il libro ritrovato
La vita comincia a cinquant’anni
Elizabeth von Arnim, “Mr. Skeffington”
Ed. Bollati Boringhieri, pagg.286, Euro 17,00
Lo incontriamo soltanto alla fine del libro, Mr.
Skeffington, anche se viene nominato fin dalla prima pagina, quando Fanny
incomincia ad essere perseguitata dalla sua immagine. Non pensava più a lui da
quando aveva chiesto il divorzio, ventotto anni prima. Mr. Skeffington era
ricchissimo ed era ebreo, e questo viene sussurrato con un certo tono di
disprezzo – siamo alla fine degli anni ’30 e Hitler trionfa in Germania. Fanny
sta per compiere cinquant’anni. La splendida Fanny, la bellissima Fanny. Negli
ultimi tempi si è sentita dire che è “magnifica”: si sottintende forse
“malgrado l’età”?. Le parlano del “tramonto dei giorni dell’amore”, di
“crepuscolo della vita”. Le vengono in mente dei versi che paragonano l’età
avanzata ad una “notte lappone deliziosa”. Sì, ma che gelo in una notte
lappone! Lei che ha sempre avuto uomini che l’adoravano, non per niente il suo
nome richiama quello di Fanny Hill, protagonista di un famoso romanzo libertino
del ‘700. Ed è per scongiurare questo declino incombente che Fanny si confronta
con gli uomini che l’ hanno amata. Ahimé, che delusione. Si sente chiedere se è
la madre del suo ultimo, giovanissimo amante. Se è un’attrice. O una
prostituta, con quel trucco pesante, i riccioli finti. Quando incontra Lord
Conderley, che le recitava versi d’amore, se lei fa fatica a riconoscere lui
che ha già settant’anni, lui pensa “poveretta, com’è ridotta”. E se lei, in un
ultimo incontro con figure del passato, neppure sa chi possa essere l’uomo
grottesco che entra nel suo salotto, questi non sa quale delle due donne
presenti sia la donna che ha amato. Ed è a questo punto che riappare Mr.
Skeffington.
Anche lui invecchiato. Peggio. Ha perso tutto e ha subito la persecuzione
nazista. Lui è l’unico che non vede il cambiamento di Fanny. Letteralmente e,
forse, anche in un significato più ampio, perché è così che accade ad una
coppia in cui si diventa vecchi insieme. Fanny, che non aveva mai sprecato
tempo a pensare, è già cambiata. C’è qualcos’altro nella vita oltre la
bellezza. Un finale un poco convenzionale in un romanzo straordinario che è una
riflessione vivace, acuta, leggera, ironica, a volte pensosa e a volte
satirica, sull’inesorabile avanzare del tempo, la capacità di adeguarsi ai
cambiamenti, la necessità di un arricchimento interiore, il valore dei veri
affetti. E la smentita migliore che la vita per una donna possa finire al
fatidico compimento dei cinquant’anni è data dalla stessa Elizabeth von Arnim,
che scrisse questo libro nel 1940, a settantaquattro anni, un anno prima di
morire. Australiana d’origine, cugina di Katherine Mansfield e moglie prima del
conte von Arnim, figlio adottivo di Cosima Wagner, e poi del fratello di
Bertrand Russell, fu certamente una delle donne più brillanti e intelligenti
del suo tempo. Da non perdere neppure gli altri romanzi già pubblicati dalla
stessa casa editrice.
la recensione è stata pubblicata su www.stradanove.net
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