Casa Nostra. Qui Italia
romanzo di viaggio
romanzo di formazione
Gianni Dubbini Venier, “L’avventuriero”Ed.
Neri Pozza, pagg. 224, Euro22,00
Essendo
io di poca età e desiderando grandemente di vedere il mondo, poiché i miei
genitori non me lo volevano concedere, mi risolsi di partire in qualunque modo
che fosse. Perciò sapendo che stava per far vela una tartana, benché no sapessi
in qual parte fosse diretta, fattomi animo vi entrai.
Lui,
il ragazzino di poca età (14 anni), che scappò di casa per vedere il mondo, si
chiamava Nicolò Manucci, era di un’umile famiglia veneziana e correva l’anno
1653. Un paragone con i nostri tempi è impensabile. Di certo ci sono ragazzini
che scappano di casa, ma per lo più non sono spinti dal desiderio di vedere il
mondo. E’ questa curiosità che ci affascina nell’avventura che ci accingiamo a
leggere- perché il significato della parola nel titolo del libro di Gianni
Dubbini Venier è il primo riportato dai dizionari della lingua, quello di
‘giramondo’, e non il secondo, di ‘imbroglione, impostore, mercenario’. Così
come ci affascina l’impresa del giovane scrittore veneziano che diventa il suo
doppio, mettendosi sulle sue tracce e ripercorrendo il suo cammino.
Gianni Dubbini Venier si è imbattuto per caso in Nicolò Manucci: un giorno di pioggia a Venezia, il riparo dentro il Palazzo Ducale, le grandi mappe geografiche nella sala dello Scudo, i nomi dei viaggiatori del passato in un cartiglio. Ecco Nicolaus Manutius. Le ricerche di Dubbini Venier partono da qui per poi trovare un manoscritto nella Biblioteca Marciana e prendere quindi la decisione di partire. Se ci era riuscito un quattordicenne nel 1653 ad arrivare da Venezia in India, poteva farcela anche lui.
Nicolò Manucci aveva avuto la fortuna di essere stato preso sotto l’ala protettrice di un aristocratico inglese, Lord Bellomont, la cui meta era la Persia per assicurarsi un appoggio economico in sostegno della monarchia inglese sbalzata dal trono da Oliver Cromwell, nominato Lord Protettore. Neppure Gianni Dubbini Venier viaggerà da solo nel 2015. Lo accompagna la fotografa Angelica Kaufman e ci saranno risvolti da commedia in questa soluzione- sono amici ma dovranno fingere di essere una coppia, forse dovranno infilarsi al dito le fedi nuziali che lo scrittore si è procurato per ogni evenienza, per evitare le accuse di immoralità possibili in un paese teocratico come la Persia e le pene conseguenti. Il programma prevede la partenza da Venezia con una prima tappa a Smirne, per poi proseguire verso lo stretto di Hormuz. Su una cosa Dubbini Venier è determinato- andranno via terra, non ricorreranno a facili soluzioni per aggirare le frontiere prendendo un aereo, si faranno 5000 avventurosi chilometri. E forse era stato più facile viaggiare ai tempi di Nicolò Manucci, perché nel 2015 la Turchia è una polveriera, i nostri due avventurieri moderni devono spesso cambiare programma per evitare i luoghi pericolosi dove ci sono stati scontri o attentati.
C’è una trepidazione intensa nel rivivere le esperienze del giovane Manucci, nella consapevolezza che alcune cose non sono cambiate affatto in tre secoli, nel restare a corto di soldi proprio come era successo a Manucci e a Bellomont, nel venire derubati proprio come era accaduto a loro, nel posare gli occhi sulla bellezza stupefacente delle cupole di Isfahan, nisf-i-jahan, la metà del mondo, o nel sentirsi travolti dall’emozione sulla pianura di Persepolis, sentendosi sprofondare nella voragine del tempo.
In realtà non sono in due a compiere il
viaggio verso ‘la metà del mondo’ nel 2015. Sono in quattro, perché il ricordo
di Nicolò Manucci è sempre con Gianni Dubbini Venier che ne ha studiato il
percorso negli archivi di mezza Europa e affianca spesso le sue proprie
osservazioni a quelle del ragazzo che lo ha preceduto. E allora il romanzo è un
duplice romanzo di formazione, il viaggio ha una duplice valenza per i due
avventurieri e trasforma una narrativa aneddotica di avventura in un romanzo
storico ricco di informazioni e dettagli che ci fanno rivivere un tempo
scomparso mettendolo a confronto con quello di oggi.
Leggere a Lume di Candela è anche una pagina Facebook
a breve seguirà l'intervista con lo scrittore
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