giovedì 2 febbraio 2023

Kate Atkinson, “Il cerchio magico” ed. 2023

                          Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda

cento sfumature di giallo

Kate Atkinson, “Il cerchio magico”

Ed. Marsilio, trad. Ada Arduini, pagg. 441, Euro 20,00

 

    Ci mancava l’umorismo colto e gentile di Jackson Brodie, l’ex ispettore di polizia ora investigatore privato tormentato dal suo passato, dal ricordo della sorella Niamh che non era riuscito a salvare e della morte del fratello. E forse era proprio quel rovello interiore che faceva di lui il cavaliere salva-fanciulle, quasi avesse delle antenne che gli facevano percepire il pericolo dove nessun altro lo vedeva. Come quando- è una storia minore ne “Il cerchio magico”- vede una ragazzina, quasi una bambina con il suo zainetto rosa con sopra raffigurato un unicorno, che fa il segno dell’autostop e sale avventatamente su un’automobile che accosta. Suo figlio, l’adolescente e scontroso Natan, si fa gioco di lui anche se si presta a fotografare la targa dell’automobile. Perché mai suo padre deve sempre pensare al peggio? Dopo che saranno successe un’infinità di altre cose, Jackson avrà modo di mettersi sulle tracce della ragazzina con l’unicorno e…aveva ragione lui.

Jackson Brodie nella serie cinematografica

    L’inizio de “Il cerchio magico” richiede un piccolo sforzo per imparare a conoscere i personaggi di questa vicenda che si svolge in una cittadina dello Yorkshire, vicino a Whitby. Gli uomini, prima. Tre ‘amici di golf’, quasi i tre moschettieri come amano chiamarsi. Tutti molto ricchi, tranne uno, il quarto, Vince, che è del tutto diverso e sta attraversando un periodo difficile. Sua moglie ha chiesto il divorzio e lo sta gettando sul lastrico. Lui ha perso la casa, ha perso il lavoro (e come fa a trovarne un altro, a 50 anni?), ha perso il cane. Sua figlia, che al momento è in viaggio in Thailandia, parteggerà certamente per la madre. Povero Vince, preso bonariamente (ma veramente bonariamente?) dagli altri tre, uno dei quali è anche il suo avvocato, vecchio compagno di scuola che in tempi lontani Vince ha salvato dall’annegamento.

Le mogli, poi. Quella di Vince (farà una brutta fine), quella un po’ snob dell’avvocato, quella che gestisce un albergo sulla costa e quella che si troverà al centro della trama, la bella Crystal che vuole lavare il suo passato. Crystal ha cambiato nome, ha una bambina che adora e un figliastro goffo e sensibile, intelligente e affettuoso, che lei tratta come se fosse anche lui suo figlio (la madre del ragazzo è morta in un incidente- pare- cadendo da una scogliera).

Abbazia di Whitby

    C’era però il primissimo capitolo che ci forniva indizi su quello che sarebbe stato il nodo della trama. Una conversazione telefonica su skype tra due sorelle bionde e un certo Mr. Price di un’agenzia di collocamento. Le ragazze sono polacche, Mr. Price prende accordi con loro: verranno a lavorare in Inghilterra, si troveranno benissimo. A chiusura della telefonata noi vediamo che Mr. Price non parlava da un ufficio ma da una roulotte, arredata in maniera ingannevole, con rumori di fondo adeguati. E sappiamo già che i sogni delle ragazze bionde si infrangeranno.

     Se non fosse per lo stile magistrale di Kate Atkinson, per la sua bravura nel tenere saldamente in mano tutte le fila, rischieremmo di perderci nella trama. Perché Jackson deve pedinare un marito fedifrago, due poliziotte (una è quella Reggie che, giovanissima, aveva salvato Jackson ne “I casi dimenticati”) indagano su un vecchio caso, una bruttissima storia di pedofilia (non esiste prescrizione per i reati sessuali), un primo assassinio, che peraltro non ha nulla a che fare con la vicenda principale, ha come un effetto valanga, concatenando gli eventi che porteranno al climax della scoperta di povere ragazze vittime di un traffico indegno.

    Ogni tanto abbiamo la sensazione che succedano troppe cose e tutte affastellate le une sulle altre, perché la vera e propria azione incomincia tardi. E però- abbiamo già detto che lo stile narrativo di Kate Atkinson è magistrale- la nostra lettura procede godendo di tutti i dettagli che fanno sì che questo non sia un banale romanzo poliziesco- il confronto genitori e figli adolescenti, le riflessioni esistenziali di Jackson e, per controparte, quelle di Crystal, la donna sexy trasformata in madre affettuosa che difenderà con le unghie e con i denti quello che ha ottenuto e soprattutto il futuro della sua bambina.

E poi applaudiamo alla fine, così da Jackson Brodie, perché “la giustizia non ha niente a che fare con la legge”.




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