Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
romanzo di formazione
FRESCO DI LETTURA
PP Wong, “La vita secondo banana”
Ed.
BaldiniCastoldi, trad. Raffaella Patriarca, pagg. 308, Euro 16,00
Gialla fuori e bianca dentro. Aspetto
cinese e interno inglese. E’ così che si sente, come una banana, Xing Li, la
deliziosa dodicenne protagonista e io narrante del romanzo “La vita secondo
banana” della scrittrice sino-inglese PP Wong. La mamma di Xing è morta da
poco, bruciata nello scoppio del forno di un ristorante dove si era fermata
mentre andava a comprare delle candele: era il giorno del compleanno di Xing.
Il padre è morto tanto tempo prima, Xing non ha fatto in tempo a conoscerlo. Il
fratello di Xing, Lai Ker, ha quattro anni più di lei e Xing lo ama moltissimo:
è tutto quello che è rimasto della sua famiglia. Perché per Xing la ricca nonna
Wu con cui lei e il fratello vanno a vivere non è famiglia. La nonna Wu non aveva più voluto vedere la sua mamma
quando questa aveva deciso di sposare il suo papà, e poi è severa, dura,
dispotica. In poche parole, antipatica. Nella grande casa della nonna abitano
anche zia Mei che fa l’attrice- e deve sopportare lo scherno della nonna- e lo
zio Ho con i suoi comportamenti strani- che cosa ha di preciso lo zio Ho che
vive rinchiuso nella sua enorme stanza bianca, che la nonna tratta come un
bambino e di cui Xing ha paura?
Non è facile la vita per Xing a Londra.
Prima c’era la mamma che attutiva gli scontri con il mondo, la mamma sempre
pronta a dare spiegazioni, la mamma che le diceva “ti vorrò bene per sempre e
una settimana in più”, la mamma che non preparava di certo i pranzi che cucina
il cuoco della nonna, ma che importava?, era sempre così allegra anche quando
mancavano i soldi per arrivare a fine mese. Non c’è giorno, non c’è pagina in
cui Xing non pensi e non parli della mamma. Prima Xing andava in una scuola
meno ‘buona’ di quella dove la ha iscritta la nonna, ma là, almeno, non c’era
nessuno come Shil, la bella ragazza con il suo codazzo di amiche che tormenta
Xing, storpia il suo nome, la chiama Muso Giallo, insulta i cinesi, si fa beffe
di quello che mangia- è la quintessenza dell’ignoranza del bullismo. Per
fortuna Xing trova un amico in Jay, un altro ‘straniero’ come lei, figlio di
una cinese e di un giamaicano, con le treccioline nei capelli e uno straordinario
orecchio musicale.
“La vita secondo banana” è un originale e
straordinario romanzo di formazione al femminile che affronta temi attuali-
quello dell’identità, prima di tutto, con una Xing divisa tra il suo desiderio
di sapere di più sulla cultura cinese, sulla storia della sua famiglia
originaria di Singapore e il rifiuto di quella stessa cultura quando è la nonna
a forzarla su di lei, quello del bullismo e della violenza giovanile, quello
della xenofobia, infine, che nasconde la paura del confronto- e nello stesso
tempo è anche una saga famigliare. Con un umorismo delicato venato di tristezza
Xing si addentra nei segreti di famiglia- la malattia dello zio Ho, il
personaggio misterioso del nonno burlone che credeva fosse morto, la rottura
dei rapporti tra la nonna e la mamma, le lettere che la nonna ha scritto per
tutta la vita all’amico di Singapore. Se
la mamma occupava tutti i pensieri di Xing all’inizio, ad un certo punto
qualcosa cambia e la nonna ne prende il posto, quando Xing scopre che anche la
nonna ha un cuore ed è un cuore grande, che la nonna ha sofferto quanto lei e
più di lei, molto tempo prima di lei, cercando il suo posto in una nuova
società che la rifiuta. In una lettera all’amico, la nonna scriveva: “Mi sento
così sola qui. Con chi posso parlare? Chi può capire? Qui non c’è nessuno di
Singapore. Quando chiedi a qualcuno: “Come stai?”, lui risponde: “Bene,
grazie”. Così anch’io dico che sto bene, ma non è vero. Non so più chi sono né
perché sono qui.”
La voce spontanea di Xing che ci parla di
perdita, di dignità calpestata, di paura, di amore fraterno, di un’amicizia che
si trasforma in un amore in boccio, non si dimentica. Un ottimo primo romanzo
di una scrittrice che assomiglia al suo personaggio.
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