domenica 15 novembre 2015

Håkan Nesser, “Il Caso G” ed. 2015

                                                                    vento del Nord
               cento sfumature di giallo
               FRESCO DI LETTURA



Håkan Nesser, “Il Caso G”
Ed. Guanda, trad. Carmen Giorgetti Cima, pagg. 427, Euro 15,73


       Che piacere, ritrovare il commissario Van Veeteren come protagonista del nuovo romanzo di Håkan Nesser! E chiamiamolo anche noi commissario, come fa l’ispettore Munster, che a volte si interrompe a metà sulla parola, sempre ripreso da Van Veeteren, ormai libraio antiquario di professione. Perché amiamo in ugual maniera Gunnar Barbarotti, personaggio principale dell’altra serie di ‘gialli’ di Nesser, ma Van Veeteren è un vecchio amico che siamo felici di incontrare nuovamente.
Questo è un Van Veeteren oltre la sessantina, innamorato come un adolescente (lo dice lui stesso) della nuova compagna Ulrike, che ancora sente come una ferita aperta la morte del figlio Erich. Ma il tempo del romanzo è duplice- questo è il commissario del 2002, mentre il nucleo centrale dell’azione, che sarà un rovello e una sconfitta bruciante per quindici anni, si svolge nel 1987, quando il rapporto tra Van Veeteren e la moglie mostrava segni di deterioramento, Erich era un adolescente problematico che confessava di non aver voglia di vivere e il commissario si era trovato di fronte ad un uomo il cui ricordo lo tormentava da quando era un ragazzino, già allora colpevole di un delitto da cui era uscito impunito ed ora altrettanto colpevole anche se è impossibile trovare le prove.

        “Il caso G” inizia con un altro personaggio, un doppio di Van Veeteren al peggio: Verlangen è un ex poliziotto che ora fa l’investigatore privato, un quasi alcolizzato con una figlia che è la luce dei suoi occhi. Una tal Barbara Hennan si rivolge a lui perché tenga d’occhio suo marito, senza spiegargli il perché. Si dà il caso che Jaan G. Hennan sia un fantasma nel passato di Verlangen, proprio come in quello di Van Veeteren: è stato l’allora poliziotto Verlangen a far condannare Hennan per spaccio di droga dodici anni prima. E comunque, mentre investigatore privato e l’uomo che lui doveva pedinare bevono insieme nel bar di un ristorante (senza che Verlangen neppure immagini di offrire un saldo alibi a quello che sarebbe stato l’unico sospettato), Barbara Hennan muore, tuffandosi nella piscina che proprio quella mattina il marito aveva svuotato dell’acqua. Incidente? Alquanto improbabile anche se la donna aveva bevuto. Se non può essere stato il marito, questi aveva forse assoldato un sicario? Salta fuori che Hennan aveva appena pagato il primo premio per un’ingente assicurazione sulla vita della moglie, una cifra stratosferica. Un motivo ben forte per ammazzarla. Come non bastasse si viene a sapere che Hennan, a mo’ di Barbablu o di Enrico VIII (come ricorda un ispettore), aveva fatto la stessa cosa con una moglie precedente. Sempre senza che niente potesse essere dimostrato a suo carico. Proprio come adesso. Per il mitico Van Veeteren, famoso per aver risolto sempre tutti i casi della sua carriera, è uno scotto.
Van Veeteren sullo schermo
      Quindici anni dopo questi fatti, una donna entra nella libreria di Van Veeteren: è la figlia di Verlangen, suo padre è scomparso dopo aver incaricato il nipotino che gli aveva risposto al telefono di far sapere che aveva trovato la soluzione del caso G. E’ una sfida che Van Veeteren non può non raccogliere. Preparatevi a restare con il fiato sospeso.
      Non è tanto la trama, piuttosto essenziale e senza grandi colpi di scena fino alla fine, a trascinarci nella lettura de “Il caso G”. Anzi, a guardare per il sottile, l’enigma giallo non ci convince neppure del tutto. Eppure “Il caso G.” è un gran bel libro che riconferma le doti di scrittore di Håkan Nesser. E’ l’umanità dei personaggi, la sottigliezza psicologica con cui l’autore scandaglia non solo l’animo del suo commissario- l’inquietudine e l’ambizione della giovinezza, il senso della sua inadeguatezza come marito e padre, i rimorsi per la colpa di una vigliaccheria lontana, la puntigliosità nel perseguire un assassino indegno di restare impunito- ma anche quello del suo doppio, il detective troppo solo e ubriacone a cui la sorte riserba un destino che sarebbe dovuto appartenere a Van Veeteren.
 Bravissimo Nesser! Uno scrittore da lunghe distanze.



       

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