Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
cento sfumature di giallo
Kate Atkinson, “Il cerchio magico”Ed.
Marsilio, trad. Ada Arduini, pagg. 441, Euro 20,00
Ci mancava l’umorismo colto e gentile di
Jackson Brodie, l’ex ispettore di polizia ora investigatore privato tormentato
dal suo passato, dal ricordo della sorella Niamh che non era riuscito a salvare
e della morte del fratello. E forse era proprio quel rovello interiore che
faceva di lui il cavaliere salva-fanciulle, quasi avesse delle antenne che gli
facevano percepire il pericolo dove nessun altro lo vedeva. Come quando- è una
storia minore ne “Il cerchio magico”- vede una ragazzina, quasi una bambina con
il suo zainetto rosa con sopra raffigurato un unicorno, che fa il segno
dell’autostop e sale avventatamente su un’automobile che accosta. Suo figlio,
l’adolescente e scontroso Natan, si fa gioco di lui anche se si presta a
fotografare la targa dell’automobile. Perché mai suo padre deve sempre pensare
al peggio? Dopo che saranno successe un’infinità di altre cose, Jackson avrà
modo di mettersi sulle tracce della ragazzina con l’unicorno e…aveva ragione
lui.Jackson Brodie nella serie cinematografica
L’inizio de “Il cerchio magico” richiede un
piccolo sforzo per imparare a conoscere i personaggi di questa vicenda che si
svolge in una cittadina dello Yorkshire, vicino a Whitby. Gli uomini, prima.
Tre ‘amici di golf’, quasi i tre moschettieri come amano chiamarsi. Tutti molto
ricchi, tranne uno, il quarto, Vince, che è del tutto diverso e sta attraversando
un periodo difficile. Sua moglie ha chiesto il divorzio e lo sta gettando sul
lastrico. Lui ha perso la casa, ha perso il lavoro (e come fa a trovarne un
altro, a 50 anni?), ha perso il cane. Sua figlia, che al momento è in viaggio
in Thailandia, parteggerà certamente per la madre. Povero Vince, preso
bonariamente (ma veramente bonariamente?) dagli altri tre, uno dei quali è
anche il suo avvocato, vecchio compagno di scuola che in tempi lontani Vince ha
salvato dall’annegamento.
Le
mogli, poi. Quella di Vince (farà una brutta fine), quella un po’ snob
dell’avvocato, quella che gestisce un albergo sulla costa e quella che si
troverà al centro della trama, la bella Crystal che vuole lavare il suo
passato. Crystal ha cambiato nome, ha una bambina che adora e un figliastro
goffo e sensibile, intelligente e affettuoso, che lei tratta come se fosse
anche lui suo figlio (la madre del ragazzo è morta in un incidente- pare-
cadendo da una scogliera).Abbazia di Whitby
C’era però il primissimo capitolo che ci
forniva indizi su quello che sarebbe stato il nodo della trama. Una
conversazione telefonica su skype tra due sorelle bionde e un certo Mr. Price
di un’agenzia di collocamento. Le ragazze sono polacche, Mr. Price prende
accordi con loro: verranno a lavorare in Inghilterra, si troveranno benissimo.
A chiusura della telefonata noi vediamo che Mr. Price non parlava da un ufficio
ma da una roulotte, arredata in maniera ingannevole, con rumori di fondo
adeguati. E sappiamo già che i sogni delle ragazze bionde si infrangeranno.
Se
non fosse per lo stile magistrale di Kate Atkinson, per la sua bravura nel
tenere saldamente in mano tutte le fila, rischieremmo di perderci nella trama.
Perché Jackson deve pedinare un marito fedifrago, due poliziotte (una è quella
Reggie che, giovanissima, aveva salvato Jackson ne “I casi dimenticati”)
indagano su un vecchio caso, una bruttissima storia di pedofilia (non esiste
prescrizione per i reati sessuali), un primo assassinio, che peraltro non ha
nulla a che fare con la vicenda principale, ha come un effetto valanga,
concatenando gli eventi che porteranno al climax della scoperta di povere
ragazze vittime di un traffico indegno.
Ogni tanto abbiamo la sensazione che
succedano troppe cose e tutte affastellate le une sulle altre, perché la vera e
propria azione incomincia tardi. E però- abbiamo già detto che lo stile
narrativo di Kate Atkinson è magistrale- la nostra lettura procede godendo di
tutti i dettagli che fanno sì che questo non sia un banale romanzo poliziesco- il
confronto genitori e figli adolescenti, le riflessioni esistenziali di Jackson
e, per controparte, quelle di Crystal, la donna sexy trasformata in madre
affettuosa che difenderà con le unghie e con i denti quello che ha ottenuto e
soprattutto il futuro della sua bambina.
E poi
applaudiamo alla fine, così da Jackson Brodie, perché “la giustizia non ha
niente a che fare con la legge”.
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