fresco di lettura
Kawakami Hiromi, “Le donne del signor Nakano”
Ed. Einaudi, trad. Antonietta
Pastore, pagg. 228, Euro 19,00
Arioso. E’ la parola che mi viene in mente
per definire il romanzo della scrittrice giapponese Kawakami Hiromi che ho
appena finito di leggere, “Le donne del signor Nakano”. Arioso e ricco di un
umorismo che potrebbe essere inglese se non fosse giapponese. Arioso nonostante
si svolga tutto, o quasi, nel negozio di un rigattiere, ‘la bottega Nakano’,
che immaginiamo stracolma di oggetti di ogni genere, non di antiquariato- il
signor Nakano ci tiene a precisare- ma semplicemente vecchi. E non si immagini
una girandola di donne intorno al non più giovane signor Nakano, nonostante il
titolo che, non conoscendo il giapponese, non sappiamo se corrisponda
all’originale. Sì, il signor Nakano è un donnaiolo, è arrivato alla terza
moglie e ha, contemporaneamente un’amante- i suoi due impiegati hanno imparato
che, quando il signor Nakano dice di andare in banca, in realtà va ad un
appuntamento con una donna. Ma le vicende del romanzo, piccole storie
quotidiane, riguardano sia lui, sia la commessa Hitomi (la voce narrante), sia
il giovane aiutante Takeo, sia la sorella del signor Nakano, Masayo, una bella
donna che aiuta in negozio quando non è intenta in una delle sue creazioni
artistiche.
Magari è morto come
un cane in un fossato.
A quest’idea, ho
provato una sensazione piacevole. Ma è svanita subito, e mi è venuto spontaneo
pensare che i sentimenti sono un fastidio, vivere è un fastidio. L’amore, non
ne voglio più sapere. Che bella cosa, se mi passasse anche il male alle spalle!
Non succede nulla o quasi, almeno, non
succede nulla di notevole: Nakano dirige la compra-vendita degli oggetti, manda
Takeo alle aste o a ritirare anticaglia, è il giudice supremo di quello che
vale la pena di acquistare, si comporta da fratello maggiore ‘sorvegliando’ la
sorella (che di certo ha superato da un pezzo l’età di dover essere
sorvegliata) che ha iniziato una nuova relazione, è piuttosto avaro quando si
tratta di pagare Hitomi e Takeo. I quali sono lì lì per innamorarsi l’uno
dell’altro, a Hitomi piace Takeo. Lui però è un tipo timido che confessa di
avere qualche problema con il sesso- è sufficiente questo rapporto per la non
giovanissima Hitomi che si sente sola? E poi ci sono gli oggetti che ‘capitano’
nel negozio, e le storie che nascondono: la coppa di celadon che non può essere
venduta, il cliente chiede solo che la tengano su uno scaffale perché gli ha
portato male; l’accendino che arriva dal Texas e che termina con una pistola da
cui esce la fiamma (lo comprerà, stranamente, Takeo); la bottiglia nera come
una perla; il tagliacarte (la cliente lo userà per accoltellare Nakano); un
enorme poster con un’attrice famosa; e poi posacenere, scaldapiedi e altro
ancora. Ogni oggetto l’occasione per una storia, per uno scambio di battute,
per micro-riflessioni argute.
Ad un certo punto il signor Nakano chiude il negozio, vuole aprirne uno
di vero antiquariato occidentale. C’è un salto temporale di parecchi anni dopo
i quali i personaggi si incontrano di nuovo- ci sono tutti? come sono cambiati?
Hitomi, con un poco di tristezza da sbornia, osserva che ‘la bottega Nakano’
non esiste più. “Invece la ‘bottega Nakano’ è immortale, -farfuglia il signor
Nakano alzandosi in piedi”.
“Le donne del signor Nakano” non è un libro
indimenticabile, ma è una lettura molto piacevole, con dei dialoghi leggeri che
fanno sorridere: è un libro che mette di buon umore.
La scrittrice Kawakami Hiromi