Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
la Storia nel romanzo
Jonathan Coe, "Bournville"
Ed.
Feltrinelli, trad. Maria Giulia Castagnone, pagg. 432, Euro 22,00
Il giorno della vittoria (8 maggio 1945)
L’incoronazione della regina Elisabetta II
(2 giugno 1953)
Finale dei Mondiali di calcio (30 luglio
1966)
L’investitura del principe di Galles (1
luglio 1969)
Il matrimonio di Carlo e Lady Diana Spencer
(29 luglio 1981)
Il funerale di Diana, principessa di Galles
(6 settembre 1997)
Settantacinquesimo anniversario del Giorno
della Vittoria (8 maggio 2020)
La
storia di quasi un secolo della Gran Bretagna attraverso quattro generazioni di
una famiglia in sette capitoli che fermano un giorno importante nel fluire
della Storia. Sono tutti giorni memorabili, tranne quello dell’investitura del
principe di Galles che, però, forse adesso che è diventato finalmente re a 53
anni di distanza, si può considerare tale. È singolare e probabilmente del
tutto casuale che le date siano tutte giorni tra la primavera e l’estate,
mentre non è casuale di certo che l’evento di ben quattro su sette coinvolga un
membro della casa regnante- la monarchia è fondamentale in Gran Bretagna, gli
inglesi si appassionano alle vicende dei sovrani anche se questo sarà un
argomento di pallide discussioni e di dissidio nella famiglia che è
protagonista del romanzo che inizia e finisce nello stesso giorno a distanza di
75 anni. Inizia con un’atmosfera gioiosa per la fine dell’incubo della guerra,
con voglia di fare e di guardare al futuro e finisce nel lutto per una morte,
nell’incertezza del presente e del futuro, nell’incubo non ancora terminato di
un’altra guerra, questa volta contro il virus arrivato dalla Cina. La ruota del
tempo gira, il cerchio si è chiuso. Poi…chissà.
C’è profumo di cioccolato in “Bournville”.
Soltanto durante la guerra la fabbrica del famoso cioccolato Cadbury aveva
sospeso la produzione per unirsi allo sforzo bellico. Mary, bambina di dieci
anni alla fine della guerra, avrebbe fatto trovare ai suoi figli una tavoletta
di cioccolato ogni giorno, al ritorno da scuola. E avrebbe continuato,
nonostante le loro proteste, anche quando erano diventati adulti. Il padre di
Mary aveva lavorato alla Cadbury e suo nonno era tedesco, immigrato in
Inghilterra. Il cioccolato e i rapporti con la Germania sono due leit-motiv
lungo tutto il libro. Perché il loro significato si amplia, ci fornirà indizi
per aiutarci a capire il perché della Brexit dietro cui si cela un nazionalismo
insulare.
Le divergenze erano sorte subito, quando
l’Inghilterra era entrata nell’Europa. Agli inglesi il gusto del loro
cioccolato sembrava squisito, ma agli europei non piaceva. C’erano troppi
grassi vegetali nella cioccolata inglese, non rispondeva agli standard europei-
le conseguenze della ‘guerra del cioccolato’ si possono facilmente intuire.
Così come la perdita dei posti di lavoro quando l’Inghilterra si era ritirata
dall’Europa. Ma questo avverrà molto avanti nel romanzo, quando già lo
scrittore lancia frecciate contro il giornalista dalla zazzera bionda che
sarebbe diventato il primo Ministro- a lui la responsabilità di gestire la
pandemia.
Il capitolo riservato ai Mondiali di
calcio, con la finale Inghilterra-Germania dell’Ovest, approfitta dei legami
famigliari con i cugini arrivati dalla Germania per assistere alle partite per
mettere in luce l’inimicizia mai sopita tra i due paesi. Inimicizia che va di
pari passo, per alcuni membri della famiglia, con il disprezzo e l’odio per gli
stranieri immigrati, soprattutto per quelli di colore. Quando uno dei figli di
Mary presenterà la fidanzata in famiglia, la nonna dirà, “è nera come l’asse di
picche!” e il suocero non le rivolgerà mai la parola. D’altra parte Mary non
oserà mai dire al marito che, non solo uno dei loro figli ha sposato una donna
di colore, ma un altro, il minore, il musicista, è gay.
Mentre il mondo cambia, la tecnologia si fa
strada, con il televisore dapprima (proprio come in Italia, tutto il vicinato
si raduna davanti al fortunato proprietario di un televisore), con il
frigorifero, e poi con il computer e il cellulare, gli inglesi si incantano
davanti agli schermi per vivere dentro il loro film- ore e ore per assistere
all’incoronazione della giovane Elisabetta, e poi il matrimonio di Diana (le
voci degli spettatori sono come un coro che commenta a lato), il suo funerale
quando era diventata ‘la principessa del popolo’.
Anche
per noi lettori è stato come vedere un film, riconoscendo alcune scene,
apprezzando la novità di altre con uno sguardo ‘dall’interno’, seguendo passo
per passo il progredire della modernità. E però ci è mancata la brillantezza
dei primi romanzi con cui abbiamo conosciuto Coe, “La casa del sonno”, “La
famiglia Winshaw”. Ci è mancata la grinta, il tono graffiante che non faceva
sconti a nessuno. Gli anni passano- le vicende di “Bournville” ne sono una
prova.
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