Voci da mondi diversi. Area germanica
la Storia nel romanzo
Bernhard Schlink, “Il fine settimana”
Ed.
Garzanti, trad. Vito Punzi, pagg. 206, Euro 16,60
Il
presidente della Repubblica Democratica tedesca ha accettato la sua domanda di
grazia: dopo più di vent’anni di carcere Jörg, condannato come terrorista della RAF, è tornato in libertà. La
sorella Christiane lo attende fuori della prigione. Ha organizzato per lui un
raduno degli amici di un tempo, in una casa in campagna, lontana da occhi
curiosi, forse malevoli. Due giorni che dovrebbero segnare un passaggio, un
cambiamento di vita. Due giorni per guardarsi indietro, per riprendere le fila
della propria vita. E’ veramente una buona idea?
Uno degli amici è diventato dentista
(offre un lavoro a Jörg nei
suoi laboratori, è l’unico che porta con sé la figlia all’incontro, una bella
ragazza che cerca di sedurre Jörg),
un altro è avvocato, uno è giornalista, una è vescovo della chiesa protestante,
una è insegnante e aspira a diventare scrittrice- i giorni dei sogni di
cambiare la società sono ormai lontani per loro, sono perfettamente integrati.
L’incontro con Jörg li
mette a disagio, li obbliga a riconsiderare la loro vita e le loro
responsabilità nei confronti del compagno: chi è andato a trovarlo mentre era
in carcere? Chi lo ha sostenuto? Soprattutto, chi lo ha tradito, rivelando il
suo nascondiglio alla polizia?
E’ un personaggio ambiguo, Jörg. Ma che cosa ci si può aspettare da
un uomo che è stato nutrito a forza, tenuto sveglio per notti e notti, in
isolamento per tutti quegli anni? E’ possibile che riprenda un ruolo di guida,
come vorrebbe uno degli ospiti che non era stato invitato? Sarebbe quella
l’unica maniera per non vanificare la sua vita? Di certo è un uomo piegato, che
non sa da dove ricominciare, che è fuori passo con il mondo.
E gli altri? Quanto sono soddisfatti dei
risultati che hanno ottenuto? Una di loro parla dell’esilio in cui vivono- un
esilio che è una vita diversa da quella sognata. E poi c’è- e pesa come un
macigno- il sospetto del tradimento. Volano per l’aria domande dirette, alcune
sono sfrontate e di una malignità cattiva- come quelle che vorrebbero sapere
che cosa si prova ad uccidere o i dettagli della vita in carcere. Altre domande
ritornano e hanno risposte devie- sarebbe un bene per Jörg sapere chi ha portato la polizia al
suo rifugio?
“La
verità rende liberi”, dice l’amica che è vescovo. Ma ci sono anche delle
menzogne-vita, bugie che ci servono per vivere.
“Il fine settimana” non è un romanzo
risolutivo, non assolve e non condanna. Cerca di capire. E di far capire ai
lettori la storia tormentata della Germania (che assomiglia molto alla nostra
storia).
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Lo scrittore sarà presente al Festival della Letteratura di Mantova