Voci da mondi diversi. Penisola balcanica
cento sfumature di giallo
Petros Markaris, “L’università del crimine”
Ed. La Nave di Teseo, trad. A. Di
Gregorio, pagg. 333, Euro 15,30
Succede con i personaggi dei libri quello
che succede con gli amici- se ne sente la mancanza quando non si fanno sentire
per qualche tempo. Sentivamo la mancanza di Kostas Charitos, il commissario
della polizia di Atene che ama leggere il dizionario, battibecca con la moglie
Adriana e stravede per la figlia Caterina, ora sposata con il medico Fanis. Lo
incontriamo nuovamente ne “L’università del crimine”- gli anni sono passati, il
direttore Ghikas del commissariato di Atene va in pensione e affida a Kostas il
comando temporaneo. La nomina arriva a Kostas di ritorno da una vacanza in
Epiro, dove sono cresciuti lui ed Adriana e dove hanno fatto amicizia con tre
simpatiche zitelle in pensione che continueranno a frequentare anche ad Atene.
Kostas non ha neppure il tempo di abituarsi alla nuova responsabilità che si
trova a dover risolvere un caso che scotta: è stato ucciso il ministro per le
Riforme, un uomo bulimico e sovrappeso che è stato preso per la gola, morto per
aver mangiato una fetta di torta avvelenata. Dettaglio importante: il ministro
era anche uno stimato professore universitario e, nella lettera di
rivendicazione dell’assassinio, i colpevoli dichiarano di averlo punito per
essere venuto meno ai suoi doveri di docente, abbandonando i suoi studenti per
darsi alla politica. Altri due professori verranno uccisi e la rivendicazione
sarà sempre la stessa, anche se uno dei due era ritornato all’insegnamento.
Ricordando ed esaltando insigni professori del passato, è proprio questo che si
rimprovera alle tre vittime nei comunicati che giungono puntuali nelle sedi dei
giornali- che le tre vittime abbiano pensato ai propri interessi, tenendo ‘in
caldo’ il posto all’università e lo stipendio fisso a cui tornare quando
avessero terminato il mandato. A scapito degli studenti, naturalmente.
La polizia brancola nel buio, qualcuno ha
visto due donne in automobile con una delle vittime poco prima che l’uomo fosse
trovato morto con un’iniezione di acido cianidrico. Le conosceva? In effetti
almeno due degli assassinii, compiuti con il veleno, potevano essere stati
compiuti anche da una donna. Mentre apprende molte cose riguardo all’ambiente
universitario di cui sa poco o niente, Kostas viene a sapere anche di una bella
notizia in famiglia: la figlia Caterina aspetta un bambino. E’ l’occasione per
una serie di festeggiamenti con gli amici, tra i quali sono incluse ormai anche
le tre zitelle (una di loro aveva visto nei fondi del caffè il futuro di
Adriana come nonna).
Mi devo fermare, non posso dire altro
tranne che impiegando le parole di uno dei poliziotti, ‘è il caso più
demenziale che mi sia mai capitato’. Anche noi lettori lo abbiamo pensato,
leggendo la soluzione del caso- la trama ‘gialla’ è esile, dobbiamo
riconoscerlo, ma la sua giustificazione è nella denuncia che Petros Markaris
intendeva fare, della situazione di un sistema scolastico scadente e pieno di
falle in cui l’insegnamento è affidato alla buona volontà e allo spirito di
sacrificio dei professori. E chi può, chi ha i soldi, completa gli studi all’estero.
Scorgiamo qualche analogia? Con pochi brividi e qualche risata, Markaris ci fa
riflettere.
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