Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
fresco di lettura
Nickolas
Butler, “Shotgun Lovesongs”
Ed. Marsilio, trad. Claudia
Durastanti, pagg. 318, Euro
Titolo originale: Shotgun Lovesongs
L’America, per me, è gente povera che suona musica, gente povera che
condivide il cibo e gente povera che balla anche quando tutto il resto nella
loro vita è così triste e disperato che sembra non debba esserci alcuno spazio
per suonare, mangiare o abbastanza energie per ballare. E le persone diranno
che mi sbaglierò, che siamo una nazione puritana, una nazione evangelica, una
nazione egoista. Ma io non lo penso. Non voglio pensarlo.
Henry. Ronny. Leland detto Lee.
Kip. Beth, moglie di Henry. Sono le cinque voci che si alternano nei capitoli che
portano le loro iniziali di questo primo libro ‘americano’ della casa editrice
Marsilio, “Shotgun lovesongs” di Nickolas Butler. I ‘veri’ protagonisti sono,
in realtà, i quattro uomini, quattro amici da sempre. E Beth è importante
perché offre uno snodo alla trama- cherchez
la femme, no? Oppure no, il personaggio principale è, invece, Little Wings,
la cittadina del Wisconsin in cui sono nati e cresciuti tutti e cinque, da cui
solo Henry e Beth non si sono mai allontanati. Gli altri sì, per poi ritornare,
attirati da fili invisibili e forti, perché sembra sempre che sia possibile
estrarre la radici e trapiantarle altrove, e poi risulta che non è vero, che ci
si allontana, che il paese di poche centinaia di abitanti pare scomparire nella
lente della memoria quando qualcosa richiama indietro, e si riscoprono i legami
che sono importanti, le amicizie di cui ci si può fidare, le persone che mai ci
lasceranno soli.
Henry: un bell’uomo, fin troppo
prevedibile, forse, onesto e leale. Un agricoltore che porta avanti la fattoria
del padre, sposato da dieci anni con Beth, due bambini- non ha soldi da
sperperare. Lee è il suo amico del cuore, i bambini lo chiamano ‘zio’. Henry ha
sempre creduto nel successo di Lee che è diventato un cantante di successo.
Anche Kip ha avuto successo, in tutt’altro campo. Kip è un broker. Ha
guadagnato talmente tanto da poter realizzare il suo sogno: acquistare e
ristrutturare la vecchia fabbrica di Little Wings, un enorme edificio in disuso
su cui loro cinque salivano da ragazzini a bere qualche birra e fumare,
aspettando l’alba. Il bere ha portato Ronny alla rovina: era una star dei
rodeo, immagine di possenza in groppa ad un toro scalciante. Poi l’incidente,
quando era ubriaco. L’ospedale, la disintossicazione, la menomazione: è come se
Ronny fosse rimasto un ragazzone per sempre. Sotto la protezione di Lee, che
copre le sue spese, che controlla che beva solo Coca Cola (ma c’è tutto il
paese che sorveglia Ronny, come lo tenessero stretto in un abbraccio), che lo
scherma dagli sgarbi di Kip, perché Ronny non sia mortificato, non si senta
diverso. E’ bello il legame di amicizia che lega i quattro, ma quello tra Lee,
la stella della musica, e Ronny, l’ex stella del rodeo, è speciale, ci fa
perdonare tutto a Lee, anche il segreto che condivide con Beth, anche la cecità
sentimentale che gli fa sposare la donna sbagliata e divorziare quasi subito.
“Shotgun lovesongs” è il titolo del primo
cd di successo di Lee, quello che tutti, assolutamente tutti, posseggono a
Little Wings. E ritorniamo al paese che acquista una vita propria nelle pagine
del romanzo di Butler. Perché apprezziamo che il libro sia- una volta tanto- la
storia di un amicizia tra uomini, e non fra donne, ma non è quella la parte più
bella del libro. E’ il senso di stretta comunità che Henry e Beth, a New York
per il matrimonio di Lee, non riescono a sentire nella metropoli che non è
estranea a loro soltanto, ma anche a se stessa. E’ la dimensione umana del
luogo che non è dovuta unicamente al fatto che si è nati e diventati grandi lì,
che tutti sanno tutto di tutti. E’ una vicinanza all’essenza della vita,
sfrondando quello che è superfluo e che, nei momenti di grave crisi, si avverte
come marginale e ininfluente. Nella notte di tormenta, quando Ronny, sfuggendo
al controllo alla vigilia del suo matrimonio, si è ubriacato e si è perso nella
neve, tutti si mettono alla sua ricerca: la perdita di un uomo è la perdita di
tutta Little Wings. Dove mai si potrebbe provare qualcosa di simile?
In un romanzo di uomini e di un’amicizia
al maschile, in una lettura che ho goduto molto, mi sarebbe però piaciuto uno stile narrativo più ‘duro’ e un
finale meno sentimentale- sarebbe stato perfetto.la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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