martedì 21 febbraio 2017

Tove Jansson, “Fair Play” ed. 2017

                                                    Vento del Nord
                                                 FRESCO DI LETTURA

Tove Jansson, “Fair Play”
Ed. Iperborea, trad. Katia Di Marco, pagg. 148, Euro 15,00

    Mari e Jonna. Due amiche non più giovani. Più che amiche, legate da una relazione amorosa che dura da tanto, con un affetto che si respira in ogni parola, in ogni frase non detta e indovinata, che trionfa nel finale che potrebbe essere una sorta di tradimento ed invece è un atto d’amore. Mari è una scrittrice e illustratrice. Jonna dipinge e fa piccole sculture di legno. Ognuna di loro ha il suo atelier in un angolo (l’uno opposto all’altro) di un caseggiato che si affaccia sul porto di Helsinki. Il tempo libero lo passano insieme in un’isola solitaria, in una casetta in cui c’è spazio solo per loro due- se arriva un ospite, deve dormire sotto una tenda. Hanno anche un’imbarcazione a cui hanno dato il nome Viktoria- casualità vuole che entrambi i loro padri si chiamassero Viktor.
    E’ straordinario quante cose veniamo a sapere di Mari e Jonna nel breve romanzo “Fair Play” di Tove Jansson, scrittrice finlandese di lingua svedese nota soprattutto per i suoi libri illustrati per l’infanzia, la serie dei Mumin. E’ un vero e proprio romanzo, poi, “Fair Play”? si resta incerti se definirlo così.
Non ha una trama, è composto da una serie di brevi capitoli che sono come dei flash su qualcosa che è accaduto nella vita presente o passata delle due protagoniste, scambio di opinioni tra loro due, ricordi condivisi, oppure semplicemente registrano il passare del tempo insieme guardando un film. L’una fa correzioni al lavoro dell’altra, a Jonna non piace quello che Mari sta scrivendo adesso, Mari non condivide la passione dell’amica per i film western di serie B nonostante le spiegazioni esaurienti di questa, Mari si preoccupa per una donna che le scrive per sapere da lei quale sia il senso della vita- “l’amore”, suggerisce Jonna. Ma se la donna è interamente sola, come può trovare un senso nell’amore? Ci sono poi le irruzioni di estranei nel piccolo mondo chiuso delle due amiche- lo stravagante ed egocentrico polacco soprannominato ‘il Maestro delle Marionette’, la ragazza sempre affamata che viene a prendere lezioni da Jonna (e Mari ne è gelosa) o gli estranei che turbano la quiete dell’isola e che fanno imbracciare il fucile a Jonna (“ci sono casi in cui una sana spietatezza è l’unica cosa giusta”, si giustifica lei), o la maniaca ammiratrice della madre di Mari che, nella sua collezione su di lei, ha perfino una ciocca della sua treccia. Il ricordo dei viaggi, infine, con Jonna armata di cinepresa (una Konica) e Mari che si lamenta che non riesce a godere quello che vede, preoccupata com’è di aiutare l’amica nelle inquadrature.
Sono talmente sintonizzate, Mari e Jonna, sull’umore l’una dell’altra, che Mari si accorge subito, alla fine, che qualcosa turba Jonna. Teme che voglia lasciarla. Glielo chiede. Non è quello che Mari pensa- sì, Jonna la lascerà ma non per sempre e Mari la incoraggia, è felice per lei. E’ amore quello che concede ad ognuno lo spazio della libertà.


    Un libro breve ed intenso, nello stesso tempo profondo e leggero, che riflette l'esperienza personale della scrittrice e che riesce a parlare di tante cose in una manciata di pagine.


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