Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
cento sfumature di giallo
mystery
Cina,
Hong Kong, presente, passato, un assassinio di cui sono rimaste tracce di
sangue senza cadaveri, fantasmi e burattini. Parliamo con Kristen Loesch del suo intrigante romanzo, “La vedova di Hong
Kong”.
Ho
osservato che Lei scava nel passato dei suoi personaggi e dei paesi in cui vivono- era così ne “La
bambola di porcellana” e pure ne “La vedova di Hong Kong”. Che cosa La
affascina nel passato?
La verità è che non lo so! Tutto quello che so è che sono
sempre stata attratta dalla Storia. Ho studiato Storia all’Università e ho
esplorato elementi di Storia russa per la mia tesi del Master. Mi piaceva
soprattutto la scoperta della Storia al di là dei libri di testo: la vita della
gente comune, le storie che si perdono nel tempo e, più di tutto, i segreti.
Sento come se il passato estendesse i suoi tentacoli in così tanti aspetti
della nostra vita. E tuttavia, in un certo senso, ci è per sempre
inaccessibile- questi temi affiorano con forza nei miei libri.
Parlando
del passato- non sapevo che ci fosse un ghetto a Shanghai. Era molto affollato?
Aveva cancelli che venivano chiusi di notte, come quelli in Europa? O era
semplicemente un’area in cui erano rinchiusi gli ebrei?
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| il ghetto di Shanghai nel 1943 |
Non è l’unica, penso che siano in molti a non sapere
che c’era un ghetto a Shanghai. Mentre cresceva la persecuzione degli ebrei nella
Germania nazista degli anni ‘30 del ‘900, Shanghai era uno dei pochi posti al
mondo in cui i rifugiati ebrei erano benvenuti. Quindi c’era una popolazione
abbastanza numerosa quando la Guerra del Pacifico si intensificò nei primi anni
‘40. Era molto affollata, c’erano molti cinesi che vivevano già nell’area
designata per i cosìddetti ‘rifugiati apolidi’ e le condizioni di vita erano
miserabili. No, non aveva un cancello, ma soltanto alcuni residenti con
lasciapassare speciali potevano uscire. Era controllato da amministratori
giapponesi e pattugliato da soldati giapponesi.
In
entrambi i romanzi Lei trasporta il lettore in paesi lontani- era la Russia nel
primo romanzo ed è la Cina in questo. Da dove proviene il suo interesse per
questi paesi?
In entrambi
i casi il mio interesse risale alla storia della mia famiglia, e, stranamente,
al mio nonno materno. Era originario della Cina settentrionale e aveva una
parte di sangue russo. Per quello che riguarda la Russia, poi, fin da bambina
mi sono sentita attratta dalla letteratura russa.
Mi è piaciuta la voce della protagonista de
“La vedova di Hong Kong”. Mi è piaciuta molto la sua voce di quando era
bambina. C’è un personaggio nel romanzo nei cui panni Le è stato più difficile
mettersi? Io ho pensato che Holly Zhang fosse un personaggio difficile e
ambiguo.
Grazie per le sue parole gentili sulla voce di Mei. Di
tutti i miei personaggi, è per Mei che provo più affetto e mi chiedo se sia per
tutto il tempo che passiamo con lei nella sua giovinezza, quando è così
innocente ed interamente alla mercé delle persone e delle forze intorno a lei.
É stato divertente scrivere di Holly Zhang, anche se ha ragione a dire che è
ambigua e poi ci sono in lei molte parti in conflitto- mi è piaciuta la sfida
di scriverne. Direi che il personaggio di cui mi è stato più difficile scrivere
è quello di Mei come giovane donna (è stato più facile scrivere di lei da bambina
e poi da donna anziana), e, dopo Mei, ho trovato difficile scrivere di Jamie.
Come è riuscita a seguire i tre filoni
temporali in maniera coerente? Non faceva confusione?
É stato
certamente un compito difficile entrare ed uscire in tre narrative. Non sono
certa che lo rifarò. Ci sono state alcune volte in cui ho dovuto separare I tre
filoni temporali in tre diversi documenti Word e lavorarci uno alla volta per
essere certa che la storia scorresse. Mi sentivo spesso sopraffatta e tuttavia
amavo quei momenti quando riuscivo a sentire che i filoni si incastravano
acquistando significato. Sono questi i momenti che amo di più anche come
lettrice di romanzi storici su diversi piani temporali.
Nella nota a fine libro accenna ai suoi
parenti cinesi e al tempo passato a Hong Kong- che cosa c’è della storia della
sua famiglia nel romanzo? Che cosa ha conservato, in Lei, della sua eredità
cinese? Voglio dire- c’è in Lei qualcosa che pensa sia dovuto all’origine
cinese della sua famiglia?
Nel libro ho intessuto molte delle esperienze giovanili
di mio nonno: come Mei, veniva da un piccolo villaggio rurale, finì a Shanghai
e poi dovette fuggire dalla Cina durante la Rivoluzione Comunista. Come Mei,
non rivide più nessuno di quelli che si era lasciato alle spalle. Trovava
difficile parlare di quei decenni della sua vita, il che naturalmente mi
rendeva ancora più interessata a saperne qualcosa, ma so che erano molto
dolorosi. Penso che, scrivendo questo romanzo, io abbia cercato di onorare la
mia eredità cinese e abbia anche cercato di sentirmi più vicina ad essa. Sono
cresciuta parlando mandarino e in stretto contatto con la parte cinese della
mia famiglia e voglio mantenere viva quella parte di me.
Perché
scegliere il Peak per Maidenhair House?
Quando vivevo a Hong Kong ero attratta dal Victoria
Peak, dalla sua bellezza e dal suo mistero. Per tradizione è un’area molto
ricca e appartata; naturalmente adesso ci sono sentieri su cui sciamano i
turisti e in cima c’è una vasta piattaforma-belvedere, con ristoranti e tutto
quello che ci si può aspettare come trappola per turisti in una grande città,
ma, nello stesso tempo, è ancora inquietante e remota, con tratti che sono poco
più che una giungla punteggiata da case nascoste. Una di queste case è una
dimora abbandonata che ho usato come ispirazione per Maidenhair House, la
magione del mio romanzo. Si dice che sia
infestata dai fantasmi e certamente lo sembra.
I personaggi/non-personaggi più intriganti
del romanzo sono I fantasmi (a proposito, li chiama ‘ghosts’ o ‘phantoms’?
farebbe differenza?). Sono entrambi important nella cultura cinese. Che cosa
rappresentano? I fantasmi sono forse sentimenti repressi o parti del passato
dei personaggi? Le marionette sono una sorta di ‘doppio’?

Li chiamo ‘ghosts’, ma questa è una grande domanda. La
differenza tra ‘phantoms’ e ‘ghosts’ è sottile. ‘Ghosts’ in genere sono gli
spiriti dei defunti. Il significato di ‘phantoms’ è più ampio e meno specifico.
Un ‘phantom’ potrebbe essere un ‘ghost’ o potrebbe anche essere un altro tipo
di apparizione, e ha anche un altro significato che si riferisce a
un’illusione, a qualcosa di allucinatorio o di immaginato. Penso inoltre che
‘phantom’ abbia una sfumatura leggermente più minacciosa di ‘ghosts’, anche se
non sono certa del perché. E sì, assolutamente, i fantasmi sono parte
integrante della cultura cinese, c’è una mitologia ricca e affascinante su di
loro, come pure ci sono tradizioni, festival, riti e così via. Questo si
collega con il tradizionale teatro delle ombre cinese che viene usato per
raccontare leggende e storie. Nel mio romanzo i personaggi sono tormentati sia
da fantasmi veri e propri sia da fantasmi metaforici, da persone veramente
morte ma anche dal loro stesso passato, in un certo senso da quello che sono
stati. Penso che il teatro delle ombre sia un ottimo simbolo per questo: un
burattino ombra è la rappresentazione piatta, bidimensionale, di una persona,
incompleto per definizione, mancante di dettagli. Non controlla i suoi
movimenti, non ha una sua potenza. In questo modo i burattini sono come
fantasmi.
La
peonia è una specie di simbolo che scorre per tutto il romanzo ed acquista
significati diversi. Le peonie sono fiori molto cinesi, vero? Quando sono stata
in Cina le ho viste ovunque, spesso su sciarpe e tessuti.
Le peonie sono ovunque in Cina e probabilmente sono il
fiore riconosciuto come il più cinese fra tutti, per i non-cinesi. Sono certa
ci siano lunghi articoli, se non libri interi, dedicati al significato e
all’importanza delle peonie. Nel romanzo la madre di Mei usava una peonia
intagliata nella carta come firma e Mei indossa uno spillone per capelli con la
peonia che riveste un gran significato per lei. La peonia simboleggia
ricchezza, prosperità, successo e amore, fra le altre cose, e io volevo che
questo piccolo simbolo incredibilmente positivo fosse qualcosa a cui Mei si
aggrappa mentre affronta le sue molte sfide.
Sta
già lavorando ad un altro romanzo con un’ambientazione diversa?
E sì! Non mi è permesso dirne molto, ma posso dire che
sarà in una nuova ambientazione e che sarà un altro thriller gotico su sfondo
storico.