cento sfumature di giallo
Jean-Luc Bannalec, “Marea bretone”
Ed.
Neri Pozza, trad. Chiara Ujka, pagg. 411, Euro 19,00
Quando ho terminato di leggere “Marea bretone” di Jean-Luc Bannalec avrei fatto la valigia e sarei immediatamente partita per la Bretagna. Per Douarnenez, il villaggio bretone con quattro porti dove attraccano i pescherecci stracolmi di sardine, per l’Ile-de-Sein, l’isoletta sassosa spazzata dai venti. Perché il ‘giallo’ di Bannalec (pseudonimo francese per uno scrittore tedesco) trabocca del fascino di questi luoghi alla fine del continente europeo- non per niente si chiama Finistère la punta estrema della Bretagna, dove finisce la terra ed inizia l’oceano- e ci si ritrova di continuo a cercare su google immagini dei villaggi o delle isole descritte, quasi per confrontare se le fotografie combaciano con il paesaggio che la penna dello scrittore ci ha suggerito. C’è un altro affascinante filone nel libro di Bannalec che esula dalla trama gialla o si unisce ad essa in maniera fantasiosa- è quello delle leggende bretoni, così simili a quelle della Cornovaglia che le è dirimpetto al di là della Manica. Il parigino commissario Dupin ascolta scettico quando il suo collaboratore, l’ispettore bretone Riwal, gli parla della mitica città di Ys sommersa dalle acque o della mala sorte che aspetta chi ha visto sette tombe invece di sei nel cimitero o di mago Merlino. Eppure questa è la Bretagna, tanto quanto la sua lingua incomprensibile o i piatti di pesce della sua deliziosa cucina.
E torniamo alla trama gialla a cui possiamo solo accennare. Una pescatrice dell’Ile de Sein è stata trovata morta nel mercato ittico di Douarnenez, con la gola squarciata. Era una donna molto bella e molto attiva nella lotta contro il contrabbando e contro la distruzione delle riserve marine. Quando una seconda donna, una biologa amica della pescatrice, viene uccisa nella stessa maniera, è chiaro che il movente va ricercato nell’impegno comune delle due donne che contrasta l’avidità e la mancanza di riguardo verso la natura di pescatori con ben altre imbarcazioni e ben altro tonnellaggio di pescato. Oppure c’è dell’altro ancora? Possibile che ci sia qualcosa di reale nelle leggende di Ys?
La soluzione della trama gialla (dopo
varie disavventure del nostro Dupin, preso tra le assillanti telefonate della
madre che lo vuole a Parigi per la sua festa di compleanno ed un tormentoso mal
di mare) non ci soddisfa appieno. Siamo invece molto interessati alle
spiegazioni che riguardano il Parc d’Iroise, un parco naturale marino di cui si
deve proteggere l’ecosistema- nelle sue acque ci sono più di 300 specie di
alghe e più di 120 specie di pesci, nonché uccelli di specie protetta. Erano le
acque ideali per la biologa che parlava con i delfini!
Un centinaio di pagine in meno avrebbero
reso meno evidente la debolezza del filone giallo salvando l’incanto delle
descrizioni e delle leggende (a volte un po’ troppo lunghe).
Letto all'hotel 5 stelle alto adige https://www.alpedisiusi.com/it/seiseralm-urthaler.html
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