martedì 9 maggio 2023

Sara De Simone, “Nessuna come lei” ed. 2023

                                                          Casa Nostra. Qui Italia

                                                       biografia romanzata


Sara De Simone, “Nessuna come lei”

Ed. Neri Pozza, pagg. 391, Euro 22,00

 

   Virginia. C’è una sola Virginia nel mondo della letteratura. È proprio lei, Virginia Woolf che da ragazza portava il cognome Leslie, ma conosciuta solo con quello del marito Leonard. Gli amici li chiamavano ‘i Lupi’, soprattutto dopo che avevano fondato la loro propria casa editrice, la Hogarth Press.

    Katherine, nata Beauchamp in Nuova Zelanda, aveva preso il cognome Mansfield quando aveva iniziato a pubblicare i primi racconti. Quando si innamorò del critico John Middleton Murry, nel 1911, per poi sposarlo nel 1918, aveva già un matrimonio (non consumato) alle spalle e un figlio mai nato, frutto dell’amore per un musicista ed erano molti anni che ormai viveva in Europa.

    Quando si conobbero, nel 1916, Virginia aveva 34 anni e Katherine sei anni di meno. Virginia era scontrosa, scherzava su questa donna che “la inseguiva” da parecchio tempo, desiderosa di incontrarla. Si incontrarono, poi, nel salotto di Lytton Strachey, intellettuale, raffinato, uno dei primi membri del circolo di Bloomsbury. E, nonostante la diffidenza di Virginia, divennero amiche.


    Erano diversissime l’una dall’altra, tanto era piena di vita ed effervescente Katherine, tanto era schiva e ritrosa Virginia. Eppure entrarono subito in sintonia perché le univa la letteratura- scrivere era la cosa più importante, per entrambe. Guardavano il mondo pensando a come ne avrebbero scritto, si scambiavano impressioni sulle opere di altri scrittori che leggevano, su libri che dovevano recensire, si capivano. ‘Nessuna come lei’- per Katherine nessuna era come Virginia, per Virginia nessuna era come Katherine.


    Eppure non fu un’amicizia facile. Sara De Simone ha fatto un lavoro splendido per consegnarci questo libro che ripercorre le tappe di questa amicizia, documentandola con le lettere che le due scrittrici si sono scambiate, con testimonianze di altri, intessendo una trama e un ordito che ci offrono un’immagine finale che non è solo quella privata dei sette anni (Katherine morì nel 1923) di amicizia ma anche di quello che succedeva intorno a loro e di un ambiente letterario che doveva diventare un mito.

    Seguiamo la nascita dei racconti dell’una e dei romanzi dell’altra, leggiamo dei loro dubbi e momenti di scoramento quando sembra che l’ispirazione taccia o quando l’una o l’altra non erano in grado di scrivere, obbligate al riposo totale per malattia. Perché erano fragili entrambe, per cause diverse. Per Virginia era il sistema nervoso a destare preoccupazione, per Katherine la tisi contro cui lottò con tutte le sue forze, sperimentando ogni possibile cura, peregrinando da un paese all’altro in cerca di sole e di un clima ideale.

   Veniamo a sapere tutto o quasi di loro- della loro infanzia, del rapporto con i genitori e con i fratelli e le sorelle, con i mariti (quanto diverso l’affidabile Leonard dall’egoista John Middleton Murray), con le persone di servizio (insostituibile l’amica di Katherine, Ida dai molti nomi, l’unica su cui potesse contare, sempre e ovunque). Le seguiamo nelle case in cui hanno abitato, negli spostamenti di Katherine verso Sud, mentre Virginia si offendeva perché l’amica non rispondeva alle sue lettere e non capiva quanto male stesse Katherine, nonostante la sua voglia di reagire, di vedere sempre il lato positivo, di ironizzare su tutto, anche sul suo male. E leggiamo anche stralci delle loro recensioni degli scrittori del momento (Joyce, insopportabile; Lawrence, troppo interessato al sesso; Murray, noioso).


    Era invidiosa, Virginia, del successo di Katherine? Voleva essere l’unica grande scrittrice sulla scena? Ad essere sinceri, sembra proprio così, leggendo quello che scrive dell’amica, a volte correggendosi, molto spesso lasciando trapelare di masticare amaro.

    A fine libro- un libro veramente molto bello che si legge come un affascinante romanzo imperniato su due protagoniste femminili- la nostra simpatia (confessiamolo) va tutta a Katherine. Per la sua forza vitale, per il suo disprezzo per le convenzioni, per la sua libertà interiore, per la sua spregiudicatezza. E lungi da noi l’idea di paragonare la bravura di due grandi scrittrici.

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