Voci da mondi diversi. Cina
Jane Yang, “Come due fiori di loto”
Ed.
Longanesi, trad. K. Bagnoli, pagg.368, Euro 17,64
Canton. Fine ottocento. Due personaggi
principali che si alternano nella narrazione, dapprima bambine, poi giovani
donne di estrazione sociale diversa. Piccolo Fiore e Linjing. Una povera,
l’altra ricca. Alla morte del padre Piccolo Fiore, sei anni, viene venduta per
diventare la muizai, la schiava
personale di Linjing- solo così sua madre potrà sopravvivere e far crescere il
fratellino.
I loto d’oro- ne sentiamo parlare subito e
l’immagine dei loto d’oro ci accompagnerà per tutto il libro. Sono preziosi, i
loto d’oro, come dice il loro stesso nome che dovrebbe evocare la bellezza. Ci
viene continuamente ripetuto che sono la dote più preziosa che una ragazza
possa portare in matrimonio. Se ha i loto d’oro, può trovare un marito che
appartenga ad una famiglia distinta. Se ha i loto d’oro, deve essere anche
un’ottima ricamatrice.
Quanta sofferenza dietro i loto d’oro e che orrore per gli Occidentali (un decreto imperiale del 1902 abolì ufficialmente la pratica dei loto d’oro, ma ci vollero almeno un’altra cinquantina d’anni prima che cadesse in disuso).
I
piedi delle bambine venivano fasciati strettamente ripiegando le dita sotto la
pianta. Quanto più piccole erano le bambine quanto minore sarebbe dovuto essere
il dolore, ma pur sempre straziante. La preziosità dei loto d’oro si misurava
in centimetri- 15 centimetri? 20 erano già troppi.
Piccolo Fiore è orgogliosa dei suoi loto
d’oro ma, quando entra a servizio di Linjing, questa la obbliga a sfasciarli
perché lei ha, invece, i piedi grandi essendo stata promessa sposa ad un uomo
di ampie vedute che ha gli occhi rivolti all’Occidente.
L’argomento dei piedi può sembrare marginale e invece è importante. Con un gioco di parole possiamo dire che il romanzo si regge in piedi sui loto d’oro o sull’assenza dei loto d’oro. Quale rivendicazione di autonomia può fare una donna che a mala pena sta in equilibrio su piedi minuscoli e doloranti? Perché il romanzo opera prima di Jane Yang non è una delle tante storie ricche di folklore esotico, è, piuttosto, un romanzo sui timidi inizi di una qualche sorta di femminismo in Cina seguendo le vicende delle due protagoniste.
Linjing è la figlia della prima moglie di
suo padre. È anche la figlia prediletta, finché la seconda moglie dà alla luce un
maschietto, finché questa seconda moglie, per non cedere la cura del bambino
alla prima moglie, come vuole l’usanza, non rivela segreti che era meglio
restassero nel silenzio. Questa è una Cina che ci richiama alla mente il film
“Lanterne rosse” con le gelosie e gli sgarbi tra una moglie e l’altra, con le
punizioni terribili per chi esce dalle norme di comportamento e di vita tramandate
da generazioni.
La
punizione che dalla madre ricade sulla figlia Linjing sarà entrare in una
comunità per nubili- donne che, per non essere legate in un matrimonio
sgradito, vivono insieme, lavorando in una filanda. Sono ancora insieme,
Linjing e Piccolo Fiore, anche se Piccolo Fiore ha cercato di fuggire e per
questo è stata castigata in un modo crudele inteso a privarla della capacità di
dedicarsi al ricamo, la sua passione, la sua fuga dalla durezza della sua vita.
Il romanzo di Jane Yang richiederebbe un lungo commento, una puntualizzazione su tanti tasselli, un esame delle molte contrapposizioni significative- tra le due giovani donne, quella che pare privilegiata e che cede davanti alle difficoltà inaspettate e quella che non si lascia abbattere dalle sventure, dalle umiliazioni e dalle menomazioni; tra la meschinità di una e la generosità dell’altra; tra il pesante lavoro della filanda e quello arioso, nobilitante e creativo del ricamo; tra la scelta forzata del nubilato e il matrimonio senza amore che prevede più di una moglie ed infine l’unione d’amore che supera le barriere sociali.
Succede tanto, tantissimo in “Come due
fiori di loto” e noi apprendiamo molto sulle usanze e la società cinese degli
inizi del secolo passato, quando si apriva alle influenze del mondo
occidentale. “The lotos shoes” è il titolo originale che rivolge l’attenzione
ai piedi piccoli e ai piedi grandi che tanto affliggono Linjing. Il titolo
italiano si sposta sull’immagine dei fiori di loto- se il fiore di loto è
simbolo di resilienza e di capacità di superare le avversità, il paragone si
addice a Piccolo Fiore a cui va la nostra ammirazione.
Un libro che si divora, per le storie
raccontate, per i suoi personaggi, per il mix di romanzo leggero e romanzo
storico, per quel pizzico di esotismo e folklore.