lunedì 27 luglio 2015

Scott Spencer, “Un amore senza fine” ed. 2015

                                     Voci da mondi diversi. Stati Uniti d'America
                                                                FRESCO DI LETTURA



Scott Spencer, “Un amore senza fine”
Ed. Sellerio, trad. Francesco Franconeri, pagg. 581, Euro 15,00

        Amore senza fine. Ossessione senza fine. Follia senza fine. Tragedia senza fine, con una serie di avvenimenti causati da quell’amore che investono come una valanga, quasi che ci siano degli dei gelosi di un sentimento immortale tra i mortali. La voce narrante di questa storia d’amore è lui, David Axelrod, il ragazzo che, poco più che sedicenne, si è innamorato di Jade Butterfield, sua compagna di scuola.
      Sono due i perni intorno a cui ruota la vicenda- le conseguenze, volute o no, dell’amore di David e Jade. Il primo è l’incendio appiccato da David alla casa dei Butterfield dopo un mese di separazione imposto dalla famiglia di lei. Incendio fatale su cui il ricordo di David- e di tutti i Butterfield- ritorna di continuo. Era divampato con una furia che non era nelle intenzioni di David. Non poteva prevedere che proprio quella sera i Butterfield avrebbero deciso di sperimentare un ‘trip’ di famiglia con dell’LSD procurato da un cugino di Ann, la madre di Jade. E che quindi fossero tutti onnubilati, incapaci di muoversi. Che lui, David, avrebbe contribuito a salvarli. Tuttavia si era dichiarato colpevole e gli era andata anche bene. Era stato condannato alla reclusione in una clinica (di lusso, peraltro) per disturbi mentali, con la proibizione di mettersi in contatto con qualsiasi Butterfield.

     L’effetto di un isolamento totale può avere conseguenze opposte a quelle volute. L’amore di David si era rafforzato, tesorizzato nel ricordo. Era stato la sua ancora di salvezza, per resistere fino al suo rilascio. Dopodiché si era messo a cercare i Butterfield. Ed ecco il secondo tragico avvenimento- è possibile che il fato colpisca due volte? Ci si può considerare responsabili della morte di qualcuno solo perché questi ha attraversato con imprudenza una strada per impedirti di fuggire ed è stato travolto? La colpa di David è tacere. Ma come non capire il suo silenzio, se rivelare la sua presenza nel luogo dove è morto Hugh Butterfield gli impedirebbe di rivedere Jade? I due torneranno a stare insieme, finché Jade verrà a sapere del ruolo di David nella morte di suo padre e David, che non aveva rispettato la sua condizione di libertà vigilata, sarà riacciuffato dalla giustizia e punito con maggiore severità.
    La storia dei due giovani, ridotta alle linee essenziali, sembra scritta apposta per il grande schermo, fitta com’è di avvenimenti sensazionali, nonché di incontri amorosi stuzzicanti- quelli iniziali della scoperta del sesso, teneri e limpidamente infuocati, quando non esiste nessun altro al di fuori del cerchio magico che circonda i due innamorati, quello del tentativo di seduzione da parte di Ann Butterfield, e quello (in verità troppo lungo, 30 pagine di amplesso) di David e Jade nella stanza d’albergo da cui rubano le lenzuola.
Non per niente Zeffirelli ne ha tratto un film nel 1981 (con Brooke Shields e un esordiente Tom Cruise) ed un remake è stato fatto nel 2014 con la regia di Shana Feste. I film non sono granché perché trascurano l’ampio sfondo della storia d’amore e morte. Non possono evidenziare ciò che affiora nei ricordi di Ann, di come la fiammata dell’amore tra David e Jade avesse appiccato un incendio alla famiglia molto prima che alla casa. Della gelosia incestuosa del padre, di quella del fratello maggiore, della tentazione di amore di Ann che aveva trovato una sintonia con David che la ringiovaniva. E’ colpa di David se la famiglia Butterfield si è sfasciata? E’ stata la miccia, certo. E’ colpa di David se perfino nella sua rigorosa famiglia suo padre si è concesso di evadere dal matrimonio, quasi fosse stato incoraggiato dalla forza dell’amore del figlio? E’ difficile che i film restituiscano l’atmosfera dell’ambiente filo-comunista della famiglia Axelrod: c’entra qualcosa la severità di principi di responsabilità sociale in cui David è stato cresciuto con la sua attrazione verso i Butterfield stile hippy, diametralmente opposti ai suoi genitori?
       E adesso per l’ultima volta, Jade, non m’importa né domando se sia pazzia: io vedo il tuo volto, ti vedo, ti vedo, in ogni posto ti vedo. Le parole in chiusura del libro ci risuonano in mente, mentre continuiamo a pensare ai due protagonisti, a domandarci se il loro sia vero amore, o se sia una costruzione mentale, una necessità di qualcosa in cui credere perché, qualunque cosa sia, ci riempie il cuore, ci fa venir voglia di vivere.




      

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