Voci da mondi diversi. Penisola balcanica
FRESCO DI LETTURA
Gordana Kuić, “Il profumo della pioggia nei
Balcani”
Ed. Bollati Boringhieri, trad. Dunja Badnjević e Manuela
Orazi, pagg. 603, Euro 19,00
Titolo originale: Miris
kiše na Balkanu
“Vorrei sentire il profumo della pioggia
nei Balcani” mormorò, mentre il cameriere le serviva il terzo caffè.
Le piaceva, la pioggia. Più volte in vita
sua era uscita in strada con un impermeabile di gomma e un paio di galosce, a
passeggiare da sola sotto un diluvio scrosciante. Saltava nelle pozzanghere con
le mani in tasca, mentre l’acqua sgocciolava dalla tesa del cappello. Dilatava
le narici per sentire l’odore penetrante dell’acqua piovana, e il suo cuore
palpitava al pensiero della celeste dolcezza che impregnava lei e le strade su
cui camminava.
Sono fissata con i titoli dei libri. E’ la
prima cosa che guardo, ma, d’altra parte, un titolo è un biglietto da visita,
un titolo deve anticipare qualcosa. Ho sbagliato a giudicare quello de “Il profumo
della pioggia nei Balcani” della scrittrice serba Gordana Kuić. Ho pensato, con un filo di
noia, che fosse un ennesimo titolo scelto per compiacere il pubblico di
lettori. Ho scoperto poi che, non solo questo è il titolo originale, ma anche
che è quello ‘giusto’ per il libro, perché l’immagine della pioggia ritorna
spesso nella narrazione, perché la pioggia su Sarajevo acquista un valore
metaforico e il profumo della pioggia nei Balcani diventa l’emblema della
nostalgia, è l’equivalente della madeleine di Proust per i membri della
famiglia Salom in un peregrinare perpetuo tra Sarajevo, Belgrado, Dubrovnik o
qualche località sperduta tra i monti per sfuggire a retate e deportazioni, ma
anche tra Parigi e Venezia e Barcellona, spiegando le ali in cerca di un’altra
vita.
E’ la generazione sfortunata, quella delle
sorelle Salom- nate agli inizi del secolo, hanno vissuto pienamente entrambe le
guerre mondiali. La loro storia incomincia proprio quel 28 giugno 1914 in cui
l’arciduca Francesco Ferdinando, in visita a Sarajevo con la moglie Sofia,
rimase vittima dell’attentato di Gavrilo Princip. Le due bambine più piccole,
Riki e Blanki, volevano veder passare l’automobile dell’arciduca, poi il
rumore, la confusione, il fuggi fuggi. E poi la guerra. Cinque sorelle e due
fratelli in un romanzo in cui gli uomini sono importanti ma hanno un ruolo
secondario. E delle cinque sorelle Salom, sono Riki e Blanki a dominare la
scena, le vere protagoniste di tutto il libro.
Di certo le più belle, pur così
minute e dall’aria fragile. Riki vivace ed estrosa, Blanki più tranquilla ed
amante dello studio (dovrà rinunciare a studiare, i soldi risparmiati a fatica
serviranno per il fratello maggiore che, invece, non ha nessuna voglia di
faticare sui libri). Riki che diventerà una famosa ballerina, un folletto sul
palcoscenico, la prima ad andare lontano per studiare danza. Blanki che si
innamora giovanissima di Marko, un uomo di grande fascino e di mille iniziative
(la più ambiziosa è fondare un giornale) che tuttavia non vuole impegni. E poi
Marko appartiene ad una famiglia serba, le ragazze Salom sono ebree sefardite
(curiose e belle le battute di dialoghi in ladino, la loro lingua madre). Le
ragazze Salom hanno tutte una forza di carattere che le aiuterà a superare le
difficoltà, sia nella vita privata sia più tardi, quando i tedeschi occupano la
Bosnia e la Serbia e iniziano i rastrellamenti. Riki e Blanki sfidano le
convenzioni, a Riki non importa che lo scrittore di cui è innamorata sia
sposato, così come Blanki capisce che, se vuole vivere vicino a Marko, deve
lasciargli la libertà. E attendere. La bambina che nascerà nel periodo
peggiore, proprio nel freddo inverno di guerra, dimostra che aveva ragione.
“Il profumo della pioggia nei Balcani” è
un romanzo grandioso nascosto sotto una narrativa di stile tradizionale.
Grandioso perché dietro la storia di una famiglia (della sua famiglia) Gordana Kuić traccia per mezzo secolo la
Storia di una Sarajevo che ancora non conosce gli odi etnici, dove musulmani,
ebrei e cristiani ortodossi convivono pacificamente e in amicizia anche se,
alla fin fine, la discriminazione, la diffidenza e l’inimicizia sono in
agguato. La conflagrazione degli anni ‘90 brucia sotto le ceneri. Grandioso
perché lo sono i personaggi- dietro le storie d’amore delle sorelle Salom c’è
un’energia vitale che sbalordisce. Riki si ammala e non può più danzare, Klara
viene abbandonata dal marito, il negozio di modisteria deve chiudere, le
sorelle si devono nascondere, i cambiamenti di casa non si contano. Eppure
ognuna di loro trova la forza di risorgere come la fenice, nessuna di loro si
arrende mai.
la recensione sarà pubblicata su www.wuz.it
Appena finito.era tanto che non leggevo un libro così appassionante!
RispondiEliminaAppena finito.era tanto che non leggevo un libro così appassionante!
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