vento del Nord
romanzo di formazione
Audur Ava Ólafsdóttir, “Rosa candida”
Ed. Einaudi, trad. Stefano Rosatti, pagg. 206, Euro 17,00
Titolo originale: Afleggjarinn
Madre e figlia mi
scrutano: addosso ho la camicia bianca appena stirata e i miei capelli sono
tagliati di fresco. Meglio di così…Saluto Anna con un bacio sulla guancia e
sorrido alla bimba che mi sorride di rimando: ha un viso di porcellana, con le
fossette sulle gote rosa e le labbra umide. Pare che si sprigioni una specie di
luce da questa creatura che ora tende le braccia verso di me.
Un viaggio, il viaggio che segna il
distacco da casa, la fine dell’infanzia, il passaggio alla maturità. La
letteratura è piena di viaggi iniziatici, ma quello di Arnljótur Thórir, il protagonista di “Rosa candida” della
scrittrice islandese Audur Ava Ólafsdóttir,
è diverso da tutti quelli di cui abbiamo letto, è speciale come lo è questo
intenso romanzo con la copertina che raffigura un neonato avvolto in una
copertina rossa- sembra un bocciolo di rosa che allude al titolo, “Rosa
candida”.
Un viaggio speciale perché parte dall’Islanda di ghiaccio e sabbia nera,
segue il percorso antico dei pellegrini e termina in un monastero famoso per un
leggendario roseto.
Speciale perché il ragazzo ventiduenne che intraprende il
viaggio porta sulle spalle altri pesi oltre allo zaino: la madre è morta da
poco in un incidente, il fratello gemello (nato due ore dopo di lui e in un
altro giorno) è ritardato, suo padre ha per lui ambizioni di studi tradizionali
e non gli garba che vada a fare il giardiniere. E, infine, Arnljótur (che il padre chiama Lobbi)
ha una figlia, una bimba di quasi sei mesi che è stata concepita ‘per caso’, in
un quinto di notte, nella serra (e dove, se no, in questo libro così profumato
di fiori?). Lobbi è stato a fianco della ragazza quasi sconosciuta, mentre
questa metteva al mondo la loro figlia. Lobbi non sta fuggendo- o forse sì,
deve prendere le distanze dal padre anziano, dal fratello, dal ricordo della
mamma che gli ha comunicato l’amore per le piante. Anche dalla bambina bionda
che gli assomiglia e che si chiama Flóra
Sól e che non sa come far entrare nella sua vita. Lobbi parte portando nello
zaino la fotografia di Flóra
Sól e delle talee di un tipo speciale di rosa che assomiglia alla Rosa Candida ma è una rosa a otto petali
color porpora, la rosa preferita della sua mamma.
Il viaggio di Lobbi è avventuroso- viene operato di appendicite, fa
parecchi incontri interessanti, arriva infine alla meta dove è accolto con
scetticismo dai monaci. I quali incominciano appena ad apprezzare il suo lavoro
nell’antico roseto inselvatichito, quando la loro vita di perfetto isolamento è
turbata dall’arrivo della bambina di Lobbi con la sua mamma.
Ci incanta, la delicatezza di scrittura della Ólafsdóttir. Ci incanta il
personaggio, con la sua limpida semplicità, con quel saper essere uomo e nello
stesso tempo non disdegnare la dolcezza e le occupazioni tipicamente femminili-
prendersi cura della bambina, far rifiorire il giardino, cucinare per Flóra Sól e per Anna, mamma della
bambina. I gesti di Lobbi sono parole d’amore, mentre lui si interroga su che
cosa sia l’amore e se sia amore quello che ora prova per la ragazza che gli ha
chiesto di occuparsi della loro figlia mentre lei scrive la tesi.
Ci incanta lo
stile della Ólafsdóttir che par quasi raccontare una fiaba come quelle di
Andersen mentre racconta la storia del ragazzo che lascia l’Islanda con le
talee di rosa nello zaino e se ne prende cura con lo stesso affetto con cui
baderà poi a sua figlia. Ci incanta, infine, intuire con chiarezza che i fiori,
la rosa candida e la rosa a otto petali, i monaci nel geloso isolamento, la
cinefilia di padre Tommaso, la bambina che assomiglia al Bambin Gesù nel quadro
della chiesa- che tutto questo aggiunge un’altra dimensione alla storia del
viaggio di formazione. E il significato del libro va cercato nell’immagine
finale, quando il sole attraversa la vetrata della chiesa, trafigge la rosa
purpurea a otto petali che Lobbi non aveva mai osservato (attenzione, non è la Rosa Candida) e si posa sulla guancia
della bimba che lui tiene in braccio.
la recensione è stata pubblicata su www.wuz.it
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