martedì 3 settembre 2024

Dörte Hansen, “Al mare” ed. 2024

                                                                     vento del Nord


Dörte Hansen, “Al mare”

Ed. Fazi, trad. Teresa Ciuffoletti, pagg. 228, Euro 17,57

  Un’isola nel mare del Nord. Un’isola collegata alla terraferma da un traghetto. Solo un’ora il tempo per raggiungerla SE il mare lo permette. Altrimenti è del tutto isolata. Chi vive lì lo sa. Il mare è la loro vita, il mare dà e il mare toglie. Le donne dell’isola sono abituate a vedere i loro uomini imbarcarsi, ci sono generazioni di balenieri nelle famiglie. Sanno anche che potrebbero non tornare o potrebbero tornarne solo i corpi per essere sepolti nel cimitero. Perché è strano ma è così- gli uomini che vanno per mare non vogliono essere sepolti in mare.

   La famiglia Sander è la protagonista del romanzo- bellissimo- di Dörte Hansen. Il capofamiglia, Jens, non naviga più e non vive più in casa con la moglie Hanne. “Da noi adesso è così”, ha detto Hanne al pastore stupito. Jens è diventato il guardiano degli uccelli, in un torrione isolato. Hanne ha iniziato ad affittare ai turisti le stanze della loro casa, la più bella dell’isola, indossa il costume tipico e mostra i reperti del museo ai villeggianti. Sono tanti quelli che hanno acquistato una seconda casa sull’isola, entusiasti della pace, dell’aura un poco selvaggia, della semplicità della vita. Nei primi tempi venivano molto spesso, poi le loro visite si sono diradate. Rykmer Sander, il primogenito, era al timone di una nave quando si è trovato davanti un muro d’acqua ed è stato preso dal panico. Ha iniziato a bere ed è finito a fare il capitano da burla della nave dei funerali di coloro che desiderano che le loro ceneri vengano sparse in mare. Sua sorella fa l’infermiera in una casa di riposo, una volta ogni tanto raggiunge la sua amante a Berlino e si fa fare un nuovo tatuaggio. Ormai la gente dell’isola non si stupisce più quando vede una donna con il busto coperto di tatuaggi correre nuda verso il mare. E poi c’è il figlio più piccolo, quello che doveva salvare il matrimonio di Jens e Hanne, l’artista per cui Hanne sferruzza un maglione all’anno, quello che è diventato famoso con le sue strane creazioni fatte con ciò che le onde hanno lasciato sulla sabbia.


   La vita dell’isola attraverso la vita di questi personaggi, ognuno di loro chiuso nella sua solitudine, ognuno di loro isolato, proprio come l’isola senza nome che diventa un paesaggio dell’anima, ognuno di loro che cerca una via di fuga senza allontanarsi- Jens e i suoi uccelli, Hanne e il patrimonio culturale dell’isola, Rykmer e l’alcol, Eske e i tatuaggi, Henryk e le sue opere d’arte.

E poi c’è il pastore, un entusiasta della sua missione che, però, ha bisogno di distaccarsi dai parrocchiani e ogni giorno corre lungo la costa, evitando accuratamente i parrocchiani che incontra, sentendosi in colpa.  La solitudine dell’isola ha colpito anche lui- sua moglie è andata a vivere sulla terraferma, come le sue figlie, e ritorna per il fine settimana. Ma che matrimonio è, una coppia del fine settimana?


    C’è un messaggio nascosto dietro i grandi e i piccoli drammi dell’isola, c’è l’incursione degli estranei che incomincia con i villeggianti, prosegue con i turisti mordi-e-fuggi, acquista valore con gli studiosi che vogliono documentare una lingua che scompare. E qui si racchiude tutta la tristezza del mondo, in un’isola che o tiene prigionieri o viene abbandonata, in una gente che sta scomparendo, insieme alla sua lingua, alle sue usanze, al suo folklore.

     Bellissimo, essenziale, poetico.



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