Voci da mondi diversi. Area germanica
seconda guerra mondiale
legal thriller
Ferdinand von Schirach, “Il caso Collini”
Ed.
Longanesi, trad. Irene Abigail Piccinini, pagg. 163, Euro 14,00
Berlino. Hotel Adlon, proprio di
fronte alla Porta di Brandeburgo, famoso per aver ospitato celebrità come
Marlene Dietrich, Charlie Chaplin, Josephine Baker, parzialmente adattato come
ospedale da campo durante la seconda guerra mondiale. Nella suite 400 l’anziano
Jean-Baptiste Meyer è stato ucciso con quattro colpi di pistola. L’assassino,
un uomo di stazza gigantesca, scende nell’atrio, denuncia l’accaduto e si siede
sul divano ad attendere l’arresto. Si chiama Fabrizio Collini, italiano
residente da trentacinque anni in Germania. Si chiude nel mutismo assoluto. Sì,
ha ucciso Meyer, proprietario del gruppo industriale Meyer-Werke. Non ha altro
da aggiungere. Il giovane avvocato Caspar Leinen viene nominato difensore
d’ufficio. E’ un incarico importante per lui che ha sempre coltivato
l’ambizione di esercitare come avvocato penalista. Eppure, poco dopo aver
accettato l’incarico, Caspar Leinen vorrebbe rinunciare: ha ricevuto una
telefonata da Johanna, la sorella del suo migliore amico dell’adolescenza morto
in circostanze drammatiche- come può Caspar difendere l’assassino del loro
nonno? Leinen è sbalordito: non sapeva che il nonno dei suoi amici si chiamasse
Jean-Baptiste, tutti lo conoscevano come Hans.
scena dal film |
Hans Meyer era stato per Caspar il nonno
che non aveva mai avuto. La famiglia Meyer era stata la seconda, o forse la
prima famiglia di Caspar, la loro casa era la sua casa: in pratica passava lì
tutto il tempo in cui lui e l’amico Philipp non erano in collegio. Finché
Philipp era morto.
E’ un famoso
avvocato, parte civile nella causa, a spingere il giovane a non tirarsi
indietro. Se si lascia bloccare dal legame di affetto che lo legava al vecchio
di Meyer, nel futuro si potranno presentare chissà quanti altri casi che gli
rammenteranno qualcuno.
E così Caspar
Leinen inizia a leggere gli atti, a scavare nella vita irreprensibile di
Fabrizio Collini. Nulla. Non appare nulla che spieghi l’omicidio di un uomo
che, a quanto pare, Collini non conosceva e non aveva mai incontrato. In più,
Collini continua a tacere. Come si fa a difendere un uomo che non si vuol
difendere?
Caspar Leinen è sotto pressione.
L’opinione pubblica è contro il folle italiano. Johanna gliene vuole per
essersi schierato sul fronte opposto. Il rappresentante dell’industria
Meyer-Werke prova a ricattarlo con una vantaggiosa offerta perché desista.
Eppure è come se Leinen dovesse qualcosa al gigante muto che è reo confesso. La
sua integrità, il suo puntiglio, la sua intelligenza e- perché no?- la sua
ambizione lo spingono ad insistere. Finché affiora una traccia. Per il lettore
è facile collegare l’età della vittima con l’epoca del nazismo e il paese di
provenienza di Collini con il tempo di guerra in cui l’Italia aveva fatto un
voltafaccia all’alleato. Ma vi lascio il piacere, o l’orrore di scoprire i dettagli.
Avevamo già conosciuto Ferdinand von
Schirach, avvocato penalista lui stesso e nipote di Baldur von Schirach (capo
della Hitler-Jugend durante il nazismo) con il suo libro precedente, “Un colpo
di vento”. Ritroviamo in questo romanzo la stessa intelligenza lucida, lo stile
diretto e razionale che può sembrare freddo ma è quanto mai adeguato per
trattare il tema che gli sta a cuore- la giustizia. Anche ne “Il caso Collini”,
come nei varii casi esaminati in “Un colpo di vento”, l’obiettivo di von Schirach
è mostrare come sia difficile giudicare, come paradossalmente un atto estremo e
colpevole possa avere la sua giustificazione, o almeno la nostra comprensione.
Un bellissimo
libro.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.it
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