia, che a causa di questo hanno dovuto traslocare dalla bella casa con i balconi traboccanti di gerani. Gustav ha un solo giocattolo, un trenino di latta, Anton prende addirittura lezioni di pianoforte. La mamma ha detto a Gustav che suo padre è morto a causa degli ebrei, la famiglia di Anton è ebrea. Gustav è affascinato da loro, dalla bella mamma di Anton, dai dolci squisiti che gli offrono per merenda, dai pomeriggi a pattinare sul ghiaccio.

   Il passato a cui si accenna di continuo nella prima parte viene in piena luce nella seconda. E’ uno squarcio sull’ambigua neutralità svizzera durante la guerra, la storia di un uomo che ha agito secondo coscienza, falsificando la data di ingresso dei profughi ebrei perché non venissero rispediti indietro, e che ha pagato di persona per la sua integrità- incomprensione coniugale, destituzione dall’incarico, miseria, perdita dello status sociale. Infine la morte.
    La terza parte della sonata ha un andamento più tranquillo- si srotolano le storie dei due protagonisti che sono sempre amici, la vita li allontanerà per poi farli tornare insieme trasformando la loro amicizia in qualcosa di diverso di cui avevamo già avuto vaghissimo sentore, quasi una premonizione, in una scena durante un gioco infantile a Davos- i due bambini giocavano all’ospedale e, per simulare un intervento su un paziente, Anton aveva baciato sulla bocca Gustav.

     Con delicatezza squisita Rose Tremain ha scritto un romanzo originale di una duplice formazione: originale l’ambientazione, il contrasto fra le due famiglie e quello tra i due personaggi. A poco a poco iniziamo ad apprezzare la ruvida scorza di noce di cocco di Gustav che gli permette di farsi strada e gestire un albergo a Matzlingen, anche se di certo è anche causa di una profonda infelicità insieme al ricordo di una madre anafettiva che spiega, probabilmente, la sua inclinazione ad accompagnarsi a donne molto più anziane, una sorta di vice-madri. Per Anton che non ha una scorza che lo protegga, la sorte ha in serbo l’incapacità di fronteggiare un pubblico e di conquistare la fama di concertista.

      Si legge con un piacere musicale, il romanzo di Rose Tremain. Per l’equilibrio, la pacatezza dei sentimenti, per il gusto di cercare il significato nascosto dietro le note, per l’affilata lievità della critica rivolta al paese del formaggio e della cioccolata, per quella lieve malinconia di vite non vissute appieno che è la stessa malinconia che a volte ci comunica la musica.


per contattarmi: picconem@yahoo.com

Nessun commento:

Posta un commento