Voci da mondi diversi. Cina
spy-story
FRESCO DI LETTURA
Mai
Jia, “Il fatale talento del signor Rong”
Ed. Marsilio, Trad. Fabio Zucchella,
pagg. 407, Euro 15,73
Non è il signor Rong dalla testa di forma strana e grossa- così simile a
quella di sua nonna da rendere indiscutibile la sua appartenenza alla famiglia-
il vero protagonista dell’acclamatissimo romanzo dello scrittore Mai Jia, anche
se seguiamo le sue vicende da prima della sua nascita. Il vero personaggio principale è, piuttosto, il codice da decifrare,
enigmatico rompicapo essenziale per la sicurezza degli stati, una sfida per
uomini di genio che trovano irresistibile cimentarsi- e non perché gli
interessi il bene della loro nazione ma proprio in quanto sfida alla loro
intelligenza.
Un personaggio strano, questo signor Rong, nato in condizioni non
fortunate, rimasto orfano alla nascita, cresciuto con un singolare professore
straniero che gli fece da padre. Strano
e infelice- strano il nome con cui venne chiamato per tutta l’infanzia,
Anatroccolo (sostituito poi da Jinzhen), strana la storia dei suoi genitori e
della sua nascita, infelice quella
totale solitudine in cui crebbe, imparando da solo a fare di calcolo in una
maniera che si rivelò subito eccezionale. E fu così che si impose
all’attenzione del capofamiglia Rong che riuscì a farlo entrare nell’università
da lui fondata, ospitandolo nella sua stessa casa.
Jinzhen era un piccolo
selvaggio, non conosceva nessuna norma del convivere civile, ma la sua capacità di risolvere problemi matematici,
anche i più astrusi, era prodigiosa. Tanto
da fargli bruciare tutte le tappe, da focalizzare su di lui tutte le
attenzioni, da attirargli proposte-
misteriose ma irresistibili. Eppure Jinzhen non è una persona felice. Non può esserlo,
isolato come è dalla barriera della sua
intelligenza che lo richiude in un mondo suo. Jinzhen non parla il linguaggio
dei suoi coetanei, non ha nulla in comune con loro. E’ il suo secondo ‘quasi
padre adottivo’ a preoccuparsi della sua solitudine, della sua inadeguatezza
davanti alle cose comuni del mondo. E’ per questo che non vorrebbe che Jinzhen
accelerasse il percorso degli studi, rinchiudendosi definitivamente in una
torre di avorio.
Succede così. Uno zoppo circondato di mistero viene a prelevare Jinzhen
(sapremo in seguito chi c’è dietro la sua segnalazione). La sua famiglia
adottiva non lo vedrà per dieci anni, quando farà una fugace apparizione
rispondendo alla richiesta di aiuto della ‘sorella’ Rong caduta nelle grinfie
delle guardie rosse, non saprà mai nulla
di preciso su di lui, né di dove viva, né di che cosa si occupi. Perché i
due codici che Jinzhen deve decrittare sono top secret e hanno due nomi, Porpora e Nero, che sembrano contenere
maligne previsioni di un futuro oscuro e pericoloso. Nonché una sorta di
complotto intorno alla figura del genio ingenuo che ha solo numeri e formule in
mente.
Il romanzo di Mai Jia non è una
semplice spy-story, lo scrittore non è semplicemente l’erede di Le Carré,
come qualcuno ha detto. Perché, al di là delle vicende del protagonista che
hanno a che fare con lo spionaggio, il tema del libro di Mai Jia è più
complesso. E’ un’esplorazione della
portata dell’intelligenza umana (con qualche anticipazione, per contrasto, sull’intelligenza artificiale: potrà
veramente accadere che questa sostituirà quella?), del rischio che il genio possa spingersi così in là nella speculazione
da sconfinare nella follia (ecco perché il talento del signor Rong è
fatale), dell’isolamento disperato
di chi è dotato di qualità fuori dal comune. E alla fine scopriremo che c’è un codice da decrittare ancora più
importante di Porpora e Nero su cui si sono spese parole e trame. E’ l’uomo Jinzhen stesso un codice da
decrittare, sono le parole confuse del suo prezioso quadernetto che ci
svelano sentimenti ed emozioni che nessuno avrebbe sospettato, capovolgendo
tutto quello che pensavamo di lui, proprio come ci ha sorpreso leggere dello
svelamento di Porpora e Nero, contesi tra Cina e la superpotenza X.
Qualcos’altro ancora rende il romanzo di Mai Jia diverso da qualunque
altra spy-story: lo stile. La narrativa di Mai Jia è nello stesso tempo antica e moderna, pare riprendere
l’andamento fluviale dei grandi romanzi cinesi traboccando di dettagli di
usanze tradizionali e tuttavia occhieggia all’occidente con una trama ricca di
suspense con una coloritura politica.
Un
romanzo eccellente.
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