martedì 15 agosto 2017

Jan-Philipp Sendker, “Alla fine della notte” ed. 2017

                                               Voci da mondi diversi. Area germanica
                                                cento sfumature di giallo
      FRESCO DI LETTURA

Jan-Philipp Sendker, “Alla fine della notte”
Ed. Neri Pozza, trad. Alessandra Petrelli, pagg. 317, Euro 18,00


    Incomincia con un prologo raggelante, anche se capiremo molto più avanti di che cosa si stia parlando, il nuovo romanzo dello scrittore tedesco Jan-Philipp Sendker. Paul Leibovitz, il protagonista dei suoi libri, è su un taxi quando nota un giovane dall’aria sospetta, sull’angolo di una via. Poi ne vede altri due. E un’Audi nera con i vetri scuri parcheggiata vicino alla zona di sicurezza davanti all’ingresso dell’ambasciata americana di Pechino. La moglie Christine tiene in grembo il loro bambino di quattro anni, David, nascosto sotto una coperta nera. Paul ordina al tassista di non fermarsi, di proseguire, e no, non vogliono più andare all’ambasciata.
Stacco di scena. Una telefonata. Un ordine impartito. “Portateli qui”. “Tutti?”. “No, solo il bambino”.
Che cosa è successo? Che cosa sta succedendo? Rabbrividiamo.
ambasciata americana a Pechino
    Il vero inizio del libro si colloca due settimane prima nel tempo: Paul è arrivato a Shi, nel Sichuan, con il piccolo David per far visita all’amico Zhang. Tanto è cambiato Paul, che ha trovato una nuova serenità dopo la morte del figlio Justin e la separazione dalla prima moglie, tanto è cambiato pure Zhang, il poliziotto della squadra omicidi di Shenzen che ha messo fine alla sua vecchia vita, ha lasciato la famiglia e si è ritirato in un monastero buddista nella sua città natale- il suo è un rifiuto della nuova Cina, il prodotto di un tragico passato di cui anche Zhang è stato vittima. Mentre Paul è allo zoo con David, una ragazza nota il bambino, così insolito, così bello con quel mix di oriente e occidente- riccioli neri e occhi blu dal taglio a mandorla. Vuole essere fotografata con lui. Impossibile rifiutare. Con lei c’è un giovane che ha l’aria di chi ottiene sempre quello che vuole.
   Sospettiamo già quello che infatti avviene. Christine non perdonerà mai a Paul di aver lasciato il bambino da solo nell’atrio dell’albergo per andare in toilette: il bambino scompare. Peggio. La polizia a cui Paul si rivolge gli consiglia di non cercarlo neppure.
    “Alla fine della notte” è retto da una tensione fortissima mentre seguiamo la fuga di Paul con Christine e David (miracolosamente restituito da chi pagherà quest’azione di coscienza con la propria vita) lungo percorsi secondari, seguendo le indicazioni di Zhang che riesce a trovare per loro chi li nasconda, senza sapere quale sarà la tappa seguente, con il terrore di venire scoperti- sono così facilmente individuabili loro tre, un gwo wai, uno straniero, una cinese, un bambino ‘diverso’ dagli altri.
Da una casupola in campagna ad una città fantasma, con un vecchio già colpito dalla sorte e poi con una donna strana e generosa, trascinandosi dietro il nipotino del vecchio- sarà un peso in più? li aiuterà a essere meno riconoscibili? potevano fare altrimenti dopo quello che era successo? La meta è Pechino, il rifugio dell’ambasciata. Arriveranno fino a lì le lunghe mani dell’uomo potente a cui avevano osato sottrarre il suo giocattolo?
   Perché nella vicenda del bambino rapito c’è l’ennesimo capitolo della storia di una realtà sciagurata, di un paese in cui una Storia spregevole ha prodotto individui spregevoli, l’unico valore è quello dei soldi e i soldi comprano tutto- coscienza, affetti, esseri umani, la vita di chiunque. Non c’è modo di fronteggiare il Male in questa Cina- tutti i ‘buoni’ del romanzo muoiono o abbandonano il paese. Zhang cercherà rifugio in Tibet, neppure Hong Kong è più sicura per Paul Leibovitz. Christine ci era arrivata a nuoto per fuggire dalla Cina di Mao. Ma allora Hong Kong era ancora colonia inglese. Ci si può fidare delle leggi che assicurano “Un Paese, due sistemi?”.

    Inquietante, bello, scritto con la sensibilità che apprezziamo in Jan-Philipp Sendker, con un orecchio attento ai dialoghi dei bambini, con una profonda conoscenza della Cina e della cultura cinese.

la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.net


per contattarmi: picconem@yahoo.com

   

      

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