Voci da mondi diversi. Medio Oriente
fresco di lettura
Miki Bencnaan, “Il grande circo delle idee”
Ed. Giuntina, trad. Anna Linda
Callow, pagg.407, Euro 18,00
Titolo originale: Ha-kirkas ha-gadol shel ha-ra’ayonot
“Sentivo” disse Futerko “che restare attaccata all’identità di Milinka
era una sorta di riparazione. E credimi, la mia appartenenza all’ebraismo me la
sono guadagnata onestamente…ancora ai tempi del ghetto di Varsavia.”
Fece una breve pausa e poi proseguì senza fermarsi,
“Oggi essere ebrea, dal mio punto di vista, è preferire un Dio con il
capriccio dell’esclusività a uno che pretende che tutto il mondo diventi o
cristiano o musulmano”.
Gerusalemme 2009. Casa di riposo Yadlitza
Norbert. Quando il nipote solleva un lembo della trapunta che ricopre il corpo
di sua nonna e di un’altra vecchietta, resta sbalordito. Le due donne sono
morte nel sonno, uccise dalle esalazioni di gas di una stufetta mal
funzionante, ma quello che è stupefacente è che paiono essere uscite da un
circo. Futerko Hopsa, la nonna di Pinki, indossa un logoro costume da elefante,
con tanto di proboscide, e la donna anziana che le appoggia la testa sulla
spalla ha un vestitino rosa a pois, calze di cotone al ginocchio e scarpette da
bambola ai piedi.
“Il grande circo delle idee” di Miki Bencnaan inizia così, dalla fine-
perché la morte è la fine, almeno per
le persone che hanno terminato di vivere. Finisce, però, chiudendo un cerchio,
idealmente il cerchio del grande tendone di quel circo che è la vita. Ci
vorranno molte pagine per arrivare ad una scena simile, molto indietro nel
tempo, nel 1942, quando due bambine bionde giocavano insieme e si erano
scambiate- così, per gioco- gli abiti.
Corvi, elefanti, semi di alberi di ciliegio
coltivati con una cura speciale per ottenere sedie o troni seguendo il metodo
del bonsai, altre stranezze ancora a mano a mano che il libro procede,
srotolando e riarrotolando le vite dei quattro protagonisti per condurli alla
tappa finale nella casa di riposo dove li avrebbe raggiunti il quinto
personaggio, l’anziana pianista che sarebbe morta con il vestitino a pois. Dal
1929- con qualche flashback ad un decennio prima- al 2009: ottant’anni di
storia d’Europa che stravolsero la vita di chi li aveva attraversati, e di
certo aveva interamente capovolto quella dei quattro, anzi dei cinque personaggi.
Futerko Hopsa alias Inge Vonderholtzen, Inge Vonderholtzen alias Milinka, Leon
Vaydenfeld, direttore di teatro e musicista, che per un certo periodo aveva
rivestito i panni dell’ufficiale delle SS Rudolf Vonderholtzen (che peraltro
aveva già incontrato, per quei strani casi della vita, in ben altre circostanze
che nel campo di Belzec dove era stato chiamato a dare lezioni di piano alla
piccola Inge del tutto negata per la musica), Pesca Principali (c’è tutta una
storia dietro al suo nome) votato alla Chiesa da sua madre, il genialoide
Emanuel Elbalak che crea un trono con semi di ciliegio, copiando un prezioso
modello originale il cui ricordo riporta Leon al momento in cui aveva cessato
di essere Leon Vaydenfeld ed era diventato il prigioniero numero 135713.
Impossibile dimenticare le figure intagliate nel legno su cui si appoggiava il
deretano dell’ufficiale che era diventato il padrone della sua vita,
abbaiandogli le domande, chiedendogli nome e professione.
Quando tanto è già stato detto, quando sembra che tutto sia già stato
raccontato, come si fa a scrivere ancora della Shoah senza cadere nel ‘déja lu’? E, comunque, come si fa a dire
l’indicibile? Miki Bencnaan lo fa con un piglio nuovo, con un che di fantasioso
e stravagante, vorrei dire con uno stile che ha del realismo magico se non
fosse che il termine è così abusato, ed in ogni modo, pur non togliendo nulla
alla drammaticità degli eventi- ai campi di sterminio, ai giochi sadici, alle
atroci condizioni dei ghetti-, riesce quasi a sorriderne, con un sorriso che
piega le labbra all’ingiù ma che cerca uno spiraglio di luce, fosse pure nel
programmare i fantasmagorici, dispendiosi, strabilianti funerali dei suoi insoliti personaggi, protagonisti di un romanzo
insolito.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
Miki Bencnaan sarà presente al Festival della Letteratura di Mantova 2014
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