Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
saga
FRESCO DI LETTURA
Elizabeth Jane Howard,
“Confusione”
Ed.
Fazi, trad. Manuela Francescon, pagg. 528, Euro 18,50
I Cazalet sono tornati! Per la gioia di tutti i lettori
appassionati della saga (come me). E sono tornati a breve distanza dal volume
precedente, “Il tempo dell’attesa”- non c’era motivo di farci attendere tanto,
visto che in Inghilterra “Confusione” è stato pubblicato per la prima volta nel
1993. E, ancora una volta, siamo stati rapiti e trasportati a Home Place per
seguire le vicende della famiglia Cazalet che ormai consideriamo ‘nostra’.
La guerra continua, forse le sorti stanno per cambiare.
Arriva la notizia che i tedeschi sono stati sconfitti a Stalingrado- che noia,
queste notizie di guerra, sempre guerra (pensano, e dicono, i più giovani dei
Cazalet). A Home Place, in campagna, la
vita continua come al solito, tranne per il fatto che tutti sono un poco cambiati con il passare degli anni, con la dura
esperienza delle ristrettezze imposte dal conflitto. Il Generale non ci vede
quasi più, la Duchessa si accorda per il menù con la cuoca ogni mattina, come
al solito, come se ci fosse molta scelta di cibi da cucinare, Rachel è più che
mai ambigua nel suo rapporto con l’amica violinista, Edward si divide tra
moglie e amante, Hugh resta vedovo, Polly e Clary sono ormai diciottenni e
ottengono di andare a vivere a Londra, e ancora e ancora, ci sono ancora altri
componenti della famiglia, nonché i cugini, nonché il caro vecchio Archie,
nonché i domestici.
Perché questo è il segreto del successo della saga dei
Cazalet: l’arte di raccontare il nulla.
O meglio, l’arte di raccontare la
quotidianità, l’arte di differenziare i personaggi, di caratterizzarli
talmente bene da renderli unici e indimenticabili, da farci affezionare a loro,
desiderando di sapere di più. Non vi dirò come finisce “Confusione”, ma posso
dirvi che non so se resisterò alla tentazione di comprarmi “Casting off”, il
quarto libro della serie, prima che esca la traduzione italiana. So bene che
questo tenere in sospeso il lettore è anche la tecnica dei romanzi seriali, la
stessa che si applica negli sceneggiati televisivi per solleticare la
curiosità. Così come, leggendo, mi rendo conto che la narrazione sfiora spesso
il feuilleton, che questa è una lettura che consiglierei soprattutto ad un
pubblico femminile, ma, d’altra parte, la scrittura della Howard è magistrale, scorrevole, elegante, pulita,
e i suoi dialoghi hanno una spontaneità
rara.
Louise nello sceneggiato della BBC |
Hugh nello sceneggiato |
La guerra resta sullo sfondo, in
“Confusione”, così come negli altri due romanzi. E’ la penuria di cibo, sono le
tessere di razionamento, le micidiali V1 che i giovani guardano sfrecciare tra
la meraviglia e l’orrore, soprattutto è l’assenza
ormai prolungata di Rupert, dato per disperso ma che solo Clary vuole
ostinatamente credere vivo, che ci ricordano l’interminabile guerra. Eppure è la guerra che giustifica i cambiamenti
che avvengono in famiglia e- descritti e anticipati con tocco leggero- nella
società intorno a questa. Si parla di Welfare State, si prospetta un futuro in
cui le barriere di classe saranno abbattute, in cui non sarà affatto normale
farsi servire da una schiera di domestici e sarà sempre più comune che le donne
svolgano un lavoro fuori casa. E poi, se non ci fosse la guerra, se le coppie
potessero condurre una tranquilla vita insieme, se Louise non si fosse lasciata
trascinare dalla mancanza di distrazioni in un matrimonio che si rivela ben
presto insoddisfacente, se Zoe non si trovasse in un limbo senza sapere se
debba considerarsi una moglie o una vedova, se non ci fossero in giro tanti
affascinanti soldati o capitani o giornalisti americani in cerca di compagnia, il tradimento sarebbe altrettanto
comprensibile e giustificabile?
i Cazalet |
C’è un momento, infine, in cui la guerra
entra con il fragore di una bomba nella tranquilla dimora nel verde dei
Cazalet: c’è un personaggio, un giornalista americano, per l’appunto, che loro
fanno appena a tempo a conoscere e che è stato in Germania. E’ il 1945, l’esercito americano è entrato
nei campi di Bergen-Belsen e di
Auschwitz. Nessuno dei Cazalet- e con loro, nessun inglese- sapeva dei
campi. Almeno non l’orrore di quello che vi succedeva. Il giornalista non
racconta, non dice nulla. Zoe, che ne è diventata l’amante, non si spiega
perché lui sia così diverso. Il nome del giornalista è Greenfeldt. E’ ebreo (il
giovane Neville, che non ne ha mai conosciuto, chiede, ‘com’è un ebreo?’). Farà
recapitare a Zoe una lettera per
spiegare il suo gesto.
una giovane Elizabeth Jane Howard |
Nessun commento:
Posta un commento