domenica 1 luglio 2018

Simon Urban, “Piano D” ed. 2018


                                                 Voci da mondi diversi. Area germanica
                spy-story


Simon Urban, “Piano D”
Ed. Keller, trad. R:Gado, pagg. 544, Euro !6,15

    “Il piano D”. D come Deutschland, naturalmente. Il Piano D- lo verremo a sapere- è un’idea grandiosa, utopistica, profetica, l’idea di un uomo che vola alto e combatte per il bene del suo paese. Che non è né il socialismo attuale che rinchiude il paese in una prigione e non è neppure il capitalismo che uccide ogni ideale. Si chiamerà posteritatismo: è questo il cuore del romanzo di Simon Urban, un libro che è una spy-story, un thriller di genere fanta-politico, dissacrante, cinico, divertente, drammatico, selvaggiamente umoristico, di quell’umorismo per cui si ride amaro, per non piangere.
    2011, ottobre a Berlino. La Germania è ancora divisa in due, il Muro è stato abbattuto e riedificato (più di due milioni di persone avevano approfittato dell’improvvisa liberta per emigrare- leggi ‘fuggire’- ad ovest), c’è stata la Rianimazione e non la Riunificazione, la DDR vive nel solito grigio squallore, grigie le abitazioni di modello sovietico per le masse, grigi e di cattiva qualità gli abiti, grigio il cibo, grigia la carnagione degli Ossi (i tedeschi dell’Est, contrapposti ai Wessi), grigio perfino il cielo in questo ottobre gocciolante di pioggia. Soltanto la tecnologia ha fatto passi da gigante nella produzione di nuovi computer e cellulari modello Minsk, ambitissimi anche a Ovest.

Un uomo anziano viene trovato morto in un bosco. Impiccato al tubo di un gasdotto. Non può essere un suicidio. I suoi piedi appoggiavano sul tetto di un’auto che è sfrecciata via, lasciandolo penzolante con otto nodi al cappio e le stringhe delle scarpe allacciate insieme: sembra un’eliminazione con la firma della Stasi, la famigerata organizzazione ministeriale per la sicurezza e lo spionaggio dei cittadini della DDR. Se fosse così, se venisse provato che c’è la Stasi dietro la morte di Albert Hoffmann, già consigliere del primo ministro, le prossime consultazioni per il programma energetico- di vitale importanza per entrambe le Germanie- sarebbero a rischio. E così un poliziotto dell’Ovest, Brendel, affiancherà Martin Wegener della Volkspolizei, il punto di vista nonché il protagonista del romanzo.

     Martin Wegener, 56 anni, separato- con dolore, con rimpianto, con perdurante amore- dalla moglie che ha fatto carriera nel Ministero, è un personaggio che ci conquista. Martin non è mai solo, è sempre affiancato dall’ombra della moglie e da quella del suo vecchio capo Fruchtl che è scomparso nel nulla un paio di anni prima. Martin parla con le sue ombre, è capace di eccitarsi al solo vibrare del telefono nella tasca quando sa che è una chiamata della moglie, mentre la voce di Fruchtl si sovrappone alla sua, forte e chiara come se fosse veramente accanto a lui. Fruchtl è una sorta di Grillo Parlante che commenta, critica, ironizza, fa battute umoristiche, raddrizza i pensieri di Martin con le sue freddure. Ma si può veramente fidare, Martin, del suo doppio e della sua ex-moglie? Se è per quello, si può fidare dell’affascinante poliziotto che viene dall’Ovest con la Mercedes che blocca il traffico perché gli Ossi si fermano per ammirarla, con le sue scarpe di vero cuoio e gli abiti firmati? Un’esilarante scena su una spiaggia di nudisti in cui i due hanno un appuntamento e sono obbligati a spogliarsi per accedere mostra che la differenza tra un Ossi e un Wessi è lampante anche quando sono nudi come Adamo.

Può mai venire alla luce la verità in uno stato che archivia scartoffie con le vere vite di tutti i cittadini, che forza confessioni veritiere in temute prigioni, che eleva il tradimento a dovere patriottico, che fa della paranoia la malattia nazionale? Chi era dunque questo Albert Hoffmann che aveva pure una seconda identità come giardiniere del quartiere esclusivo abitato dai ministri? Perché doveva essere tolto di mezzo? Soprattutto, da chi? Dalla Stasi o da altri che volevano far credere fosse stata la Stasi?
    I colpi di scena si succedono in questo ottimo romanzo che non risparmia neppure le critiche alla Germania dell’Ovest e al capitalismo che rappresenta. Intelligente e intrigante, un libro da leggere, che si differenzia dalla narrativa dei commerciali best sellers.

Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook


   
   

Nessun commento:

Posta un commento