Voci da mondi diversi. Gran Bretagna e Irlanda
cento sfumature di giallo
Ruth Ware, “L’eredità di Mrs. Westaway”
Ed. Corbaccio, trad. V. Galassi,
pagg. 368, Euro 19,50
C’è qualcosa nelle case inglesi. Qualcosa che fa sì che diventino esse
stesse le protagoniste dei romanzi. Case che non dimentichiamo. Pemberley
(“Orgoglio e pregiudizio”), Manderley (“Rebecca”), casa Darlington (“Quel che
resta del giorno”), Howards End nel romanzo omonimo- non dimentichiamo neppure
i loro nomi, tanto rimangono impresse nelle nostra memoria, per la maestosità,
la sequenza di stanze, le scale che i personaggi salgono a volte con il cuore
in gola, i segreti dietro porte e tendaggi. C’è una casa indimenticabile anche
nel nuovo thriller psicologico di Ruth Ware. E’ in Cornovaglia, si chiama
Trepassen, Casa delle gazze. E infatti le gazze fanno sentire di continuo il
loro gracchiante richiamo e c’è una filastrocca che associa un significato al
numero della gazze- Sette è un segreto da
non svelare mai. Un grande parco circonda Trepassen, in lontananza si vede
il mare, dalla casa un sentiero conduce ad un lago- una volta c’era una rimessa
di barche, ora è tutto marcescente.
L’anziana proprietaria di Trepassen, Mrs. Westaway, è morta. Una vecchia
orribile- diranno di lei i tre figli. Quando la ventunenne Harriet Westaway
riceve la lettera dell’avvocato che la convoca per la lettura del testamento di
sua nonna, Harriet cade dalle nuvole. Sua nonna? Ma sua nonna è morta da anni.
Anche sua madre, Margarida Westaway, è morta, investita da un’auto pochi giorni
prima che Harriet compisse diciotto anni. Harriet vive a Brighton e si mantiene
con quei pochi soldi che riesce a guadagnare leggendo i tarocchi in uno stand
sul molo. Si trova in difficoltà- aveva chiesto un prestito ad uno strozzino
che ora la perseguita. Qualche migliaio di sterline le farebbero comodo,
pagherebbe gli arretrati dell’affitto, liquiderebbe l’usuraio, farebbe un pasto
decente. Sarebbe un imbroglio, ma, dopotutto, la lettera era indirizzata
proprio a lei, al suo indirizzo. Harriet prende un biglietto di sola andata (non
ha soldi per quello di ritorno) e arriva a Trepassen per scoprire, alla lettura
del testamento, che è lei ad ereditare tutto,
in quanto figlia di Maud, fuggita da casa più di vent’anni prima senza dare più
sue notizie. Gli zii appena conosciuti sono esterrefatti. Ognuno di loro
reagisce in maniera diversa.
Si sbaglia di grosso il lettore che pensa che il nocciolo del romanzo
sia una questione di eredità contesa e che la vita di Harriet sia in pericolo
per quello. Sette è un segreto da non
svelare mai. C’è più di un segreto a Trepassen. Chi ne sa di più è la
lugubre governante che mostra di odiare Harriet fin dal primo momento e che si
aggira infagottata di nero nella casa di cui sembra essere lei la padrona (ha
molto in comune con Mrs. Danvers e non è questo l’unico richiamo- voluto- a
“Rebecca” di Daphne Du Maurier). Una fotografia ingiallita che ritrae due
fratelli con la sorella Maud e la cugina Maggie, un diario con pagine strappate
di cui noi e Harriet leggiamo delle pagine, la scritta “aiutami” incisa sul
vetro della finestra del bugigattolo in soffitta dove è stata messa a dormire
Harriet (due chiavistelli rendono possibile sbarrare dall’esterno la porta
della stanzetta), la corda tesa sulla scala per far inciampare Harriet- che
cosa significa tutto questo? Se Harriet rinuncia all’eredità e rivela di non
essere figlia di Maud, nessuno dovrebbe più avercela con lei, giusto? C’è però
ancora molto da scoprire…
Questo è un libro di cui non si riesce ad interrompere la lettura. Che
stuzzica la nostra curiosità e mette alla prova la nostra capacità di scoprire
qualche indizio per arrivare a capo del mistero- che ne è stato di Maud e
Maggie? C’è molta finezza nella narrativa di Ruth Ware. Splendida, poi,
l’atmosfera già di per sé tenebrosa della grande casa in rovina e resa ancora
più inquietante dalla pioggia e dalla tempesta di neve, intriganti i richiami
letterari, non solo alla Du Maurier ma anche ad Agatha Christie (ricordate la
filastrocca dei dieci piccoli indiani?). I tarocchi, infine, che sono un
sotto-testo affascinante: mi farò leggere i tarocchi.
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la recensione sarà pubblicata su www.stradanove.it
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