Voci da mondi diversi. Paesi Bassi
cento sfumature di giallo
Anya Niewierra, “Il cammino”
Ed.
Neri Pozza, trad. D. Santoro, pagg. 416, Euro 20,00
Vijilen,Olanda. Una famiglia felice (in
apparenza). Lei, Lotte Bonnet, 44 anni, ha una pasticceria specializzata in
cioccolato, due figli grandi. Lui, Emil Jukić, non parla mai del passato che si
è lasciato alle spalle, non ha mai detto che cosa gli abbia causato quelle
tremende cicatrici sulla schiena, è arrivato come profugo dalla Bosnia in
Olanda insieme ad un amico che ha sposato la cugina di Lotte. Era stato un
incontro casuale, ad un caffè. Per l’amico di Emil e la cugina di Lotte era
stato amore a prima vista, per Lotte era stato diverso- aveva sposato Emil
perché era rimasta incinta.
Sei anni prima Emil era stato operato per un tumore all’intestino e, dopo essersi miracolosamente ripreso, aveva deciso di intraprendere il Cammino di Santiago come per ringraziamento. Lungo il Cammino aveva continuato a mandare fotografie e messaggi sereni e pieni di amore alla moglie- che cosa era successo perché si suicidasse, accanto ad una croce in una regione isolata del Massiccio Centrale? Aveva incontrato qualcuno che conosceva? Si trattava veramente di suicidio?
Quando Lotte e i figli si recano in Bosnia
per disperdere le ceneri di Emil, Lotte scopre che suo marito non è affatto
Emil Jukić, il vero Emil Jukić è morto nel 1995, ucciso in una delle stragi
compiute dalle milizie serbo bosniache. E allora, chi era? Suo marito, l’uomo
così affettuoso, l’ottimo padre, è diventato uno sconosciuto.
Un
anno dopo la morte Lotte decide di partire, ripercorrendo i suoi passi,
seguendo il suo itinerario e prenotando nelle stesse strutture dove lui aveva
pernottato, nelle stese date e facendosi assegnare la stessa stanza. Vuole
capire, vuole cercare di sapere di più.
Il Cammino di Santiago ha qualcosa di diverso, qualcosa di più del solito viaggio che -da sempre- porta a una nuova conoscenza di sé e degli altri. È un percorso faticoso anche fisicamente, un itinerario a stretto contatto con la natura che invita alla riflessione e aiuta a liberarsi dai fardelli della quotidianità che ci si è lasciati indietro, proprio come insegna a liberarsi del bagaglio superfluo. Lotte cambia lungo il Cammino, come è giusto che sia, fa nuove amicizie, si innamora e non si accorge di nulla. È troppo fiduciosa (ma perché dovrebbe avere sospetti?), attribuisce al caso gli incidenti che le capitano…
Definirlo un thriller non è giusto e
sminuisce il valore del romanzo. Perché “Il cammino” non è un semplice thriller
anche se c’è una forte suspense nelle sue pagine, ci sono molti elementi del
mystery soprattutto riguardo all’identità di Emil, ci sono molti colpi di
scena.
La
profondità, l’attrattiva e il fascino del romanzo sono nel suo sfondo storico,
nella ricostruzione della travagliata Storia della Jugoslavia, nell’esame-
attraverso la vicenda di tre amici- dell’insorgere della discriminazione etnica
laddove un tempo neppure si sapeva chi fosse musulmano o cattolico o ortodosso,
chi fosse serbo e chi bosniaco e chi croato, del formarsi delle milizie, di
come si sia potuti arrivare alla crudeltà più efferata.
La
narrazione scorre su binari diversi- uno segue il tempo presente, con il
procedere di Lotte sul Cammino, le sue domande a coloro che forse si ricordano
di Emil, l’incontro con un fotografo un po’ troppo affascinante, le sue
‘disavventure’ (chiamiamole così), il carteggio che riceve dalla Bosnia senza
mai riuscire a leggerlo, un altro è fatto del passato di Lotte, della sua arte
cioccolatiera, dell’armonia del suo matrimonio con un uomo che la adorava, un
altro ancora esce del tutto dagli schemi e finirà con il sorprenderci. È una
lunga lettera che noi leggiamo ad intervalli, che racconta l’amicizia di tre
ragazzi e poi gli anni del conflitto in Bosnia che hanno ucciso l’amicizia
insieme a quella che dovrebbe essere l’essenza dell’umanità, finendo per
risolvere tutti gli interrogativi.massacro di Srebrenica
Se la conchiglia dei pellegrini è un
simbolo di rinascita (oltre ad essere collegata alla leggenda del santo),
percorrere il Cammino di Santiago ha portato ad una rinascita, di Emil,
dell’amico che non ha fatto il Cammino ma è rimasto in Olanda, e sì, anche di
Lotte. E allora il thriller che non è un vero thriller è un romanzo sulla
colpa, sulla legittimità di passare ai figli il fardello della colpa dei padri,
sull’espiazione come unica possibile salvezza, come la vera rinascita.