giovedì 23 marzo 2023

Simona Baldelli, “Il pozzo delle bambole” ed. 2023

                                                                       Casa Nostra. Qui Italia



Simona Baldelli, “Il pozzo delle bambole”

Ed. Sellerio, pagg. 407, Euro 16,00

 

     Ecco un libro molto bello. Ecco, a sorpresa, un personaggio molto bello che non è la protagonista (su cui avremo molto da dire) e che è una suora. Perché gran parte del romanzo di Simona Baldelli si svolge tra le mura di un orfanotrofio e suor Immacolata è una presenza costante a fianco di Nina, la protagonista, la bambina che, a due anni dalla fine della guerra, era stata lasciata sulla ruota ‘degli esposti’ dove i neonati non voluti venivano abbandonati perché altri se ne prendessero cura. A volte erano avvolti in una copertina, a volte un biglietto attaccato con uno spillo indicava il nome che gli era stato dato, molto più spesso non c’era niente a dire se, almeno per un breve tempo, erano stati amati.

    C’era una sorta di gerarchia anche all’interno dell’orfanotrofio e Nina ne sarebbe stata acutamente consapevole: c’erano gli orfani e c’erano i trovatelli. Gli orfani avevano conosciuto i loro genitori, avevano memoria di un mondo al di fuori, erano su uno scalino più alto rispetto ai trovatelli che per tutta la vita avrebbero sentito il marchio dell’essere stati rifiutati e se ne sarebbero chiesti il perché. Il perché. Nell’Italia oscurantista del dopoguerra e degli anni ‘50 e anche degli anni ‘60, quando l’interruzione di una gravidanza era pressoché impossibile, era altrettanto impossibile che una ragazza potesse tenere con sé un figlio nato fuori dal matrimonio. E Nina era una di questi, era una ‘figlia del peccato’.


    Era stata suor Immacolata a trovarla e suor Immacolata le sarebbe stata sempre accanto, era grazie a lei se Nina era guarita dalla pertosse, se aveva messo su qualche chilo. Ci saranno due momenti importanti in cui la figura di suor Immacolata diventa grandiosa, un esempio, un modello, e sono due momenti simili in cui la suora e Nina si trovano accanto a due partorienti in quella zona nascosta dell’edificio che nella sua immaginazione Nina chiama ‘il pozzo delle bambole’. “Non giudicare, non giudicare mai. Giuramelo,” chiede suor Immacolata a Nina. Che grande lezione da parte di una suora votata alla castità. Che generosità, che amore per il prossimo, che ampiezza di vedute.

    È suor Immacolata che affida a Nina un’altra bambina, Lucia, i cui genitori sono morti in un incidente. Lucia veniva da un mondo ricco, Lucia aveva capelli come seta, Lucia aveva modi raffinati. Senza l’aiuto e la protezione di Nina Lucia non avrebbe potuto resistere. Lucia sarà scelta da due genitori adottivi- le scene dei preparativi per il giorno ‘dell’esposizione’ in cui i bambini vengono messi in mostra per essere scelti, il loro spasmodico desiderio, le loro ansie, la loro delusione, sono tra le più toccanti del libro.


    Questo libro è tanti libri in uno, è una storia d’Italia dal dopoguerra all’inizio del boom economico vista da un’angolazione particolare, da un piccolo mondo chiuso in cui le notizie arrivano come filtrate dalle spesse mura: la televisione, il discorso di Martin Luther King (un nero che parla di uguaglianza!!!), l’assassinio di Kennedy, il crollo della diga del Vajont, la morte di papa Giovanni. E poi, dopo che Nina è uscita dall’orfanotrofio e ha iniziato a lavorare nel tabacchificio di Lanciano, è come se iniziasse un altro libro sulle rivendicazioni delle operaie, le prime manifestazioni, lo storico sciopero di 40 giorni delle tabacchine. Insieme a questa storia pubblica ci sono le piccole storie private al cui centro c’è Nina, storie di amicizie (la delusione dell’amicizia con Lucia, il nuovo legame con altre due ragazze), storie di amori (la paura dell’abbandono non lascerà mai Nina), storie di crescita personale (Nina, la bambina assetata di sapere, che segnava su un quadernetto tutte le parole che non sapeva, si iscriverà a un corso serale per prendere la licenza media).


    La scrittura di Simona Baldelli non conosce sbavature, non cade in un facile sentimentalismo e il libro, con la sua ricchezza di personaggi e di temi, con la profondità della rappresentazione psicologica, con l’angolatura insolita dell’inquadratura, è una ventata di novità sulla scena del romanzo italiano.

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