vento del Nord
cento sfumature di giallo
Sara Blaedel, “La donna scomparsa”
Ed. Fazi, trad. A. Storti, pagg. 255,
Euro 16,00
Scena iniziale nel buio. Anzi. Contrasto fra un interno di luce e il
buio esterno. Tra una scena di tranquilla quotidianità familiare (una donna che
si affaccenda in cucina) e la canna di un fucile puntata sulla finestra. Quasi
un’opposizione visiva di Bene e Male.
Lo sparo colpisce la donna in piena
fronte. Gli schizzi di sangue macchiano la camicia del marito. La figlia
adolescente, sulla soglia di casa, ha una fuggevole visione dell’uomo che ha sparato.
Sapremo più tardi che questa scena si è
svolta in una cittadina inglese, perché subito dopo l’obiettivo si sposta in
Danimarca sulla coppia di ispettori della Omicidi che già conosciamo, Louise
Rick ed Eik Nordstrøm. Ormai convivono, tutto sembra andare per il meglio.
Poi un banale litigio, Eik esce con il cane per andare a comperare le sigarette
e…scompare (come da manuale). Non è da Eik, però, scomparire abbandonando il
cane fuori dal negozio (pazienza non farsi vivo con Louise, ma lasciare il cane
al freddo, no, non è da lui). Quando Louise avrà notizie di lui, Eik è stato
arrestato per inquinamento di prove in Inghilterra. Era andato in Inghilterra
così, un momento per l’altro? A fare che cosa? Qual è il suo legame con la
donna che è stata uccisa e che era danese?
Finalmente, ne “La donna scomparsa”, sappiamo di più di quello che è successo
in passato e di cui c’erano solo dei cenni nei romanzi precedenti, quando un
giovane Eik, in barca nel Mediterraneo, aveva litigato con la sua ragazza, era
sceso a terra, la barca era salpata senza di lui e in seguito i corpi dei due
occasionali compagni di viaggio (proprietari dell’imbarcazione) erano stati
trovati in mare, annegati. Nessuna traccia della ragazza che risultava
‘scomparsa’ da allora, diciotto anni prima.
Il tempo del libro è soprattutto
il presente, ma ci sono dei flashback sul passato di Sophie Parker, sul suo
legame con la madre e su un primo matrimonio. Per Eik, però, quello era un
episodio definitivamente relegato nel passato- che cosa fa sì che ora sia tanto
coinvolto? E come si spiegano i versamenti di denaro su un conto in Svizzera
intestato a Sophie Parker?
Questo è un romanzo ‘giallo’ in cui più che mai si deve fare attenzione
a non dire neppure una parola di troppo, anche se il lettore attento capirà ben
presto quale sia il nodo centrale. Che è una tematica molto attuale e non
originale, a ben vedere.
Quello che è originale è, invece, il
modo in cui viene affrontata, nella cornice di un’indagine poliziesca in cui
Louise si dovrà affrettare a scoprire l’identità di quello che diventa un
serial killer per impedirgli di portare a termine il suo piano di eliminare,
una dopo l’altra, tutte le persone che ha in lista. E originali sono pure le
diverse prospettive da cui si considera un quesito su cui ognuno di noi si è di
certo trovato a riflettere.
La tensione tipica del genere ‘giallo’, la corsa per fermare
l’assassino, il dubbio sulla sua identità (scartiamo subito, insieme a Louise,
la possibilità che sia Eik, come propenderebbe a credere la polizia inglese),
si uniscono ad altre due tracce narrative in questo romanzo- quella che esplora
la difficoltà del rapporto di coppia e quella che contrappone la vita alla
morte. Si tratta sempre di vita e di morte nei romanzi di indagine poliziesca,
ma l’indagine di Sara Blaedel ne “La donna scomparsa” è più sottile- qual è la
linea d’ombra che separa un suicidio da un omicidio? È possibile che il Male e
il Bene non siano così nettamente separati?
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la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it
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