sabato 13 ottobre 2018

Tash Aw, “Miliardario a cinque stelle” ed. 2018


                                                          Voci da mondi diversi. Asia
                                                               romanzo 'romanzo'



Tash Aw, “Miliardario a cinque stelle”
Ed. Fazi, trad. G. Marano, pagg. 525, Euro 17,00


      Di Shanghai potremmo dire quello che scriveva Yeats nella poesia “Navigando verso Bisanzio”, Questo non è un paese per vecchi. No, di certo Shanghai, capitale del nuovo capitalismo cinese così come Bisanzio era per Yeats capitale del cristianesimo orientale, non è una città per vecchi. Anzi, è una città che distrugge tutto quello che ha sapore di vecchiaia e antichità per sostituirlo con un nuovo scintillante,come il fulgido panorama di Pudong con i suoi grattacieli. “A Shanghai va così. Dicono che abbia le dimensioni di una piccola nazione, ma non è vero, è più grande, è quasi un continente intero, con un cuore profondo e sconosciuto come le foreste dell’ Amazzonia e vasto e selvaggio come i deserti africani. Le persone vanno lì come esploratori, ma presto spariscono; svaniscono senza lasciare traccia, e nessuno li ricorda.” Il romanzo “Miliardario a cinque stelle” dello scrittore malese Tash Aw è ambientato a Shanghai- anzi, Shanghai ne è il personaggio principale insieme agli altri, tutti immigrati che hanno fatto fortuna prima di precipitare ‘senza lasciare traccia’.

     Justin CK Lim, di una famiglia di immobiliaristi, Yinghui (suo padre era ministro, lei è un’imprenditrice), Gary, cantante pop, Phoebe che dirige una spa e Walter Chao, unico personaggio che parla in prima persona e che ha scritto sotto pseudonimo una sorta di autobiografia di miliardario a cinque stelle ricca di suggerimenti per come fare per arricchirsi- sono questi i protagonisti del romanzo di Tash Aw che si alternano sulla scena. Hanno un passato molto diverso- poverissimi Gary, Phoebe e Walter Chao, una grande tragedia alle spalle di Yinghui che una volta disdegnava soldi e cifre, un destino prestabilito per Justin come erede dei successi economici del padre nonostante fosse un figlio adottivo. All’insaputa l’uno dell’altro le loro vite si intersecano, a volte gli stessi avvenimenti vengono presentati da diversi punti di vista, tutti loro hanno in comune una grande solitudine interiore, il peso di vivere in una società in cui tutto è contraffatto e loro stessi lo sono.
Il migliore esempio ne è Phoebe la cui stessa identità è falsa. Era un’immigrata clandestina ma è riuscita a rubare, del tutto casualmente, una carta di identità ed è diventata qualcun altro. Phoebe che studia i manuali di auto-aiuto per costruirsi secondo un’immagine che possa attrarre un uomo facoltoso, che compera il miglior falso di una borsa LV e riesce a ingannare talmente bene un potenziale corteggiatore che questi le ruba la borsa pensando sia originale, che passa ore a chattare online in quel mondo virtuale che è ideale per chi non vuole scoprirsi, che ormai è un mondo parallelo che ha sostituito quello della realtà. Tutti i personaggi, dopo aver raggiunto l’apice di questo successo su basi non solide, sono precipitati in rovina, solo Gary riuscirà a risalire la china rinunciando al sé che gli era stato costruito addosso. E, mentre una Shanghai rutilante di luci non si ferma mai nella sua corsa verso un futuro senz’anima, mentre si acuisce la nostalgia per una vita più semplice ormai quasi dimenticata in Malesia, il romanzo- quasi a nostra insaputa, sorprendendoci anche se avremmo dovuto vederne le tracce- diventa una storia di vendetta consumata molto a freddo, elaborata e costruita nel tempo.

    Tash Aw è un maestro di stile. Il suo passo è misurato, l’abilità con cui intreccia le sue trame- come la tela di un ragno- è grande. Il suo libro è geniale, ci irretisce, non ha niente della faciloneria dei best-sellers. E, nonostante tutto, cadiamo anche noi nella trappola di Shanghai- ci piace camminare con i personaggi da un lato e dall’altro del Huangpu, guardando gli edifici storici del Bund o i nuovi grattacieli di Pudong.

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